Citazione

martedì 29 marzo 2011

questioni lessicali


L’Italia non è stata fatta partecipare alla (video) conferenza fra Inghilterra, Francia, Germania e USA sulla guerra in Libia. Frattini ha detto che non è uno smacco. Ha ragione. È un’onta.

Bocchino invece ha datto della cornuta alla moglie. In diretta tv. Però le ha chiesto pure scusa.

Per tutta risposta, la Carfagna, in un video messaggio (che fino all'altro ieri era un vezzo di Bin Laden) ha dichiarato di amare mezzaRoma.

Onta su onta.

E poi c'è pure quell'altro fenomeno, quello basso con la moquette usata in testa. Ad applaudirlo c'erano quattro gatti. E ti credo, quseta volta pagava solo 20 euro, più un panino e una bibita. Il pulciaro.

lunedì 28 marzo 2011

sui nani della domenica


Vi hanno raccontato che i nani sono sette. La realtà è molto diversa, si contano un centianio di nani e ho le prove.

Questo, in sostanza, sono i nani della domenica. Nani perché sono nani, della domenica perché cercerò di caricarli ogni domenica, vita permettendo.

Chi mi conosce, forse, sa che la serializzazione dei nani è stato da sempre un mio pallino. Se non lo sa o non mi conosce o mi sono sempre scordato di farglielo sapere.

Comunque, questa che pubblicherò è la serie più recente (circa un anno fa) di schizzi, fatti in tutta fretta, su un blocco, durante un pesantissimo corso che non ricordo nemmeno su cosa fosse.

giovedì 17 marzo 2011

Italia unita?


Italia unita? Insomma. Però festeggiamola lo stesso, che male non farà. In fondo lo stiamo facendo, lo facciamo tutti i giorni, parlandone a favore o contro tutti con lo stesso linguaggio.

Magari questa giornata servirà a ridimensionare il mito della fondazione di cui siamo succubi, servirà a raccontarci una storia diversa, più giusta benché più amara, che serva a comprendere le differenze, ad interiorizzare i rancori e, speriamo, a superarli. Nel frattempo, iniziare a destituire da ogni carica pubblica quegli individui che non omaggiano (come la loro carica impone) i simboli nazionali sarebbe un buon inizio.

Buona festa. 

Ci risentiamo fra altri 50 anni, sperando di raccontare una storia diversa, migliore.

mercoledì 16 marzo 2011

Vergogna e Rivoluzione


L’occidente, depositario della democrazia e della giustizia, ha voltato le spalle ai ribelli libici. Nessun intervento militare a loro sostegno e nemmeno la no-fly-zone promessa. Gheddy fa paura e probabilmente fanno ancora più paura gli scheletri altrui che il rais conserva nella sua cassapanca. Uno di quei segreti si chiama Ustica e Ustica vuol dire volatili per diabetici almeno per l’Italia, per gli Stati Uniti. Chissà cos’altro c’è, dentro quegli armadi...

Per un misto di viltà e vantaggi economici, l’occidente ha perso una delle maggiori occasioni per avvicinarsi e riconciliarsi con il mondo arabo. Ha perso un’occasione enorme per lanciare un messaggio nuovo, diverso, per avviare una cooperazione, per iniziare a cancellare quel reciproco sospetto che negli ultimi anni a fatto da volano dell’odio. 

Soprattutto ha lasciato un popolo intero nelle mani del boia.

Io mi vergogno.

lunedì 14 marzo 2011

Non tutti sanno che... #6


Tutti sanno del venerdì pesce, alcuni sanno del giovedì gnocchi, una manciata di gente arriva pure al sabato trippa e poi ci si ferma. Che è questa roba? Il menù della tipica osteria romana dei tempi che furono. Ogni giorno della settimana un piatto stabilito, con una logica di fondo.

  • Lunedì. Il primo giorno della settimana si mangiano brodo e bollito.
  • Martedì. Polpette. Questo è un colpo di genio, le polpette erano ovviamente polpette di lesso, fatte con l’avanzo del bollito.
  • Mercoledì. Frattaglie e coda. Il mercoledì (e il sabato) erano i giorni in cui venivano macellati i bovini. I ricchi si prendevano i tagli migliori, ai poveri spettavano gli avanzi, i tagli meno pregiati (vedi il bollito) e le interiora (animelle, trippa, coda, coratelle, rognoni, ...).
  • Giovedì. Gnocchi. Gnocchi di semolino, perché ci si doveva preparare al giorno seguente.
  • Venerdì. Pesce. Nello specifico baccalà, di solito accompagnato con i ceci. Tutt’oggi nei mercati romani, il venerdì, si trovano banchi che vendono “baccalà e ceci ammollati” (ovvero già messi in ammollo e pronti da cuocere). Perché il pesce? Perché il venerdì si mangia di magro.
  • Sabato. Trippa. Finalmente un piatto ricco, pesante, da festa. Perché la trippa? Vedi al mercoledì.
  • Domenica. Beh, la domenica le osterie erano chiuse. Si mangiava a casa quel poco che c’era. E quindi si capisce perché il lunedì si ripartiva dal bollito (avanzato dalla macellazione del sabato e cotto a lungo).


E poi... poi m’è venuta fame. Ciao.

giovedì 3 marzo 2011

ragguardevoli c@$$! miei


Non so perché, forse è l’età o ispirato da qualche articolo di basso livello, ma recentemente mi è capitato di riflettere su alcuni istanti della mia vita. Nello specifico quale fosse il momento più emozionante, così da essere preparato nel caso qualcuno me lo chiedesse a bruciapelo. Non pensavo sarebbe stato così facile identificarlo, eppure è stato così. È stata la prima ecografia.

Che poi, in realtà, è stata la seconda, ma dire “la prima ecografia” fa un sacco più impressione.
Infatti, nella vera prima ecografia si vedeva solo la “casetta”. Una specie di polaroid con punti bianchi e neri, senza alcuna forma comprensibile. Almeno, io non c’ho capito niente.

La seconda invece è stata una botta. Memore dell’esperienza precedente, mi aspettavo di intravedere una sorta di girino spaziale, una virgola con un testone tondo da un lato e al più quattro bitorzoli a mo di arti appena accennati. E invece no, ho visto un omino. Intero. Con tutti i pezzi. Fatto tipo me ma più piccolo. Le manine con le ditine, i piedini, la testa, braccine e gambine lunghi. E si muoveva. Ecco. L’impressione più forte me l’ha data vederne il movimento.

Fate mente locale, avete in mente un girino e vedete un omino. È come quando una vostra amica vi presenta una sua amica che un terzo personaggio vi ha già detto essere una cozza colossale. Ve ne state lì, scazzati, cercando di escogitare un modo per mettere più distanze possibili fra voi e questo scaldabagno immaginario. E poi scoprite che non è solo una patata incommensurabile ma anche una persona interessante e simpatica. Ecco. Questo vi dà l’idea della sorpresa. Per l’emozione invece ho più difficoltà a trovare metafore...