Citazione

lunedì 7 novembre 2016

LA RAZIONALITA' DEL COCCODRILLO #24

Confronto
di orgoglio e coccodrilli

“Sveltina in macchina?”
“Cosa?”
“Sveltina in macchina. Sai, calzoni mezzi calati, le chiappe in mostra dal vetro davanti, lei che si lamenta perché ha un poggiatesta in una costola ma tu prendi il tutto come un inno alla tua maschia potenza…”
“Definizione di un cruciverba?”
“No, farina del mio sacco e non stai rispondendo”
“No”
“Cioè? Non è farina del mio sacco? Ti ho picchiato per molto meno”
“Non mi hai mai picchiato”
“Forse una volta. Ma non stai rispondendo”
“No”
“Non vuoi rispondere?”
“Niente sveltina”
“Cioè? Tu in 48 minuti sei uscito, sei arrivato oltre le colonne d’Ercole, ti sei fatto una comoda scopata come Dio comanda, sei tornato indietro e hai pure parcheggiato? Lo sai che sotto i 10 secondi può essere un problema?”
“Secondo me tu sei stato adottato”
“Me lo diceva anche mamma!”
“Ho trovato posto subito e non c’era traffico. E non abbiamo fatto niente”
“Giochi di mano?”
“Giochi da villano”
“Coglione”
“Ehehehe! No, niente di niente”
“Limonato prepotente?”
“No”
“Lingua in bocca e mano su una tetta?”
“No”
“Sei una delusione”
“Me lo diceva anche papà”
“Devi darmi delle spiegazioni”
“Ti fidi di me?”
“No”
“A posto”
“Dai, cazzo, cosa è successo? Che ci faceva Caterina a casa nostra? Che ci faceva Caterina con te? E dov’è l’Idiota?”
“Andiamo per gradi. Sai come la penso su di lei”
“Appunto”
“È incasinata. Sta con l’uomo merda e fa finta di non saperlo. Sai, quelle questioni di orgoglio, tipo il Senegalese con cui parlammo quest’estate”
“Quello che all’umiliazione di tornare a casa preferiva vivere da mendicante qui scrivendo lettere ai genitori in cui millantava una posizione sociale invidiabile?”
“Esatto”
“Quindi è solo una questione di orgoglio personale?”
“Più o meno, sarebbe ammettere col mondo di aver sbagliato”
“Vabbè, dai, non ci sta col cervello”
“Sbagliamo tutti, eh!”
“No, cazzo, io posso sbagliarmi e mettere poco sale nella pasta, non a condividere il letto con l’Idiota…”
“Devo ricordarti Viola?”
“...colpito e affondato”
“Ecco. Quanto c’hai messo a lasciarla?”
“Beh, un pochino”
“Nib!”
“Forse un po' di più...”
“Comunque troppo. E mi pare che lei sia in una situazione simile. Sta con un imbecille, ma in fondo ha delle qualità, potrebbe lasciarlo, ma lui ci starebbe male e poi perché lasciarlo o per chi? Magari non andrebbe bene lo stesso e bla bla bla”
“Mi sa che la fai troppo complicata. Secondo me il punto è che non sai mai se è colpa tua o colpa sua”
“Dici?”
“Sì. Per quanto ce la raccontiamo, nessuno ha la coscienza pulita alla fine. Sensi di colpa, mancanze, rimorsi, rimpianti. Cose fatte male. Cose che si potevano fare meglio… sai, questa roba qui”
“Ti preferivo quando facevi l’imbecille”
“Dai, ogni tanto fammi fare il fratello maggiore. Anche se non ho ancora capito cos’hai intenzione di fare”
“Io ancora niente”
“Bella strategia!”
“Faccio il coccodrillo”
“Piangi?”
“no, resto fermo”
“Utile”
“Sto fermo. A bocca aperta. Faccio finta di vedere il mondo che passa senza curarmene aspettando il momento in cui il destino mi confonderà con lo sfondo, si dimenticherà di me, mi sottovaluterà e mi darà le spalle”
“E poi?”
“A quel punto scatto e mordo quello che trovo. Poi succeda quel che deve succedere”
“Non ti capisco, io le chiederei di scegliere”
“Io no”
“Capisco perché di donne in quella stanza ne passino poche”
“Non credere che non lo vorrei. Ma alla fine cosa otterrei? Dico, anche se venisse con me, non potrebbe restare coi dubbi? Mi piacerebbe altro. Mi piacerebbe che la scelta se la meditasse per bene. Non la voglio influenzare. Non penso che Caterina si meriti il pressing, la pressione, l’obbligo di scelta al buio”
“mi pare una cazzata”
“mettila così, una che cambia uomo dall'oggi al domani, dietro richiesta, ti ispirerebbe fiducia?”
“Intanto me la darebbe!”
“Dai, imbecille! Dico sul serio”
“Beh, che ne so, fai domande complicate”
“Domande complicate per gente complicata. Caterina è complicata”
“Bah! In fondo la conosci più te di me. Non ti capisco, ma mi adeguo. Ma nella pratica?”
“Nella pratica esattamente come prima”.

CAPITOLO 25

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