Citazione

martedì 23 dicembre 2008

il genio


Quando c’è il talento c’è poco da fare. Ho tanto criticato Alè Manno, ma invece devo ricredermi e scusarmi. Alè Manno è un genio amorevole. Siamo in un periodo di crisi che ancora non ha mostrato il suo aspetto peggiore, ma c’è il Natale... la gente, si sa, è un gregge ottuso che obbedisce alla leggi della consuetudine adeguandosi ai movimenti del gruppo. Alè Manno, da bravo pastore... anzi... da bravo e responsabile padre di tutta la città cosa fa? 

Non fa come un comunista, lui. Niente chiacchiere, discorsi noiosi e infiniti, con numeri conti, inviti alla morigeratezza, inviti a tirare la cinghia, inviti al risparmio! Alè Manno è uomo d’azione e padre responsabile, sa che non c’è tempo per educare, sa che noi poveri infanti ci faremmo beffe di lui per poi farci male e piangere. A lui non interessa sentirsi dire avevi ragione babbo Alè, perché lo faremmo di sicuro con un giorno di ritardo. Il partito del fare! No chiacchiere, botte (nell’accezione positiva del termine, suvvia).

E quindi che fa il padre pastore?

Semplicemente ci impedisce sottilmente di farci del male da soli. E come? Con una serie di lavori di manutenzione stradale atti a bloccare importanti vie di scorrimento. Il risultato è il chaos. Se c’è troppo traffico non si esce e se ci si prova si resta lì. Ecco quindi che si potano gli alberi (sotto natale), che si ritinteggiano le strisce pedonali (sotto natale), che si rifanno i marciapiedi da un latro e dall’altro della strada, contemporaneamente (sotto natale).

Io credevo che questa fosse esclusivamente deficienza, invece dietro c’è un piano ragionato, una vera scienza che ha l’amore come scintilla e il nostro bene ultimo come scopo.

Consumeremo galloni di benzina, ma ai malvagi negozi non arriveremo mai. Il nostro portafoglio è salvo (chè il carburante costa meno) e, in più, il regalo di Natale più bello: gli alberi potati per il 27 dicembre! Grazie Alè Manno, grazie.

venerdì 19 dicembre 2008

sul cattivo gusto


Per la tradizione popolare lo zingaro è il tamarro per eccellenza, il re del cattivo gusto. È anche noto che noi Italiani raramente siamo secondi a qualcuno, in questo caso l’esempio arriva dall’alto, dal tecnicamente immortale in persona:

Babbo Natale è arrivato con anticipo in casa Berlusconi. I nipotini del Presidente del Consiglio hanno così già ricevuto lo speciale regalo che il nonno ha ideato su misura per loro.
Il pupazzo di Superman col volto del premier ha entusiasmato i piccoli che si sono sfidati a chi, per primo, riesce ad imitare le imprese dell'amato nonno.
(l’articolo completo è qui, con un grazie a Renato)

Non so voi, ma io non so come commentare. Ammetto di aver riso e manco poco.........
Attendo il giorno in cui regalerà al papa un’effige di Cristo con il suo faccione ridanciano.

Buon Natale, per ora.

giovedì 18 dicembre 2008

babbo rumenta


Dovevo adempiere ai miei doveri di zio. Bene. Mia nipote è nella fase “delfini”... ovvero come regalo va benissimo qualsiasi cosa sia fatta a forma o contenga disegni di delfini.

Sembrava tutto facile, coordinate chiare: bambina di quattro anni e delfini. Dov’è il difficile? Il difficile è che il delfino pare non andare proprio di moda. Mi era venuto in mente di comprare un libro illustrato sui delfini, sapete, quei libroni tutti colorati con disegni o foto e testi semplici semplici scritti grandissimi. Ho trovato di tutto... fatine, orsetti, cagnolini, mici ma anche leoni, elefanti, piovre, cetacei volpi, topi, cetacei di ogni tipo, forma e dimensione esclusi i delfini. Secondo gli scienziati dell’infanzia il delfino non è adatto a titillare la fantasia dei bimbi. Poldo il Polpo va bene, Dino il Delfino no, giammai!

Allora ho cambiato bersaglio. Un gioco di intelligenza, un puzzle o qualcosa così con soggetto uno o più delfini. Un fallimento su tutta la linea. Niente di niente.

Ripiego sui pupazzi, tenuti come ultima chance perché la piccola è già la fortunata proprietaria di un delfino di pezza (il suo pupazzo preferito). Trovo i soliti pesci di gomma che fanno la gioia dei bambini dagli anni 70... un bustone con una megattera, un delfino, un paio di pesci cane, un pesce martello, una manta... mi suona squallido. Vado a vedere i peluche... la trudy fa i delfini, li fa orrendi, sembrano degli infelici delfini down, con striature azzurre, blue, gialline e soprattutto pelosissimi. Il delfino freak. Ok, è un peluche, e deve essere morbido e coccoloso. Intuisco anche il dramma psicologico di uno a cui dicono “bisogna fare un pupazzo di un animale acquatico, liscio e sguiscido” “lo facciamo in gomma?” “No, morbida peluche lavabile” “...”.

Per fortuna, da un banco, ecco spuntare un delfino di peluche del colore giusto, con un pelo cortissimo e fitto così da non dare l’effetto pelliccia e di dimensioni discrete. Già, perché al riguardo ho una teoria: la bellezza di un peluche è direttamente proporzionale alle sue dimensioni.

Il mio animale di pezza preferito era un elefante, Giumbo (convinto che così si chiamasse anche il proboscidato protagonista del celeberrimo cartone). Fra le cause del suoi successo c’era la stazza: era più grosso di me. Non che ci volesse tanto, visto che ero un tappo... ma fra i 4 e i 6 anni (perdonatemi se non ricordo precisamente) gli passavo le magliette e tanto bastava. E poi era almeno due volte più grande (se non addirittura 3 o 4) degli altri!

Per cui sono sicuro che il mezzo metro di delfino farà il suo figurone!

mercoledì 17 dicembre 2008

pirati!



Capitan Harlock si dichiara soddisfatto. "Finalmente niente più discriminazioni per noi pirati dello spazio" ha dichiarato il celebre filibustiere a Radio Antares.

martedì 16 dicembre 2008

etiolometro


Chi dorme non piglia pesci...

e chi non piglia pesci non beve...

e chi beve non guida...

e chi guida non dorme...

e... ok, la smetto. Però dovrebbero smetterla pure loro, eh!

Cioè, si continua a parlare di inasprire le pene, di abbassare i limiti di tolleranza e bla bla bla. Ma se non si fanno i controlli che cambia?

Siamo fatti così, noi. O ci controlli tutti i giorni o le cose non le capiamo. Perché quei 99 giorni da leone valgono bene i 6 mesi senza patente di quella maledetta serata in cui i vigili ti fermano.

A me fermano spesso. Soprattutto l’inverno, quando guido ingrugnato con lo zuccotto e la sciarpa in macchina. Pensano che abbia rubato l’auto... patente e libretto, mi chiedono. Poi mi rapiscono i documento e vanno a confabulare dietro la macchina.

“guarda che faccia da pirla!”
“ahahahahah”
“shht! Non ridere così forte che ti sente!”
“eheh come gli hai detto? Signore... eheheh... controlliamo i suoi dati nell’archivio! Ehehehe!”
“Oh, a sta panzana ci credono tutti!”
“ahahah”

Solo una volta, uno zelante carabiniere, mentre il compare mi puntava un mitra al finestrino, ha anche voluto controllare che fossi in regola con revisione, assicurazione e bollino blu. Mi ha anche fatto il saluto militare!

Ma l’etilometro? Mai. Né dentro, né fuori le mura. Va bene che da queste parti l’alcol non è una piaga sociale quanto la cocaina però un minimo di controlli...

Però mi abbassano la soglia di tolleranza. Così, magari il giorno in cui al poliziotto viene l’idea di infilarmi la canna dell’etilometro in bocca, mi ritirano la patente e mi frustano... e io avevo solo mangiato due mon chery.

E per chi guida sotto coca, invece? In parlamento e con l’autista?

giovedì 11 dicembre 2008

figure retoriche


Ieri sono andato all’auditorium a vedere Giovanni Sollima. L’evento musicale è stato di primissimo livello, semmai ne racconterò qualcosa più avanti. Vorrei parlare invece della gente. Sono entrato prima di tutti, mi siedo e attendo, attorno a me solo tecnici indaffarati e il responsabile dell’ufficio stampa. Mi era stato riservato un buon posto, centralissimo. A un certo punto inizia ad arrivare il pubblico... ecco... e io sono rimasto un po’ colpito.

Ora, ammetto di essere un maledetto classista, ammetto pure di essere avvezzo e tutt’altro tipo di audience. Di solito bazzico fra i rockettari, gente direi normale che va ai concerti per il gusto della musica. Ieri ho visto un pubblico di persone strane che provo a raggruppare in alcune categorie:

Il vecchio cacone. Uomo anziano col cerone, con l’aria di chi si sente in cima alla catena alimentare, talmente ricco e arrivato da permettersi di andare al bagno per interposta persona. Quelli che, a guardarli, diresti che l’attività più volgare che si possono concedere è leggere il giornale. Ovviamente non ha la minima idea di cosa stia facendo, sa solo che il suo status gli impone di esserci e di snocciolare frasi fatte.

La vecchia rifatta. Detta anche “liceo museo”, la VR è quell’essere che di spalle (o a più di 50 metri di distanza) sembra un tronco di patata quindicenne. Quando la vedi davanti (o a distanza ravvicinata) preghi che si rigiri (o si allontani) velocemente. Elementi caratteristici della VR sono i dettagli: tipo capelli nerissimi con una vistosa e studiata frezza bianca. Anelli cardinalizi. Collane simili a gioghi per i buoi. La VR non parla, annuisce.

Il radical chic. Aristrocartico, colto, democratico, intellettuale. Il radical è fastidioso, lo riconosci dall’abbigliamento informale ma studiatissimo fin nei dettagli, dal vocabolario iper forbito e dalla totale assenza nel suo lessico di termini che si riferiscono alla cacca e al sesso. Nonostante questo, nonostante l’erre moscia, nonostante assomigli a un lord inglese, nei suoi discorsi fa spesso capire di sentirsi molto vicino ai senzatetto, agli zingari, agli operai. Si trova lì proprio per testimoniare la sua profonda vicinanza al volgo.

La compagnozza. Si trova lì perché è un sacco figo. Per mascherarsi si atteggia da Radical. Non esistendo compagnozzi, le appartenenti a questa categoria si muovo in branchi omosessuali a volte accompagnate da un radical chic o un leccaculo (vedi più avanti). Più raramente al seguito di un vecchio cacone o di una vecchia rifatta.

Il leccaculo. Personaggi sordidi che si aggirano per platee e tribune salutando tutti, stringendo la mano ai vip e passando il tempo indicando i propri amici (solitamente altri leccaculo, radical chic, compagnozze e vecchie rifatte) questa o quella celebrità. Spesso si baloccano raccontando aneddoti incredibili di quando hanno stretto la mano a Gandhi in una riunione del G5 in Turkmenistan.

Il ragazzo normale. Curiosamente al 90% è Francese o Tedesco.

L’imbucato. Spessissimo viene scambiato per un ragazzo normale. È quasi sempre solo e, una volta iniziato lo spettacolo, inizierà a muoversi nervosamente sulla sedia, cambiando posizione, accavallando le gambe, dando evidenti segni di insofferenza. Alla fine dello spettacolo la loro espressione è stravolta. Spesso sono gli ultimi ad arrivare e primi a fuggire.

I cyborg. I vecchi caconi e le vecchie rifatte a volte possono evolvere oltre la soglia dell’umano divenendo veri e propri oggetti inanimati. Trattandosi di “cose” e non più “persone” non ne parlerò oltre. Sappiate solo che sono più grotteschi che brutti... a volte.

I vecchi tartaruga. Sono quei vecchio caconi che non sono riusciti ad evolvere in cyborg. Diventano curvi e rugosi e facile preda dei leccaculo.

giovedì 4 dicembre 2008

peccati


Il vaticano contro la depenalizzazione dell'omosessualità e la convenzione sui diritti dei disabili.

Il motivo del secondo no è perché volevano una condanna dell'aborto. Per la serie o tutto il cucuzzaro o niente. Sulla prima questione le motivazioni sono veramente incredibili... depenalizzando l'omosessualità (che in alcuni Paesi è punita con la morte) si creerebbero nuove discriminazioni.

Forse è solo un modo subdolo per contrastare il calo delle vocazioni o semplicemente perché a fare le cose contro la legge c'è più gusto. Onestamente però da una parte vedo questo insistere a demonizzare gli omosessuali e dall'altro il solito fare accondiscendente verso gli associati che s'intrattengono con minorenni. E se per voi non è accondiscendenza nasconderli, ditemi cosa lo è.

E tutto questo è male, perché proprio la struttura che da secoli, con luci e ombre (forse più ombre che luci... ma sbagliare è umano), dovrebbe aiutare l'uomo a non abrutirsi è corresponsabile dell'imbarbarimento contemporaneo.

Proprio la struttura che dovrebbe invitare i propri iscritti a indignarsi contro una classe politica di fannulloni corrotti preferisce concentrarsi discriminando chi lo è già. Stai a vedere che diventerà peccato pure essere negro. O abbronzato.

mercoledì 3 dicembre 2008

Campagna a favore dell’emigrazione di sostanza organica anfibia


Me ne vado da questo Paese di merda!

L’ho sentito dire un sacco di volte, ma tante. In Italia non c’è spazio, in Italia non c’è lavoro, non ci sono opportunità, non si cresce, è un paese vecchio, qui vanno avanti solo i furbi e gli amici degli amici, non c’è meritocrazia, paese di ladri e lobotomizzati. Italia merda! Qui non funziona un cazzo!

Io sarò campanilista, scemo, ottuso, ma queste sono chiacchiere. Si, ok, siamo furbetti, con una burocrazia allucinante e una manica di ladri al governo. Non è certo gridare “paese di merda me ne vado” che rende migliori le cose, né noi stessi. Anche perché e facile andare a fare i Tedeschi in Germania quando qui sei solo un Italiano come tutti.

Intendo dire, la stragrande maggioranza di chi m’ha detto “me ne vado da questa fogna che non mi dà opportunità perché ci sono i furbi e i ladri” era gente che non pagava il biglietto sull’autobus (perché tanto non ti controllano), era gente che l’impiccetto con l’assicurazione l’aveva fatto (c’ho comprato il computer nuovo), che ha portato in assistenza il videregistratore dicendo “improvvisamente ha smesso di funzionare” e non “mi è caduto nella vasca da bagno”, che non chiede la ricevuta al dentista, al pizzicagnolo, dal pizzaiolo, al barista, che si telefona da solo dal fisso dell’ufficio e si ricarica il cellulare, che non fa la raccolta differenziata, che entra con la macchina in centro e per non pagare la sosta si ferma sulle strisce.

Non sono queste le ruberie gravi. Sbagliato, sono solo il massimo che alcuni di noi si possono permettere. All’aumentare delle possibilità si ruba di più e peggio. Lo sfigato passa col rosso, quello meno sfigato fa ricorso contro tutte le sue multe ben sapendo che così non le dovrà mai pagare, quello ancora meno sfigato se la fa togliere direttamente. A quello ancora sopra basta dire “ha letto il nome sul documento?” e chi è in cima alla catena alimentare non si pone nemmeno il problema.

Questo è il fatto. Previti, D’Alema e Ricucci fanno quello che farebbe quasi ogni Italiano se fosse al loro posto, ovvero farsi esclusivamente i cazzi propri. QUASI ogni Italiano, per fortuna. Ed è solo se uno fa parte di quel “quasi” che può permettersi di dire “vado via da questo paese di stronzi!”. Tutti gli altri sono proprio gli stronzi che magari se ne andassero...

lunedì 1 dicembre 2008

profezia


Entro 5 anni dite che il figlio di Bossi non ce lo ritroviamo in parlamento?
Secondo me, se continua così, vince qualche premio.... non è da tutti essere segati per 3 volte all’esame di maturità. Può farcela.

giovedì 27 novembre 2008

Bestiarium #20


In questo caso è nel bestiarium solo per la singolarità della richiesta, il tipo è educato, gentile e scrive in italiano...

Spett.le Società 

lo scrivente è un collezionista di qualsiasi gadget di enti ed aziende che operano nel mercato italiano, con cui sono riuscito ad avere una collezione abbastanza enorme e varia di materiale che espongo nelle varie fiere e mostre del settore. 

Vorrei sapere se è possibile ricevere al mio indirizzo qualsiasi Vostro gadget pubblicitario quale nastro da collo, penna accendino etc o qualsiasi altro tipo di materiale recante il vostro logo marchio e scritta, in quanto ne ho visti alcuni in giro e non sono riuscito ad averli e reperirli perchè usati e/o rotti. 

Li ho ritenuti molto interessanti sia per la mia collezione e sia dal punto estetico, e mi hanno consigliato di rivolgermi direttamente a voi per riceverli, sempre se possibile e se non reco alcun disturbo, anche perchè della Vostra Società non possiedo alcun gadget al di fuori di qualche penna usata ed inoltre questa inusuale e insolita richiesta potrebbe essere per voi una piccola fonte di pubblicità che non vi reca alcun onere, in quanto quando espongo nelle fiere del settore accanto ai gadget vengono messi in evidenza le caratteristiche e la cortesia della società avuta nei miei confronti. 

Certo di un esito favorevole alla mia inusuale e strana richiesta porgo distinti saluti.

martedì 25 novembre 2008

arranca meccanica


Si annoiavano e hanno dato fuoco a un barbone. Nei giorni passati gli avevano tirato sassi e petardi sempre per diletto, ovviamente.

Come ha commentato un ragazzo di mia conoscenza, la crisi economica non è il problema principale che dobbiamo affrontare.

... e in tutto questo la Carlucci si lamenta che il suo stipendio da parlamentare è troppo basso perché c’ha un sacco di spese! 

C’è un legame fra le due cose? Di sicuro in comune c’è un imbarbarimento a livello etico, civile e umano che non può passare troppo inosservato. Mi sento un po’ un vecchio catarroso, di quelli che guardano gli operai al lavoro e commentano col vicino “stanno a rispacca’ tutto!” e ciarlano di un’epoca in cui i treni arrivavano in orario. 

Aspettate un momento, pensateci, questi vecchi si sono fatti un paio di guerre mondali e rimpiangono i treni puntuali. Bombe e treni puntuali. Il primo che mi dice che se stava mejo quanno che se stava peggio lo affogo nella benzina verde, non bado a spese!

martedì 18 novembre 2008

L'importante è crederci


Ricevo e pubblico:

Io spero di ricevere la Sua risposta! Se Lei equipaggia socievole e gentile! Nizza ed interessante! Chi desidera costituire conoscenza con ragazza il bel dialogo. E fra non molto, io entrero in Italia. Io voglio percorrere italy rotondo e studiare suo nella mia strada pubblica. Io posso venire a Lei su riunione familiare o vedere in un'altra citta. Io cavalchero a mio zio. Io aspetto di giro affascinante nel paese del mio sogno! Io voglio impararLa migliori e chiaramente vedere la Sua fotografia! Se Lei vuole, io posso spedirLa alcune le mie fotografie... Io vivo sull'Ucraina a Kiev urbano. Penso, Lei conosce questa citta?! Io non ho problemi finanziari, io non ho problemi con la vita mette a Kiev che e perche io ricevero il mio visto: 

1) io faccio attenzione a salute mia, e liberamente vado ad alcun paese! Io ho il buono sentire di Umorismo: 

2) Scriva esatto, dove Lei vive, io guardero su mappa: 

3)!!! Se Lei vuole conoscersi piu, chieda! Io andro in Italia attraverso molti giorni ed io desiderero trovare amici nel poco familiare paese per me! Io sono aperto per atteggiamenti piu dell'amicizia, ma io penso, essere amici nel primo luogo! Io spero che noi non avremo problemi con comunicazione e noi troveremo molti temi per dibattito: 

4) Lei puo realizzarmi come al mio e-mail: XXXXXXXXXXX@XXXXX.XXX


Non so voi, ma la storia che cavalca lo zio a me ha destabilizzato i neuroni...
Ma, più seriamente, c'è davvero qualcuno che ci casca e risponde?!?!!!

giovedì 13 novembre 2008

Bestiarium #19


passivo esistenziale

Trasmetto in allegato una copia di due mie bozze per una Vostra visione analisi e consulenza gratuite. Attendo a breve di ridurre e sanare il mio passivo esistenziale lineare grazie anche al Vostro aiuto sostanziale. Attendo sviluppi di rilevanza sull’aspetto avanguardistico della comunicazione e sulla Intesa di Humana Progressio in D.M.

martedì 11 novembre 2008

tecnologia canaglia #6


Vado a trovare una persona e questa mi dice “perché non colleghi il tuo bell’i-pod al mio bellissimo i-mac e mi fai rubare un po’ di musica?”.
“ok” dico io.

Normalmente quel trabiccolo infernale che risponde al nome di i-tune non permette (che Dio strafulmini Steve Jobs) di trasferire musica dal dispositivo portatile al computer, può fare solo l’inverso. Fortunatamente esistono simpatici programmini che permettono questa INCREDIBILE operazione.

Si procede tranquillamente. Ero pronto ad ammettere che, in effetti, giocando con prodotti nativi, la storia della superiorità della mela sul resto del mondo fosse cose vera, stavo lì lì per chinare il capo davanti a questo gioiello di design e funzionalità...

Poi l’imponderabile... “hey, perché non mi scarichi sull’i-pod un po’ della tua musica?” chiedo, “bene” mi si risponde. “Sì, bello tutto, ma attaccatemi l’i-pod” risponde l’i-mac per bocca di i-tune. “ma è attaccato!” rispondiamo noi, “no” ribatte lui “questo è un tost”, “ti sbagli, ora lo stacco e lo riattacco, vedi? E’ un i-pod!” “Sbagliato, è una banana!” “ma no” “Vi dico che è un frullatore” “ma che dici?” “non c’è più attaccato nulla” “all’anima de li mejo i-mortacci tua!”

I-pod svuotato. Zero. Miliardi di canzoni smarrite, disperse nello spazio, uccise. Ok. Si riformatta l’i-pod. Ci si copia dentro un po’ di roba.

Torno a casa. Lo attacco al computer, sì, il simpatico scatolone con il vezzo di surriscaldarsi. Per poco non mi prende a pugni. Mi lancia messaggi tipo “Brutto figlio di un cane! Non starai mica facendo sul serio?! Tu quello schifo non me l’attacchi! Guarda che te lo brucio, eh! Gli do fuoco e poi t’ammazzo i parenti!”. “Ma è il solito i-pod!”. “Non mi freghi, bastardo!”

Il prossimo che prova anche solo per sbaglio a suggerire che la roba Apple funziona bene lo do in pasto a qualcosa di brutto, viscido e incazzoso.

lunedì 10 novembre 2008

certezze


Io dico che il PD che esulta perché Obama ha vinto le elezioni in America è oltre (e di parecchio) la definizione di GROTTESCO.

Siamo ben oltre a quello che si bulla perché nel suo palazzo abita un presentatore televisivo...

Spero solo che Veltroni prenda davvero e seriamente l'esempio americano, dove i perdenti hanno il buongusto di sparire dalla scena politica.

giovedì 6 novembre 2008

mignottopoli


Paolo Guzzanti è un personaggio strano, era di sinistra ma a un certo punto, come altri arci noti personaggi, devia e abbraccia il berlusconismo... 

In questa fine di 2008 è impazzito, forse, di sicuro ha iniziato al sua personalissima rivolta degli schiavi: “Berlusconi ha superato se stesso paragonando il presidente georgiano Saakašvili a Saddam. Ho vomitato. Ieri sera ho ascoltato da Berlusconi parole terribili e inaccettabili che non avrei mai voluto ascoltare”

Quanti servi, in tanti anni di vita della banda politica berluscoide, si sono permesse di dissentire o criticare il padrone?
Quanti lo hanno fatto in periodo di vacche grasse? Pochi, pochissimi o nessuno?

Nei giorni scorsi, mentre i più aspettavano di sapere se il fighetto scuro sarebbe stato il nuovo presidente usa, il buon Paolo se n’è uscito diverse perle, tipo: “ non parliamo della signorina Mara Carfagna, calendarista dalle pari opportunità, ma parliamo di un principio”

Si parlerà pure d’un principio, ma ci sono nomi e cognomi.

“è ammissibile o non ammissibile, in una democrazia ipotetica, che il capo di un governo nomini ministro persone che hanno il solo e unico merito di averlo servito, emozionato, soddisfatto personalmente? Potrebbe essere il suo giardiniere che ha ben potato le sue rose, l’autista che lo ha ben guidato in un viaggio, la meretrice che ha ben succhiato il suo uccello, ma anche il padre spirituale che abbia ben salvato la sua anima, il ciabattino che abbia ben risuolato le sue scarpe.”

L’esempio della meretrice è proprio venuto così? Senza alcun collegamento? Io al caso ci credo molto poco.

Dibattiamo sul principio? Che c’è da dibattere? Non è lecito. E credo che manco Berlusconi, blu come un puffo per un’overdose di viagra, sosterrebbe pubblicamente il contrario. Sarebbe come chiedersi se fosse giusto che un innocente finisca in galera o se va bene che ci siano bimbi che muoiano di fame. Si sa che non è giusto, si sa che non deve succedere, ma la pratica è un’altra.

Guzzanti critica apertamente il capo. Il cane morde la mano del padrone. Questo può accadere in soli due casi:

1. Il cane è impazzito. Verrà quindi abbattuto prima che faccia altri danni. Lo schiavo ribelle Spartaco fu crocefisso sulla via Appia.
2. Il guinzaglio del padrone si è allentato. O si sta rompendo il guinzaglio o il padrone è debole... in entrambi i casi l’effetto può essere letale, anche se l’epilogo potrebbe essere sempre quello del punto precedente.

A cosa mira Guzzanti? Boh! Non è dato saperlo. Magari è solo lo scatenarsi di un piano a lunghissimo termine ordito dalla famiglia Guzzanti per distruggere il berlusconismo dall’interno. Per farlo serviva una talpa, si è sacrificato il padre, come nella migliore delle tradizioni.

mercoledì 5 novembre 2008

fare pace col cervello


Ok, ci piace l’America. Bush non è che ci fosse mai stato simpatico. Ma da qui a organizzare a Roma un convegno pro-Obama ce ne passa.

Mi spiegate il senso? Immaginate una manifestazione in Sud Dakota per discutere sull’elezione del primo ministro Italiano, privo di senso? Esatto.

Gli amici stellestrisce vanno al voto. Già si annuncia un’affluenza record... brutto segno, l’ultima affluenza record ha fatto rieleggere il cowboy... ma restiamo a guardare comunque.

Chi vincerà? Il vecchio soldato incazzoso o il fighetto colorato?

Se volete sapere la mia (tranquilli, è gratis), Di Caino può solo sorprendere... cioè, già ti aspetti il peggio... un po’ come scwarz... schwharne... shdqwwhhgs... Terminator. Invece Baracca potrebbe non essere che un emulo del sassofonista sporcaccione. Fuffa. Io sono donna, io sono omosessuale, io sono povero e poi metterlo in berta a tutti, ma col sorriso e fra gli applausi.

Ammetto di avere un po’ di curiosità, demolition man a me sta simpatico ma forse penso che ‘o saracino possa essere una vera svolta, se non altro per il colore della pelle. Ok, servono anche le idee ma, pensate un po’, fra una donna bianca e un maschio nero, gli Americani, al momento, hanno preferito il nero... magari qualche idea più di Veltroni ce l’ha.

Vivremo e vedremo, insomma.

mercoledì 29 ottobre 2008

figure retoriche


Ieri pioveva. Ma di brutto brutto brutto. È anche grandinato.

Io ero assieme al Sire, ce la siamo presa tutta e, per giunta, non funzionavano manco più i cellulari.
Non è questo il punto. Siamo andati all’Hard Rock Cafè perché c’era un tipo che presentava un disco. Credo che quella di ieri sia stata la serata delle figure retoriche. Ora, iniziando proprio da noi, io ero troppo rock’n’roll pure per l’ormai uber-leccato Hard Rock Cafè, il Sire sembrava invece uscito da un ritrovo d’intellettuali dei primi del secolo. Tante bambine agghindate e altrettanti nasi finti, personaggi degni di una commedia anni ’80 con Gerry Calà, un tipo piuttosto manfruito nell’aspetto conciato come una sorta di Rimbaud de noantri, uno speaker lecca culo, truccato come una starlette della televisione e anche un po’ imbarazzante, un tecnico delle luci caustico (“Ringrazio Pippo per aver portato tutte queste persone!” “E se poteva impegnà de più...”), il barman più lento dell’emisfero (16 minuti netti per servire 3 birre) ma soprattutto, una volta fuori, il vecchio sordido.

Pensate. Pioggia impossibile per ore. Città totalmente allagata e questo vecchio, che ti si avvicina zoppicante, mentre tu cammini un po’ ingrugnato, con ombrello a altri impicci di ogni tipo in mano e ti chiede “night club?” “Uh?” “volete un night club...” con il fare insinuante di una tenutaria di bordello. Credo di avergli risposto male.

martedì 28 ottobre 2008

pedalate costruttive


non voglio farti incazzare ma solo provocarti”, ha scritto una persona. Fa bene. Lo fa anche il mio amico Supergiovane. Ed è qualcosa che apprezzo nel profondo.

ma non potreste almeno smetterla di fare i martiri?non avete proprio idea di che cos'è la vera repressione in regimi di dittatura ed è dal 68 che siete liberi di manifestare un dissenso per nulla costruttivo e molto dannoso.”

Ed è tutto vero. In questo sono d’accordo. In coscienza non mi sento particolarmente martire. Mi rendo conto di non avere riferimenti concreti, più che martire mi sento a tratti abbandonato, a tratti uno scemo che urla in un deserto. Ma sta bene così. Alla fine se non mi vengono idee migliori la colpa è solo mia.

Si protesta. E ci sarà sempre qualcuno che ti accusa di farlo male, lo dicevano anche agli operai quando protestavano per diritti sacrosanti.

Per questo, come ebbi a dire al mio babbo forzaiolo, non è bello criticare chi protesta, soprattutto dopo essersi beati dei risultati di chi, a suo tempo, ha protestato... ferie, malattie pagate, maternità, tfr, aiuti per i figli, diritto allo studio... e protestava sempre in modo per nulla costruttivo e molto dannoso, facendosi pure pestare e sparare contro. Eppure...

Della repressione vera non ne ho esperienza diretta, so però che ci sono tante forme di repressione e nessuna di queste è bella o tranquilla. So però che un nemico che vedi in faccia è più facile da affrontare di uno che ti si insinua nel di dietro talmente bene che poi ti piace pure.

Particolarmente insopportabili sono i genitori borghesi di sinistra”. Per questo, in taluni ambienti, sono considerato alla stregua di un fascista. Ma io i radical li considero una delle più grandi piaghe di questo Paese, sarà per questo che provo fastidio fisico alla vista di Veltroni, un po’ il gran visir di tutti i radical del mondo. E credo che questo (i radical) siano l’effetto più vistoso del gigantesco errore della sinistra, l’aver preferito i salotti alla strada, aver lasciato perdere gli operai per mettersi a parlare coi loro figli dottori. 

mi piacerebbe che fossi un po’ meno appassionatamente schierato”. In realtà non saprei. Non mi sento schierato. Con chi sarei schierato? C’è pure chi mi accusa di essere sempre e testardamente contro tutto e tutti. Io penso solo di essere ragionevole, ma è quello che pensavano pure Cesare e Pompeo mentre si scannavano a vicenda, temo. Appassionato si, quello sempre e mi volete bene per questo, su, ammettetelo!

L’unica cosa che vorrei è che i ricchi fossero un po’ meno ricchi, così da dare l’opportunità ai poveri di esserlo un po’ meno. Che chi non ha difficoltà aiutasse un minimo chi ne ha. Che un cinese che sa poco di italiano, forse, rallenta la sua classe, ma di certo a metterlo nella classe dei negri non gli si risolve il problema e, magari, può pure essere che sia bravo in geografia, disegno o matematica. Alla fine che si ragionasse un po’ meno in termini di “io” e un po’ più in termini di “noi”. E che lo dica uno che non è credente e manco marxista un po’ fa sorridere, credo.

Boh, poi è solo il pianto di un bimbo che si è visto consegnare in regalo un giocattolo brutto e pure rotto. Mi hanno messo al mondo e mi hanno detto “questo è il mondo che abbiamo fatto per te”. Bell’affare. Niente scontrino, niente garanzia. Pedalare. E manca la catena.

lunedì 27 ottobre 2008

mercoledì 22 ottobre 2008

odio

Mi trovo un foglietto verde nella posta. Lo trovo l’altro ieri. Mi dice che hanno provato a consegnarmi una raccomandata contenente atti giudiziari 3 giorni prima ma che non c’ero. Mi dicono di andare in un specifico ufficio postale, ovviamente uno di quelli aperti solo la mattina.

Vado. Mi avveleno di bile per trovare parcheggio e anche un po’ per l’apprensione... atti giudiziari? De che? M’hanno denunziato? Arrivo allo sportello. Documento, grazie, un attimo, prego, scusi. 

“le hanno indicato l’ufficio postale sbagliato”
“cosa?”
“le hanno indicato l’ufficio postale sbagliato”
“...”
“deve andare qui” e indica. Indica l’ufficio postale sotto casa.
“grazie”
Impreco.
Molto.

Riprendo la macchina. Traffico poi, miracolosamente trovo posto davanti all’ufficio. Entro. Firmo. Ritiro. Cos’è?

Il bollo.
Del 2005-2006.
Ero sicuro di averlo pagato.
Forse nel 2005 però ho venduto la macchina e il bollo l’ho pagato su quella nuova.
Quando ho venduto la macchina?

Boh!

Contatto l’acquirente, che per fortuna è un amico e sa che sono rincoglionito. Gliel’ho venduta l’anno dopo. Ricordo con chiarezza la sua faccia mentre gli do i documenti dicendogli “per il bollo è a posto, ho pagato quello di quest’anno e pure gli arretrati”. Ricordo l’esborso.

Ora mi dicono che non è vero. Lo pagai on line. Sicuramente stampai la ricevuta. Poi, vai a sapere che succede a un pezzo di carta. Lo avranno rapito e venduto, probabilmente.

Io lo odio il bollo. Non so mai quando devo pagarlo, mi fido del sito dell’Aci che però non ti avverte se hai arretrati. Almeno con me non lo fa, il bastardo. Però devo ricordarmi “uh, ma non è che si deve pagare il bollo?” mi chiedo ogni tanto. L’assicurazione te la mandano a casa. Il bollino blu è attaccato al vetro e la revisione si fa nello stesso periodo però solo gli anni pari. Tutto facile. Tranne il bollo. Scade ad aprile. Che cazzo di mese è APRILE per far scadere le cose? Primavera, sei pieno di ormoni, le femmine per strada iniziano a denudarsi e dovrei ricordarti del bollo?

No, poi, ora, mi sento anche un bel po’ preso per il sedere. Allegato all’Atto di accertamento e contestuale irrogazione di sanzioni in cui mi si dice di essere un criminale, c’è un foglietto, un modulo per richiedere l’annullamento della richiesta di pagamento. Il modulo è, prima di tutto, scritto con un fastidioso carattere frufru, tipo il carattere che si trova nei fumetti. 

Cioè, quando mi accusi di essere un ladro lo fai con caratteri serissimi, quadrati, perentori e poi mi dai l’occasione per scagionarmi così, un po’ alla buona, amiconi, pacche sulle spalle? E poi... e poi... dichiaro di aver correttamente effettuato il pagamento alla Ragione Lazio in data ........ per la somma di lire .... di LIRE? LIRE!?!? Nel 2008?!

Devono soffrire tutti. Ecco.

Odio il bollo.

martedì 21 ottobre 2008

supereroi


I supereroi esistono anche nel mondo reale. Per esempio la mia piscina ne è gremita, purtroppo sono tutti supereroi malvagi che lottano per distruggere il mondo.

L’Uomo Boa. Si caratterizza per il suo sguardo solitamente spento, ha la capacità di riuscire a rimanere perfettamente immobile (se immerso in un fluido). Non importa quanto agiterà gli arti, resterà fermo, lì, in mezzo alla vasca. La sua stazza, spesso notevole, risulta quindi un ostacolo insormontabile per ogni altro nuotatore.

L’Uomo Busta. In un certo senso è l’esatto contrario dell’Uomo Boa. Da un’osservazione superficiale sembrerebbe essere portato in giro dalla corrente. In realtà il suo potere gli permette di essere sempre d’intralcio agli altri nuotatori. Riesce ad occupare tutta una corsia in larghezza e, alcune volte, anche in lunghezza. Non importa quanto tu ti dia da fare, l’Uomo Busta sarà implacabile, gli finirai sicuramente addosso soffocando.

L’Uomo Cozza. Secondo alcuni è una mutazione dell’Uomo Boa, io non sono d’accordo. L’Uomo Cozza non è mai da solo, ha una serie di seguaci che hanno il compito di venerarlo e imitarlo in tutto. La sua arma più potente sono i ganci che gli escono da tutto il corpo e che gli permettono di ancorare al bordo della vasca sé stesso e tutti i suoi sodali. Quest’aggregato umano si dimostra pericolosissimo, intanto perché riduce lo spazio vitale degli altri nuotatori (ad esempio se a questo si unisce l’azione di un Uomo Boa è davvero la fine), secondo perché è in grado di risucchiare e assimilare l’avventato natante che dovesse avvicinarsi troppo.

L’Uomo Medusa. Il più pericoloso e potente di tutti perché oltre ad essere velenoso ha assorbito parte dei poteri degli altri aumentandone l’efficacia. L’Uomo Medusa, inoltre, possiede il dono dell’intuizione: sa esattamente quando lasciarsi andare alla deriva per procurare il massimo del danno all’incauto nuotatore. L’Uomo Medusa è anche in grado, tramite il suo sesto senso straordinario, di riconoscere le ciabatte, le tavolette e gli accappatoi degli altri e farli propri, generando malumore, pessimismo e, spesso, risse.

Il Pomper. Il Pomper è uno strano tipo di individuo, la sua unica capacità è l’abnegazione. Lo potrete trovare in piscina a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, ma non perché, come l’Uomo Medusa, sappia intuire quando darvi fastidio. Il Pomper si dedica alla causa in modo maniacale, studia, si allena, parla esclusivamente di nuoto pur non sapendo affatto nuotare.

Il Cyborg. Quest’ultimo è uno strano personaggio, spesso confuso con il Pomper, che tenta di supplire alla sua inabilità al nuoto con modifiche strutturali del corpo, plug-in, innesti e attrezzi di varia natura. Facile vederlo dotato di pinne di diverse dimensioni, palette, guanti palmati, maschere da sub, eliche o arti intercambiabili.

lunedì 20 ottobre 2008

terrorismo

Ricevo e diffondo...

Un tipo a Milano sgonfia le gomme dei SUV lasciando poi questo bigliettino:


Non mi pare un'iniziativa così sgradevole, alla fin fine...
Servisse mai per far capire a qualcuno che ognuno è libero di far ciò che vuole nella misura in cui questo non è di fastidio al resto della società.

si ringrazia Biondonoid per la segnalazione



giovedì 16 ottobre 2008

dolci perversioni


Sono stato in una gelateria dove si vendono anche dolciumi di varia natura... tipo quelle cose gommose e colorate dal sapore indefinito e insalubre e poi un sacco di lecca lecca.

C’erano i classici lecca lecca piccolini a palla, c’erano quelli schiacciati e grandi... poi quelli un po’ più audaci... tipo i lecca lecca a forma di pisello. Visto che in materia di perversioni non può mancar nulla, c’erano anche i lecca lecca a forma di piede.

Ma non è finita qui.

Per i più deviati c’erano questi:




mercoledì 15 ottobre 2008

chez le garagiste


Un meccanico, come ce ne sono tanti. Questo però è ganzo, ha il mechintosc vicino la cassa. Un mechintosc che lui smanaccia con le mani lorde di morchia. E’ divertente vedere tutto quel bianco ipertecnologico brutalizzato da ditate nere indelebili.

Poi la perla.

“mi fa la fattura?”
“eh... ma abbiamo montato un pezzo usato –ammicco– sai... avevi detto che quello nuovo costava troppo –ammicco–ammicco– capito, no?”
“veramente no...”
“eh... è usato capito? –ammicco– Non mi risulta l’acquisto –ammicco–ammicco–ammicco– cioè, hai chiesto...”
“Vabè” e allunga il bancomat
“Ah... non hai i contanti? T’ho spiegato –ammicco–ammicco– che è usato”
“Sì, ho capito...”
“Ho capito che hai capito –ammicco–ammicco– ma...”
“Ma non ho contanti, quindi o questo o niente”

Io odio tutto questo.

martedì 14 ottobre 2008

pezze di classe

Dite quello che volete, ma io la Mara la trovo sempre più sbattuta (e, brutti maliziosetti, no, non ho in mente doppi sensi, almeno non troppo, via!) e smunta. Con i suoi occhioni sgranati ben oltre le orbite che fanno presumere una simpatica indulgenza verso altrettanto simpatiche polveri e additivi chimici e relativi visioni mistiche. È stata in tivvù qualche giorno fa e ci ha regalato delle pezzature davvero chic.

giovedì 9 ottobre 2008

intuizione

"L'uomo ha finito di evolversi!" tuona il genetista Steve Jones, però, vista la quantità di coglioni in giro, forse si è solo invertito la marcia...

giovedì 2 ottobre 2008

aspettando godot


Aspettando Godot è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett. Vladimiro ed Estragone aspettano su una desolata strada di campagna un certo Signor Godot. Ci tengo a sottolineare che i due, nonostante i nomi e nonostante passino del tempo lungo una strada desolata, non sono dei viados... o almeno la cosa non viene mai menzionata durante l’opera. Il personaggio di Godot non apparirà mai sulla scena, ne mai si dirà niente sul suo conto e i due passeranno tutto il tempo aspettandolo.

Permettetemi una considerazione banale, aspettando Godot è una metafora della vita stessa. Ognuno di noi aspetta un Godot. Ci sono Godot di varie forme e dimensioni, persone, donne, amori, amici, lavori, aumenti, promozioni, titoli di studio. Quando riuscirò, quando avrò, quando tornerai, quando succederà, .... quante volte abbiamo fatto questo discorso? Quante volte abbiamo posticipato la felicità legandola a un evento più o meno incerto posto nel futuro? Dai, su, non fate gli gnorri, ci siamo cascati tutti, chi più chi meno.

Tranquilli, non attacco con i carpe diem, con i quant’è bella giovinezza o con improbabili proporzioni fra uova e galline. Semplicemente vorrei puntualizzare che non è vero che Godot non arriva mai. Ogni tanto si presenta pure, ma com'è arrivato è assai possibile se ne vada. Se è frequente che, per aspettare Godot, si perdano possibilità di ogni tipo (e questo è già un grosso errore) va anche ricordato che l’arrivo di Godot, di per sé, non vuol dire niente, visto che tendiamo poi a mandarlo in giro da solo per rimetterci in attesa.

Arriva un momento della vita in cui si deve decidere se gettarsi di nuovo tra i flutti del fato aggrappati alle insperate fortune che passano o continuare a crogiolarsi nell'attesa, così da poter incolpare qualcun altro (Godot) del proprio miserrimo stato.

Nessuno è mai sicuro che sia davvero giunto il momento di lasciare Godot per strada, e si tentenna. Io credo ormai che la cosa migliore, dopo una ragionevole attesa, sia andarsene, lasciando a Godot il compito di raggiungerci e giustificare, nel caso, il ritardo. Per cui... sono le 9, io me ne vado!

mercoledì 1 ottobre 2008

potrebbe piovere...


Ancora non ho digerito l’orrore di andare a lavorare in macchina, in un posto brutto in una zona orrenda. Faccio pure straordinario. Giusto quelle 2, 3 ore in più al giorno che ti riconciliano con il lato peggiore di te stesso. Ieri poteva piovere, invece, tornando a casa, ho trovato una manifestazione.

Per farvi capire meglio l’entità del dramma, il mio quartiere sorge alle pendici di una collina (che i locali chiamano monte, ma passiamo oltre), in zona semicentrale. Il quartiere è servito da una strada, che serve anche come accesso alle zone più a monte. Questa strada, ieri, è stata chiusa.
Alle sette di sera.

Sembravano i festeggiamenti per la vittoria ai mondiali... tolte le bestemmie, almeno.

La manifestazione, a giudicare dal delirio e dalla quantità di vigili urbani presenti, doveva essere iniziata da almeno un’oretta. Si manifestava in memoria di Walter Rossi, cosa che, visti i tempi che corrono, mi sembra anche sacrosanta...

Se escludiamo visioni mistiche, travasi di bile e maltrattamenti ai santi, l’ho presa anche bene, si può pure dire con filosofia.

Viene da chiedersi chi sia lo scienziato che ha autorizzato il tutto... ma perché farsi il sangue amaro?

martedì 30 settembre 2008

intuizione

Non farti cadere le braccia perché dopo le devi pure raccogliere... e questo può essere un grande problema. Usi la bocca?

lunedì 29 settembre 2008

A volte (è meglio che non) ritornano


Hanno suonato i Queen! Ma non erano il tuo gruppo feticcio?
Quelli non sono i Queen. Sono una cover band ufficiale.

Ma l’hai sentito il disco nuovo? Purtroppo si.
Perché purtroppo? Perché è brutto. E’ un disco rocchenrol di bassa lega che fa pure il verso all’ultimo bellissimo Def Leppard... ma con una puzza di stantio attorno che fiacca ogni allegria.

Un saluto al Garro e al figlio che aspetta da Brian May.