Citazione

giovedì 26 marzo 2009

Bestiarium #23


Tu prova a lasciarli liberi di indicare la propria nazionalità ed ecco cosa può uscire:

I
IALIANA
IATALIANA
IATALINA
IATLIANA
IITALIANA
IT
ITA
ITAALIANA
ITAIANA
ITAKIANA
ITALAIANA
ITALAINA
ITALANA
ITALANO
ITALIA
ITALIA
ITALIA\
ITALIAA
ITALIAMA
ITALIAN
ITALIANA
ITALIANA
ITALIANA
ITALIANA
ITALIANA
ITALIANA
ITALIANA
ITALIANA - AMERICANA
ITALIANA - SVIZZERA
ITALIANA ALBANESE
ITALIANA E DOMINICANA
ITALIANA E INGLESE
ITALIANA-AIRE
ITALIANA.
ITALIANA/AUSTRALIANA
ITALIANA/INGLESE
ITALIANA/TEDESCA
ITALIANA1
ITALIANAA
ITALIANAC
ITALIANAN
ITALIANE
ITALIANI
ITALIANIA
ITALIANNA
ITALIANO
ITALIANO
ITALIANO
ITALIAQNA
ITALIAZA
ITALILANA
ITALIN
ITALINA
ITALINANA
ITALLIANA
ITALO-ARGENTINA
ITALO-FRANCESE
ITALO-ROMENA
ITALO-SPAGNOLA
ITALO-SVIZZERA
ITALO/CANADESE
ITALOANA
ITALOINGLESE
ITALUANA
ITALY
ITLAIANA
ITLALIANA
ITLALIANA
ITLALINA
ITLIANA
ITRALIANA
ITSLIANA
IYALIANA

Più due codici fiscali.......

martedì 24 marzo 2009

la testa


Ieri ero per lavoro a Civitavecchia, chi non la conoscesse, sappia che è una città orrenda con l’unico pregio di avere il mare. Subito dopo pranzo ero, appunto, sugli scogli, quasi in riva al mare a godermi una giornata decisamente primaverile fatta di sole, temperatura perfetta e cielo azzurrissimo.

Davanti a me scogli, sassi e ciottoli oltre, ovviamente, al mare. Tutti i sassi e i ciottoli erano ricoperti da alghe verdissime, tutti tranne uno che da lontano sembrava completamente bianco. Aguzzo la vista, mi concentro, mi sembra che attorno a questo curioso sassone bianco dalla forma un po’ allungata ci fossero un sacco di mosche e moscerini.

Quel sasso sembrava proprio una testa, di mucca o di cavallo e in effetti quel candore era proprio color osso. Mi avvicino. Era una testa di vacca (o di cavallo, perdonate l’imprecisione, ma non è che avessi voglia di giocarci più di tanto) con ancora un po’ di carne attaccata buttata lì, fra i sassi a pochi metri dal mare.

Com’era arrivata lì? Perché? Da quanto? 

Mucca decapitata in mare? Avvertimento mafioso a pescatori e bagnati? Piraña a Civitavecchia?
Magari la prova che le ben note industrie del luogo non trattano propriamente petrolio?

Non saprei, la mia risposta è stata prima usare la testa di mucca come bersaglio per un allegro lancio di sassi e poi, frustrato dalla resistenza del teschio, partire alla volta di Tarquinia per proseguire con il lavoro della giornata.

mercoledì 18 marzo 2009

tecnologia canaglia #7


A casa ho tanti telecomandi, non fate finta di niente perché siete tutti nelle mi condizioni. Uno per il televisore, uno per il lettore dvd, uno per un decoder a caso, i telecomandi/joystik della wii, vari ed eventuali. Spesso mi sbaglio, ne uso uno al posto di un altro, questo magari questo a voi non capita a me invece si. Gente più sveglia di me ha pure comprato un telecomando universale da usare al posto di tutti gli altri, ma io mi fido poco. Fra l’altro in commercio ce ne sono alcuni davvero assurdi e che costano centinaia di euro, hanno lo schermo e sono giganteschi. Bah!

Di tutte queste trappolette, la mia preferita è quella del televisore. Grande, solido, funzionante e semplice da usare. Si, semplice, ci sono tanti tasti, ma ognuno ha una funzione ben chiara, descritta da un simpatico disegnino astratto sì ma non tanto da essere incomprensibile.

Discorso opposto per il telecomando del lettore DVD. L’infame attrezzo ha una forma banale, tasti gommosi (tipo quelli dello ZX Spectrum, per i trentenni che stanno leggendo) e con il vezzo di scolorirsi. Si, perché il genio che li ha progettati ha ben pensato di apporre il simbolo astratto rappresentate la funzione proprio sopra il tasto e di riempire letteralmente il telecomando di queste protuberanze gommose. Oltretutto i simboli sono per un 90% totalmente incomprensibili e premendo i tasti non succede nulla se non l’aumento del mio sgomento.

Il problema vero però è un altro: il telecomando ha una mentalità sua. Ogni tanto, per esempio, decide che i tasti con le frecce e il tasto “ok” non servono. Problema di batterie? Per niente, semplicemente freme di vedere il film, non gli interessano i sottotitoli, scegliere la scena o altre perdite di tempo, lui vuole solo vedere il film... non è un caso che l’unico tasto funzionante sia “play”. Per lo stesso motivo, quando non ne può più di un film decide automaticamente di spegnersi...

tu sei lì, che vuoi rivedere per la quinta volta di fila la scena dove Darth Vader dice “Luke, io sono tuo padre!” con Luke, appeso a una specie di colonna barocca futuribile e con l’espressione di chi non caca d un paio di settimane, che urla “Noooooooooo!”. Ecco, tu sei lì, vuoi rivedertela per goderti l’urlo pompato da tutte le tecnologie audio oggi a disposizione.... va indietro, vai troppo indietro, vai avanti veloce un pochino, poi premi play... e lui spegne tutto. Completamente. La sensazione è la stessa di quando hai una gran voglia di gelato, di un gusto in particolare, tipo puffo, cozze meringate o banana e catrama che prepara solo Quel gelataio che si trova a 10km di strada e tu prendi la macchina, ci arrivi davanti e scopri che è chiuso... magari per un motivo insulso, tipo “chiuso perché ho lasciato le chiavi a casa” o “torno subito dopo le ferie”. Insomma, la sensazione di mangiare un pugno di mosche.

A questo punto la beffa: il geniale progettista non ha dotato il telecomando di un pulsante per rimettere tutto in moto. Devi alzarti, pigiare su ‘on’ per poi scoprire che non puoi partire dall’ultima scena vista. Il dettaglio, secondo me sensazionale, è che il telecomando è comunque provvisto di un tasto ‘acceso/spento’ (diverso dal tasto ‘play’, intendo) che però serve solo per spegnere.

martedì 17 marzo 2009

watchman!


La realtà supera ancora una volta la fantasia.

"Essere un supereroe è il gesto più importante che si possa realizzare in un mondo arretrato come il nostro - ha spiegato -. Utilizzo le mie capacità salvando quel che resta da salvare e distruggendo quel che non rientra nel grande schema dell'equilibrio". Non l’ho letto da un fumetto, o meglio, si, è un fumetto da in carne ed ossa... non so come dirlo in modo serio... A parlare è nientepopò di meno che Entomo, l'uomo insetto, il primo vero supereroe italiano, anzi, napoletano. Non è un caso che la sua missione principale sia “Salvare il mondo dei napoletani”.

Entomo, ci tiene anche a farci sapere che

1. “non sono un mitomane”. E se lo dice lui....
2. “Pattuglio le strade della città di giorno e di notte”. Non dorme e non lavora, e questo è notevole, direi.
3. “Non sono un vigilante, non mi sostituisco alla legge”. E questo già ti fa presupporre che stia per arrivare la sparata...
4. “Fermo i piccoli crimini che posso fermare, altrimenti avverto anonimamente la polizia” . Ecco, immaginate Bat Man che chiama la polizia da una cabina del telefono.

Non finisce qui, come i Supereroi veri, quelli dei fumetti intendo, anche Entomo ha dei superpoteri. Qui non si scherza: “Come gli insetti posseggo riflessi incredibili, nonché alcuni talenti che la scienza tradizionale non può spiegare. So captare nelle persone sfumature psicologiche sconosciute ai più. Io chiamo questa facoltà ‘Parallelogramma’: nemmeno io la comprendo appieno”. 

Ma attenzione, Entomo ci fa anche sapere che “Io non amo la violenza gratuita e ingiustificata. Pratico il Krav Maga. Cerco di disarmare il nemico senza ferirlo. Molte volte ho affrontato dei teppisti basandomi sulla velocità. Generalmente desistono. Il costume gioca da diversivo”. Immaginate il mariuolo medio che si trova davanti Entomo col suo parallelogramma...

Ovviamente non finisce qui. Entomo non è solo, appartiene infatti al gruppo noto come Real Life Superhero (definito da alcuni come una sorta di Rotary della sicurezza), capeggiato da tale SuperBarrio Gomez (!) che coordina un gruppo di 200 (!!) eroi mascherati sparsi per il mondo (fatevi una bella cultura sul sito).

Ps. A chi si chiedesse cosa mai fosse il Krav Maga, è un’arte marziale dell’esercito israeliano...

mercoledì 11 marzo 2009

magie di paese


Domenica siamo andati a Volterra. Bella cittadina, un po’ isolata dal resto del mondo, ma davvero bellina, funestata magari da ciurme di motociclisti, ma poco male.

Si gira il paese e poi si cerca un posto dove prendere un caffettino e svuotare le ormai troppo cariche vesciche. Alle cinque di pomeriggio entriamo in un’osteria, l’Osteria La Pace. Chiediamo 2 caffè e un succo di frutta, l’uomo dietro al bancone ci prepara tutto e attacca bottone. Si parla della crisi, della Cina che si mangerà tutto, dei turisti che sono sempre meno, dell’allarmismo in televisione, della necessità di venirsi in contro fra esercenti e consumatori, dell’importanza del rapporto qualità prezzo, del cibo di qualità e delle assurde regole sanitarie che rendono (in teoria) impossibile servire cucina tradizionale come Dio comanda. Tutto questo mentre ci mostra i tesori custoditi all’interno del suo locale, come la cinta muraria Etrusca e la cisterna del 1400. Ci elenca anche le meraviglie che cucina in Osteria.

Nel frattempo s’è fatto tardi, gli chiedo quanto gli dobbiamo per i caffè, “nulla” risponde. Ribatto “Beh, almeno ci riceve a cena?” “Purtroppo siamo chiusi, riapriremo definitivamente dal 1° aprile... ora è bassa stagione e non ci conviene stare sempre aperti”.

In parole povere, c’è un debito d’onore che tre loschi figuri devono pagare.
Chi vuole venire a Volterra ad aprile?

Nota a margine: domenica era l’8 marzo e sono allergico alla mimosa. Yeah gente, yeah!

giovedì 5 marzo 2009

dischi


Beato te che scrivi di musica, mi hanno detto. Ma passate voi un paio d’ore ad ascoltare un disco brutto, dovendo poi tirare fuori un certo numero di righe in cui spiegate perché uno non dovrebbe spenderci tempo e denaro dietro.

Che poi, diciamocela tutta, le stroncature sono sempre facili e divertenti da scrivere. Questo disco è pura merda pressata oppure è la cosa più orribile che abbia sentito in vita mia o anche state alla larga da questo schifo, basta inserire fra un insulto e l’altro un paio di motivazioni che suonino sensate. La cosa peggiore sono i dischi né carne né pesce, quelli che non puoi definire brutti (perché, fidatevi, i dischi brutti sono DAVVERO brutti), ma nemmeno belli. I dischi inutili sono troppi, fra l’altro, sapete, quelli uguali a 1000 altri, quelli che ascolti e ti scordi cos’hai ascoltato, peggio, quelli che è già tanto se li senti perché da ascoltare c’è poco.

Poi ci si lamenta che la gente rubi i dischi su internet! Su 100 dischi 5 sono imperdibili, 15 sono indecenti, il resto è inutile.

Poi, mentre scrivi, sai già che farai incazzare qualcuno, per quanto un disco sia inutile o obbrobrioso ci sarà sempre almeno un mega fan, e il mega fan la prende sempre sul personale, come se gli insultassi la mamma. Mentre il semplice fan si chiude semplicemente dietro un muro di sdegno, il mega fan ci tiene a comunicarti quanto tu sia un merdaiolo totalmente privo di discernimento. Solitamente vieni tacciato di essere un quattordicenne che al massimo ha ascoltato i take that mentre comprava un paio di calzoni in un negozio alla moda, più raramente vieni minacciato di percosse e morte. Ancora meglio quando è l’ARTISTA stesso a comunicarti che sei uno stronzo, che non sta bene trattare così degli ARTISTI e che qui e che lì.

Perché tutto questo? Perché anche il lavoro più divertente e ganzo nasconde sempre qualche fregatura. Figurarsi un lavoro orrendo!