Citazione

martedì 27 dicembre 2011

Gorky Park (Martin Cruz Smith)

Gradevole poliziesco nonostante la versione Italia sia funestata da una traduzione da denuncia. Se siete in grado di ignorare l’eliminazione sistematica di tutti i congiuntivi, potete godervi di un bel noir atipico, con un ritmo mai troppo rapido e un’ambientazione da russia anni 80 che poi è il vero punto di forza non solo di Gorky Park ma di tutta la serie che ruota attorno all’ispettore Renko. Ovviamente parliamo di un libro da treno, di un buon libro da treno con una trama dagli sviluppi imprevedibili.

giovedì 22 dicembre 2011

tecnologia canaglia #11



viva voce e donne bioniche


E’ bello usare il telefono senza mani, col viva voce. Soprattutto in macchina. Il mio programmino per gestire le telefonate a mano libera è intelligentissimo. Premi il tasto sul volante e la simpatica voce della Donna Bionica ti dice subito:

“pronuncia un comando”
e tu rispondi prontamente
“chiama Cane Secco”
e lei, pignola, approfondisce:
“chiama Cane Secco al celllulare? A casa? Al lavoro? Dall’amante? Al circolo?”
e tu scegli e glielo dici, e lei chiama al numero che hai detto. Ovviamente assumendo che Cane Secco abbia più di un numero di telefono. Al contrario, lo avrebbe chiamato direttamente.
O ancora meglio! Puoi dirle proprio “chiama Cane Secco agli alcolisti anonimi” e lei ti ripete “chiamare Cane Secco agli alcolisti aninimi, confermi?” e rispondi “Sì” e lei chiama. Oppure rispondi “No” e lei ripete da capo “pronuncia un comando”. Certo, la Donna Bionica ha qualche problema con accenti e ritmo delle parole, e fa abbastanza ridere.

Il problema vero è che ogni tanto capisce male. “chiama casa” “chiama Zubinka Katakova. Confermi?” “No” “pronuncia comando”. “Chiama CASA!” “chiama Alvaro Gomez?” “vai a quel paese” “Consultare il manuale” “cagna maledetta!” “Pronuncia comando” “Muori” “consultare il manuale” “sparati in testa” “consultare il manuale”. 

Ultimamente poi tra noi le cose non vanno molto bene. “Pronuncia comando” “chiama casa” “chiama casa. Confermi?” “sì” “arrivederci” e morta lì. Allora ho provato a usare altre lingue. Confermi? Yes! Oui! Ja! Evet! Po! Etiam! Limortaccitua! ma, irrimediabilmente, la cara Donna Bionica ribatteva piccata con “arrivederci”. Offesa.

Poi, preso dallo sconforto, non so nemmeno io come, ho trovato un modo per spiazzarla. “Chiama casa” le ho intimato “Chiama casa. Confermi?” “Casa!” “Chiamata in corso” Fregata! Ho anche riprovato “Chiama Ganimede Catorfio al citofono spaziale” “Chiamare Ganimede Catrofio al citofono spaziale?” “CITFONO SPAZIALE!” “Chiamata in corso” E dopo un paio di giornate così, ora si accontenta nuovamente che le risponda “Sì”.

Valle a capire le donne bioniche!

mercoledì 21 dicembre 2011

MoRkObOt - Morbo



Morkobot è una creatura proveniente da un altro mondo. Morkobot è ciò che rimane del Voivod dopo una serie ripetuta di rapporti contro natura con Meshuggah. Morkobot è la colonna sonora dell’apocalisse nucleare, non prima, non dopo, durante. Morkobot è una passata di carta vetrata a grana media sul cervello. Morkobot è l’allucinazione di un pirata galattico di Saturno che insegue, picchia, fa a pezzi e poi mangia delle suore venusiane. Morkobot è il martello pneumatico che distrugge le fondamenta della terra.

Morkobot è due bassi distorti più una batteria, lanciati in un delirio strumentale post tante cose ma soprattutto pre tante altre. 

Distorsione, potenza, ossessione, allucinazione, male che ti corrode dentro, terremoto cerebrale.

Per chi ama l'estremo. Per chi ama gli esperimenti pericolosi. Per i masochisti. Per chi pensa di non avere paura di niente.

martedì 13 dicembre 2011

magnoni



Una persona molto stupida mi ha illuminato un post cena altrimenti grigio. La Molto Stupida non si definisce colta ma “abbastanza acculturata”, MS non dice di sé di essere intelligente "perché essere intelligenti è brutto". Ammiriamone almeno la sincerità.


EmmeEsse è poi decollata in una tiritera su questi politici magnoni che non si accontentano mai, che vogliono sempre di più, di più e di più.

Io – dice – mi accontenterei di avere la casa.
E una al mare.
E ovviamente una casa in montagna.
E la piscina. E poi la cuoca e le filippine.
Una macchina figa e potermi comprarmi tutti i vestiti che voglio. 

Poi ha fatto una pausa e per un momento ho sperato fosse tutto studiato, con un giusto tempismo comico, per chiudere il tutto con una battuta, tipo “ovviamente poi entrerei in politica per diventare una magnona professionista, ahahahah”. Povero illuso.

Ovviamente - ha aggiunto Emme Esse - la baby sitter e poi devo poter viaggiare!

Ecco. Loro, quegli altri, sono i papponi che non si accontentano. Loro, i pretenziosi figli di un cane avido, vogliono prosciugare le già provate mammelle della decenza. Non Emme Esse.

Today, music! #96


Fabrizio Coppola - La Stupidità





lunedì 12 dicembre 2011

imprevisto

Ti stai già godendo il ponte. Hai la bava alla bocca. Poi che succede? Arriva l’ospite imbucato. Anzi. Sono tre.

Che poi, a pensarci bene, la visita a sorpresa di altri soggetti sarebbe stata ben gradita. Invece no. Arrivano gli altri. Persone sbagliate al momento sbagliato ma soprattutto nel modo sbagliato. Di traverso. Che modo è? Siete a Roma? Allora ci fermiamo a dormire. Sul letto di chiodi, vi faccio dormire! Grrrrrrrrrr 

I personaggi in questione, hanno anche cercato di imbucarsi per pranzo. Oltre ad aver fatto man bassa di "cosumabili per infanti". 

Non che normalmente ci faccia caso o m'interessi, ma è bene far presente che no, non hanno bussato con i piedi.

giovedì 1 dicembre 2011

Tempus fugit di bruttus


Continua il periodo di superlavoro. Ti impegni che poi ti guardi alle spalle e non ti ricordi come hanno fatto le pagine del calendario a scorrere a quel modo. Come quanto lotti contro il sonno davanti a un film, in un battito d’occhi scorrono decine, centinaia e migliaia di fotogrammi, preziosi minuti e preziose decine di minuti di scene che perdi e non te ne rendi conto, per te era solo un battito di ciglia ma lì, dentro lo schermo, gente è morta, si è amata, è partita, ha cambiato vita o semplicemente casa e vestiti.

La mia vita è così. E non è così da ora, ma da qualche pagina di calendario fa. I miei amici lo sanno. C’è chi mi dà per disperso, chi nonostante tutto c’ha rinunciato ma ancora mi vuole bene, chi non mi vuole niente e chi si strugge perché nella mia stessa identica situazione ma convinto di essere lui il cattivo. Invece no, siamo tutti cattivi. Ma basta non farlo di proposito, in fondo.

E poi si profilano tempi cupi. Monti o non monti. Euro o non euro. Il futuro, quello vicino e quello medio, mi appare a tinte cupe. Ma ci sta, dopo un paio d’anni in cui tutto ha girato per il verso giusto, in cui tutto ha funzionato, in cui lo spazio che occupo sulla ruota che gira è rimasto ben fuori del fango. Mi piace pensare di aver acquisito, durante l’estate, pazienza e saggezza in misura tale da riuscire ad affrontare il lungo inverno che si profila a partire da ieri. Ieri nel tempo così come lo percepisco ora, potrebbe essere ieri ieri, o magari 2 mesi fa. Non so. So a malapena che giorno sia oggi solo perché è scaduta l’assicurazione.

E ovviamente Rumenta risente di tutto questo. Non che questo renda difficile al mondo di girare, sia chiaro. Fra le cose che mi piacerebbe avere, al momento, è quel po’ di tranquillità necessaria per lasciare andare la mente e quel po’ di tempo che serve poi per aver voglia di per trascrivere il tutto, oltre alla lucidità per ricordarmene, ovviamente.