Citazione

lunedì 28 settembre 2009

Baaria (Giuseppe Tornatore)


Ecco, possiamo darvi sangue e amore senza retorica, oppure sangue e retorica senza amore, o ancora tutte le tre cose insieme, o consecutivamente. Ma non possiamo darvi amore e retorica senza sangue, il sangue è indispensabile, è tutto sangue: ecco il trucco
(Capocomico, "Rosenkrantz e Guildestern sono morti")

Ho visto Baaria. Ho sempre considerato il cinema di Tornatore come la summa della retorica italica applicata alla celulloide, quindi per niente nuovo e per niente paradiso. Baaria non fa eccezione. Prevedibile excursus generazionale (quelle cose che vanno di gran moda da quel capolavoro che fu La Meglio Gioventù) che vorrebbe parlare dei cambiamenti di un luogo e di un popolo attraverso lo sguardo e le esperienze di un singolo individuo che inizia il film bambino e lo finisce coi capelli bianchi.

Dagli anni 40 ad oggi ce ne sarebbero di racconti, di domande, di spunti. Tornatore glissa su tutto, glissa sul fascismo, glissa sugli americani in Sicilia, glissa su Giuliano, glissa sui comunisti, glissa sulla mafia, glissa sul degrado, glissa sull’emigrazione, glissa sul clientelismo, glissa sui contadini. Il film sarebbe potuto essere ambientato in qualsiasi realtà rurale italiana senza una sola modifica al copione. Capiamo di essere in Sicilia dal dialetto e dal sole (meravigliosa la fotografia, questo si). Capiamo di essere a Bagheria dalla targa presso la stazione e dalle brevi inquadrature di Villa Palagonia, Tornatore quindi riesce a glissale non solo sulla Sicilia ma anche su Bagheria stessa... questo si chiama talento!

In finale, il mordente principale del film sono le comparsate di chiunque (Raoul Bova, Aldo, Faletti, Lo Cascio, Lo Verso, Lina Sastri, Frassica, Ficarra e Picone, Placido, Gullotta, Laura Chiatti e tanti altri fino ad arrivare a una tetta delle Bellucci).

Alla fine del film ci restano solamente un finale banale, melenso, patetico e ampolloso e tonnellate di amore, sangue e retorica che sotterrano tutti gli spunti presenti.

mercoledì 23 settembre 2009

Breaking News

È entrato nella chiesa dedicata alla Madonna di Lourdes, in pieno giorno, e ha dato sfogo ai propri bisogni corporali impellenti nel confessionale, scambiandolo probabilmente per una toilette. L’episodio, talmente increscioso da avere dell’incredibile, è accaduto sabato scorso, 12 settembre, alle 12.25 quando una persona, credendo di non esser vista, è entrata nell’edificio sacro per poi dirigersi verso il confessionale. 

Approfittando dell’assenza di persone all’interno della chiesa, ha cercato un luogo “appartato” per soddisfare i propri bisogni lontano da occhi indiscreti, pulendosi poi con la stola del prete che era stata appoggiata nelle vicinanze, vicina ad altri paramenti sacri. A qualche ora di distanza dall’accaduto è toccato al parroco fare l’amara scoperta, prima un sospetto nato da un odore strano che si era diffuso nella chiesa e poi la certezza.

Il personaggio però non ha fatto i conti con le telecamere della videosorveglianza. I quattro occhi elettronici puntati all’interno della chiesa per motivi di sicurezza, hanno ripreso quanto è accaduto, tanto che ci sarebbero già degli indizi sul responsabile dell’atto. 

A darne notizia ai fedeli è stato lo stesso parroco, don Lorenzo a conclusione della funzione domenicale dello scorso 13 settembre, alle 18.30, a qualche ora di distanza dal fattaccio. «In che brutto mondo viviamo», è stato l’unico commento che il religioso si è sentito di fare di fronte ai fedeli, dopo averli messi al corrente dell’accaduto. Un episodio che sconvolge i parrocchiani di Monticella e non solo che hanno sentito quanto accaduto e sul quale il parroco preferisce la linea del silenzio. 

Nelle registrazioni della videosorveglianza nella chiesa di via Immacolata di Lourdes, le immagini avrebbero già inchiodato il responsabile. «Sappiamo chi è stato», avrebbe detto il parroco ai fedeli.

Un episodio increscioso, tanto che in molti si sono scandalizzati e sono rimasti increduli bollando il gesto del vandalo come vilipendio ad un luogo sacro.
«Non abbiamo memoria che sia mai accaduto un fatto simile — commentano i parrocchiani ancora sconvolti — così grave per il significato del luogo dov’è avvenuto. Non è possibile tollerare fatti simili».



Un supermercato di Tesco a Bangor, Galles del Nord è stato accusato di discriminazione religiosa dopo aver espulso un Jedi dal loro negozio perché si rifiutava di rimuovere il cappuccio.

Il 23enne Daniel Jones, noto anche come Morda Hehol, ha fondato la Chiesa del Jedismo a Gennaio del 2008. Il Manuale del Jedismo afferma chiaramente che tutti i Jedi "devono indossare una cappa in qualsiasi luogo pubblico di fronte ad un largo pubblico; questo mostra il simbolismo della tua fede".

Morde Hehol si stava facendo i fatti suoi nel supermercato quando e' stato avvicinato da tre membri dello staff di Tesco che gli hanno ordinato di togliere il cappuccio che copriva la testa o lasciare il negozio. Anche quando il Jedi ha spiegato che la sua religione gli impone di indossare un cappuccio in pubblico i tre impiegati hanno semplicemente riso di lui e l'hanno cacciato dall'edificio.

In una dichiarazione consegnata alla stampa, Tesco si e' mostrata irremovibile:

"Obi-Wan Kenobi, Yoda e Luke Skywalker sono tutti apparsi senza cappa senza cadere preda del Lato Oscuro e da quanto ci risulta, solo l'Imperatore non ha mai rimosso la sua cappa. Se un Jedi cammina nel nostro negozio indossando un cappuccio, rischia di perdere molte delle nostre offerte speciali."

Ma al di là dell'approccio sbagliato alla questione, Tesco non sembra avere una politica simile per altri gruppi religiosi. Mentre era nel supermercato, Morda Hehol ha visto almeno una donna Musulmana indossare un velo, e non le e' stato chiesto di rimuoverlo.


Si ringrazia Mallo

venerdì 18 settembre 2009

scoperte


La guerra è guerra, anche se la chiami missione di pace.

Ciclicamente scopriamo che in guerra si muore. Ci viene venduto come un vero e proprio scoop.

Come mai quando a morire come cani sono dei semplici lavoratori a salario minimo non c'è lo stesso cordoglio a reti unificate fatto di proclami, prime pagine, bandiere, impegni seri e funerali di stato? Stranamente è considerata più sensazionale e assurda la morte di un soldato (in guerra) rispetto a quella di un muratore in cantiere.

E l’uso del termine “eore”? Ne vogliamo parlare? Io sapevo che l’eroe era quello che, a rischio della propria incolumità, riusciva a fare qualcosa di dannatamente buono. Che ne so, è un eroe quello che corre nudo fra le linee nemiche per aiutare un compagno caduto a terra e bersaglio dei cecchini. È un eroe quello che affronta un nemico molto più grande di lui. Si, concordo che anche in questi casi la retorica è quasi alle stelle. Oggi si scopre che l’eroe è il soldato che muore, indipendentemente da quello che stava facendo, nonostante la morte sia, diciamo, uno degli incerti del suo lavoro.

Farsi il culo 15 ore al giorno per mettere insieme pranzo e cena è meno eroico che girare per l'Afghanistan con un fucile d'assalto avendo accettato soldi in cambio del rischio di fare da bersaglio all'estero. E questo è un maledettissimo fatto incontrovertibilmente sotto gli occhi di tutti.

Voglio sminuire la morte di 6 ragazzi? No. Voglio che le cose vengano chiamate col loro nome: sono 6 vittime di guerra. E se "guerra" non si può dire, sono sei morti sul lavoro. Esattamente come gli operai che continuano a morire come mosche spesso per colpa di padroni che vogliono risparmiare.

lunedì 14 settembre 2009

sempre più in basso


Funerali di Stato per Mike Bongiorno, io pensavo a una battuta.

Il grande vecchio poteva stare simpatico a molti (non al sottoscritto) ma questa non è un giustificazione.
Bongiorno era una sorta di fossile vivente della televisione ma questa non è una giustificazione.
Mike ha rischiato di diventare Senatore della Repubblica (oddio, il rischio è stato più nostro che suo) ma questa non è una giustificazione.

Mike Bongiorno era uno dei tecnicamente immortali, secondo il suo medico (che è lo stesso di Berlusconi) la sua età reale era di 17 anni inferiore a quella anagrafica. Il cerchio si stringe e la triste mietitrice migliora la mira.

Ma poi, se Bongiorno merita i funerali di Stato per De André cosa si sarebbe dovuto fare?

mercoledì 9 settembre 2009

consigli per gli acquisti


Se acquistate un narghilè, fate attenzione a non rompere il vaso di vetro. Se questo dovesse succedere, fate in modo che il ricambio sia esattamente delle stesse dimensioni... e questo è praticamente impossibile. Se dovesse venirvi in mente di fare comunque in modo che la parte metallica entri e si adatti al nuovo boccione, lavorate con calma, lentamente, ragionando, riflettendo prima di ogni singola martellata. Prima di modificare qualsiasi pezzo, cercate di essere sicuri al 100% che ne abbiate compreso l’utilizzo, la collocazione e il verso. Non sorridete MAI a un tabaccaio anziano chiedendogli “un bocchino per narghilè”, nel caso, il sorriso mascalzone è un’aggravante.

Io questo lo so perché lo sa Tyler.