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giovedì 5 marzo 2009

dischi


Beato te che scrivi di musica, mi hanno detto. Ma passate voi un paio d’ore ad ascoltare un disco brutto, dovendo poi tirare fuori un certo numero di righe in cui spiegate perché uno non dovrebbe spenderci tempo e denaro dietro.

Che poi, diciamocela tutta, le stroncature sono sempre facili e divertenti da scrivere. Questo disco è pura merda pressata oppure è la cosa più orribile che abbia sentito in vita mia o anche state alla larga da questo schifo, basta inserire fra un insulto e l’altro un paio di motivazioni che suonino sensate. La cosa peggiore sono i dischi né carne né pesce, quelli che non puoi definire brutti (perché, fidatevi, i dischi brutti sono DAVVERO brutti), ma nemmeno belli. I dischi inutili sono troppi, fra l’altro, sapete, quelli uguali a 1000 altri, quelli che ascolti e ti scordi cos’hai ascoltato, peggio, quelli che è già tanto se li senti perché da ascoltare c’è poco.

Poi ci si lamenta che la gente rubi i dischi su internet! Su 100 dischi 5 sono imperdibili, 15 sono indecenti, il resto è inutile.

Poi, mentre scrivi, sai già che farai incazzare qualcuno, per quanto un disco sia inutile o obbrobrioso ci sarà sempre almeno un mega fan, e il mega fan la prende sempre sul personale, come se gli insultassi la mamma. Mentre il semplice fan si chiude semplicemente dietro un muro di sdegno, il mega fan ci tiene a comunicarti quanto tu sia un merdaiolo totalmente privo di discernimento. Solitamente vieni tacciato di essere un quattordicenne che al massimo ha ascoltato i take that mentre comprava un paio di calzoni in un negozio alla moda, più raramente vieni minacciato di percosse e morte. Ancora meglio quando è l’ARTISTA stesso a comunicarti che sei uno stronzo, che non sta bene trattare così degli ARTISTI e che qui e che lì.

Perché tutto questo? Perché anche il lavoro più divertente e ganzo nasconde sempre qualche fregatura. Figurarsi un lavoro orrendo!

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