Citazione

sabato 30 maggio 2009

viva la curtura

Ci si lamenta dell'assenza di cultura in televisione, questa è una fandonia. In televisione esiste un humus di trasmissioni culturali di altissimo livello. Per esempio, il mio amico Nico, appassionato di poesia, mi segnala questo:


mercoledì 27 maggio 2009

libri


Ma voi i libri li prestate?

Ho finito di sistemare la nuova libreria e sono mancati all’appello alcuni volumi... anzi... se qualcuno di voi avesse i miei Q e Manituana faccia un fischio!

Io non ci vedo niente di male a prestare le cose, solo che poi mi scordo cosa e a chi. Una volta prestavo un sacco di dischi, poi, dopo che uno a cui avevo prestato una copia limitatissima di un disco raro me l’ha riportato che sembrava masticato da un cane, ho smesso.

I libri invece è raro che li abbia avuti indietro. Ricordo una copia dei Demoni di Dostoevskij, prestata a uno degli elettricisti del posto dove ho fatto servizio civile. Lui lo chiamavamo Zorro e aveva una segreteria telefonica profondamente omoaffettiva. Si è tenuto in ostaggio il libro per circa 7 mesi. Poi io sono stato congedato e tutto quel che mi resta è il ricordo di quel messaggio: “Hey, che ti passa per la testa? Raccontami tutto... BIIIIIIIIIP”.

Poi c’è stato un Signore Degli Anelli, prestato a un amico che lo consegnò ad un altro amico per farmelo ridare. L’amico dell’amico, che era pure mio amico, è letteralmente scomparso nel nulla recando seco il prezioso tomo... che poi era anche di mia sorella, ma lei ancora non lo sa e la speranza è che il tempo ne cancelli il ricordo.

Fra l’altro, mettendo a posto i libri ho ritrovato anche una stella alpina, dono e ricordo di una notevole vacanza, di cui ormai avevo perso memoria. Era dell’anno scorso...

martedì 26 maggio 2009

Angeli e Demoni (Ron Howard)


Muore il papa e qualcuno ruba un po’ di antimateria dal CERN e lo piazza in Vaticano per farlo esplodere, nel contempo rapisce i 4 cardinali ‘papabili’. Quel qualcuno è la setta degli Illuminati, una specie di massoneria di scienziati che in un tempo lontano, giurarono di vendicarsi contro la Chiesa, colpevole di averli perseguitati. Siccome i cardinali sono minacciati di morte, il Vaticano ingaggia Forrest Gump per risolvere l’enigma. Qui il nostro fa subito amicizia con Obi Wan, il camerlengo del papa appena defunto, che lo aiuta nelle indagini.

Forrest risolve i vari enigmi, con estrema lentezza, arrivando sempre pochi minuti dopo la morte dei vari cardinali. Elemento molto realistico questo, visto il traffico della capitale contro cui nemmeno Libano riesce a far molto. Si riesce però a salvare l’ultimo Cardinale da un tentativo di annegamento dentro la PROFONDISSIMA Fontana dei Fiumi di Piazza Navona. Quest’ultimo rivelerà a Forrest che la bomba si trova a Castel Sant’Angelo. Trovata la bomba si scopre che anche Obi Wan è in pericolo di vita.

Bene. Forrest corre e arriva appena in tempo per salvare Obi Wan che sta per essere seccato dall’antipaticissimo capo delle guardie sfizzere che finisce per essere cristianamente fatto fuori.

A questo punto Obi Wan prende la bomba, sale in elicottero, vola alto alto alto, si butta giù col paracadute e la bomba esplode senza ammazzare nessuno ma facendo cascare i mosaici di San Pietro.

Quindi, i cardinali chiusi in conclave sono tentati di eleggere papa Obi Wan e quando stanno per farlo, Forrest scopre che in realtà tutta la storia degli Illuminati era stata montata proprio da Obi Wan col fine di riportare un po’ di oscurantismo sulla terra (!).

Fate mente locale, questo vuole riportare la chiesa ai fasti del 1100. Quindi recupera una vecchia leggenda, rapisce cardinali, ammazza il papa, fa cadere tutti i sospetti sul capo delle guardie sfizzere, che sarà antipaticissimo ma, alla fine, è un bravo ragazzo. Poi fa il finto eroe scappando con la bomba e sopravvivendo all’esplosione con il fine di farsi eleggere papa e comandare lui.

In tutto questo, apprendiamo che Santa Maria del Popolo si trova dalla parte sbagliata della piazza, che il Pantheon è la chiesa cristiana più antica di Roma, che il Pantheon ha diversi ingressi e sarebbero da verificare le direzioni indicata dalle varie frecce e freccette.

Tutto sommato però il film si guarda bene, scorre che è un piacere ed è uno splendido manifesto turistico della città eterna. Non si capisce quest’astio da parte del Vaticano, alla fine l’immagine della Chiesa che ne esce è molto positiva, illuminata e composta da uomini senz’altro imperfetti ma comunque armati davvero di buona volontà. In più, finalmente, un thriller d’azione in cui i problemi si risolvono col cervello e non sparando a tutto quello che si muove e facendo esplodere il resto.

sabato 16 maggio 2009

noi non siamo razzisti


Sarò breve...

Su Il Giornale appare questo articolo:

Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi. Va infatti a Lamberto Dini (nella foto) un premio che Tokyo riserva ai cittadini stranieri: il Gran cordone dell’Ordine del sol levante. La cerimonia di consegna si svolgerà il 10 giugno nella residenza dell’ambasciatore giapponese in Italia Hirosyasu Ando.

L'Ambasciata giapponese risponde:

Egregio Direttore,

ci riferiamo all'articolo apparso sul Vostro giornale il 30 aprile a p. 16, intitolato "Lambertow premiato dai giapponesi". Nel medesimo si legge "Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi". 

E’ ben accetta l'attenzione prestata alla notizia del conferimento dell'onorificenza al Senatore Dini da parte del Giappone. Tuttavia, riteniamo che l'espressione utilizzata per identificarci, ossia "musi gialli", abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l'espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all'altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano.

Pertanto, richiediamo quanto prima una spiegazione a scopo di rettifica sull'espressione "musi gialli giapponesi" come apparsa sul Vostro giornale.

Attendendo una Sua risposta in merito, Le porgiamo distinti saluti.


giovedì 14 maggio 2009

er monnezza


Sono finiti a Ferrandelle i rifiuti scomparsi dalle città della Campania. Una località che si trova tra i comuni di Casal di Principe, Santa Maria La Fossa e Grazzanise. Sono tenuti sotto stretta sorveglianza in un’area completamente recintata di diversi ettari.

Una squadra di attivisti di Legambiente è riuscita a compiere un sopralluogo a Ferrandelle, una località che si trova tra i comuni di Casal di Principe, Santa Maria La Fossa e Grazzanise. Ecco le immagini e il servizio che documentano come i rifiuti scomparsi dalle città della Campania siano tenuti ’sotto sorveglianza’ in una grande discarica a cielo aperto, in un’area completamente recintata.

L’area, dichiarata sito di interesse strategico nazionale e strettamente vigilata, era stata confiscata al boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Doveva diventare una fattoria, invece è stata requisita dal Commissario straordinario per i rifiuti. E ora ospita, secondo le stime di Legambiente, almeno un milione di metri cubi di rifiuti indifferenziati.

Nessuno si può avvicinare più di tanto perché tutto il perimetro è stata dichiarato sito di interesse strategico nazionale e c’è una vigilanza molto attenta che allontana tutti quelli che cercano di guardare più da vicino. Ieri notte una squadra di attivisti di Legambiente, guidati dal direttore dell’associazione ambientalista, Raffaele Del Giudice, sono arrivati sul posto per fare “un sopralluogo”. “Ci sono montagne di rifiuti ammassate senza alcun controllo sui possibili danni sanitari e ambientali – spiega Del Giudice – mentre continua ad arrivare quotidianamente la monnezza da ogni parte della Campania”.

L’area dove sono depositati i rifiuti fu sequestrata al boss Francesco Schiavone, Sandokan, ed affidata al Consorzio Agrorinasce per farne una fattoria di prodotti tipici. Ma, nonostante l’avvio dei primi lavori per dare vita all’iniziativa, il terreno fu requisito in piena emergenza rifiuti. I sindaci di Santa Maria La Fossa e Grazzanise, poco più di un anno fa, guidarono una clamorosa protesta alla testa delle popolazioni locali.

Dopo un braccio di ferro con il Commissario per l’emergenza rifiuti, diedero il via libera alla costruzione di due piazzole che dovevano “ospitare” all’incirca 90 mila metri cubi di rifiuti. Ma in via temporanea e con l’impegno a bonificare il sito entro breve tempo. “Qui ce ne sono almeno un milione di metri cubi di rifiuti – spiega il professor Stefano Tonziello, di Legambiente - e continuano a crescere giorno dopo giorno, perché l’emergenza non è finita, ma è stata solo spostata dalle città.

Qui arrivano rifiuti “tal quale”, cioè senza essere selezionati a monte. E dunque non potranno mai essere bruciati nell’inceneritore di Acerra. Inceneritore che, peraltro, ora è in pieno collaudo e per vederlo operativo se ne parlerà almeno tra sei mesi.” Nell’area tutt’intorno vi sono caseifici, allevamenti di bufale, campi coltivati a foraggio, pescheti, ortaggi, fragole, irrigati con le falde acquifere inquinate. Poco più in là, vi sono almeno altre sei discariche. Qualcuna dismessa, ma non morta definitivamente.

“Forse il vero miracolo di Berlusconi – aggiunge Tonziello – è quello di aver messo a tacere tutto e tutti. Qui, lasciatemi usare il paradosso, è tutto fuorilegge per legge. Se queste cose le avessero fatte i privati, si sarebbero aperte sicuramente le porte del carcere. Tenere in questo modo i rifiuti è da criminali. Senza considerare che tra poco con l’arrivo della stagione calda, tutt’intorno l’aria sarà irrespirabile, ma ci sarà anche un pericolo sanitario immediato per la salute delle persone”.

Non lontano da qui, a Santa Maria La Fossa, dovrebbe sorgere anche l’altro inceneritore previsto in Campania. Nei campi intorno a Ferrandelle, intanto, la vita scorre come sempre: I contadini sui trattori, gli immigrati nei campi a lavorare, il foraggio che cresce rigoglioso, il percolato che continua a scorrere nella falda acquifera e le montagne di rifiuti che continuano a crescere.

Questa la fonte. Fateci un giro, ci sono diverse belle foto, un video e link interessanti.

Ah, manco a dirlo, queste notizie vanno diffuse il più possibile.

Con tanti ringraziamenti al Bax.

martedì 12 maggio 2009

speranza al cioccolato


Nel mondo qualcosa sta decisamente cambiando e forse si può ancora sperare in una svolta:

C’era una volta Seeds For Change, una piccola azienda di produzione e informazione su cibo organico, agricoltura sostenibile e difesa dell'ambiente creata da un hippy noto come Howard-Yana Shapiro. Seed For Change vendeva sementi per l'agricoltura biologica e gli affari andavano bene, talmente bene che venne comprata dalla Mars che, per chi non lo sapesse, è la più grande azienda produttrice di cioccolato al mondo. Questo accadeva nel 1997, 12 anni dopo, la Mars ha annunciato che d'ora in poi tutta la sua produzione di cacao, vale a dire tanti sacchi di soldi seguirà le regole dell’economia sostenibile.
Shapiro parlando di questa svolta a Londra ha detto: "L'impegno ambientalista della Mars è senza precedenti in campo alimentare e i benefici per gli agricoltori del Terzo Mondo, per l'ambiente e per la natura saranno tangibili".

L’articolo completo lo trovate qui.

Per festeggiare, sfasciamoci il fegato con un po’ di tavolette Mars, M&M’s, Bounty e Twix!

venerdì 1 maggio 2009

attack of the killer b's


Faccio i lavori in casa. Ok. Devo attaccare il bastone per le tende appena comprate. OK. Devo fare qualche buco sul muro. Ok. Prendo le misure. Ok. Poi voglio fare il pignolo e decido di verificare di non invadere il cassone della persiana. Tolgo il celetto. Dentro è buio. Vedo una sporgenza di cemento, con un po’ di buchi. Il tempo di pensare “ma che diavolo è? Sembra un alveare” e vedo una simpatica ape, pelosa e fiera, entrare in uno dei fori. Faccio finta di niente e richiudo il celetto.

E penso.
E Rifletto.
E provo a trarre conclusioni.
E fallisco.

Velocemente mi tornano in mente gli avvistamenti di api degli ultimi tempi e il cadavere di imenottero trovato nel secchio della vernice. Ma proprio sicuro che fosse un’ape? Boh. In fondo è stato un avvistamento fugace, forse ricordo male, forse ho visto solo quello che volevo vedere. Cerco risposte sul balcone. Ne trovo una bella consistente. Mi ronza attorno, poi si posa sul muro, si insinua fra il muro e la persiana. Era un’ape, al di là di ogni dubbio ragionevole.

Cosa fare? Chi chiamare?
Per ammazzarle so tutto, basta un qualche idrocarburo... un po’ di benzina, anche della banale acquaragia, ne metti un po’ in un contenitore aperto, vicino all’alveare e i vapori di benzina fanno il lavoro sporco.

Non tutti sanno che le api sono però una specie protetta, si tratta infatti di insetti fondamentali per l’ecosistema, non vanno uccise, se rompono le palle devono essere traslocate. Chi si chiama? I pompieri, che arrivano armati di apicoltore che scippa nido e colonia trapiantando il tutto in luoghi più consoni.

Chiamiamo i pompieri.

“Guardi, c’è stata una tromba d’aria, non può venire nessuno, siamo dietro tutte le segnalazioni che ci sono arrivate. Riprovi, sarà più fortunato”.

Il giorno dopo ci si riprova.

“No, non veniamo. Poi noi le faremmo fuori, chiamate un apicoltore”.

Non so voi, ma io di apicoltori non ne conosco. Allora ho chiamato il FAI, Federazione Apicoltori Italiani, dove una signorina molto gentile mi ha spiegato che gli apicoltori non vanno nelle case e che devo chiamare la protezione civile. Mi mette anche in guardia dal fatto che la protezione civile potrebbe anche dirmi di chiamare il FAI, ma io dovrò essere irremovibile.

Chiamo la protezione civile, vengo sballottato fra 5 interni, rimandato al centralino della Regione Lazio, ripassato alla protezione civile e poi al nucleo operativo della stessa. Qui mi dicono che loro ne sanno poco e che forse il Comune ha dei programmi appositi.

Chiamo il Comune di Roma dove una gentilissima operatrice si fa davvero in 4, ma alla fine può solo suggerirmi di chiamare un cellulare del WWF o l’Associazione Nazionale Apicoltori.

Al cellulare del WWF parte una segreteria telefonica. L’ANA si rivela essere di nuovo il FAI... qui almeno mi spiegano il problema: esisteva una convenzione fra la Regione Lazio (e quindi la protezione civile) e gli apicoltori che prevedeva proprio la soluzione al mio problema, purtroppo la Regione non ha onorato i suoi impegni (deduco monetari) e quindi gli apicoltori hanno sciolto la convenzione. E per le api? Provi a sentire il WWF.

Chiamo il WWF, risponde un’altra signorina, le racconto tutto e s’incazza. Non è possibile che tutti se ne freghino, le api sono importanti, una risorsa insostituibile, gli apicoltori hanno tutto da guadagnarci. Mi dice di chiamare il WWF Umbro perché lì ci sono tanti apicoltori o, in alternativa, quello del Lazio.

In Umbria non risponde nessuno.

Nel Lazio mi fanno lasciare il numero di telefono, forse, tramite contatti personali, riescono a mettermi in contatto con un apicoltore e darmi una soluzione.

A presto con il seguito, se ce ne sarà uno...