Citazione

mercoledì 29 settembre 2010

domanda


Nessuno mi ha ancora spiegato perché la pena di morte sia uno schifo che giustifica appelli internazionali, pressioni dei governi e dita di sdegno puntate solo quando applicata in Iran (con corde o pietre pare non fare molta differenza). Qualcuno mi risponde?

E non rompete con la gravità del crimine che ho poca pazienza...

martedì 28 settembre 2010

citazioni


Sono molto sorpreso dalle parole di Bossi. Mai lo avrei detto capace di citazioni letterarie ad esempio.

Con l’eleganza che da sempre lo caratterizza, l’Umberto ha citato e aggiornato nientemeno che gli ottimi Uderzo e Goscinny. No, no, non ridete. L’Umberto ha dovuto scegliere, fra le mille e mille possibilità che la sua ampia conoscenza letteraria gli offre, la citazione più adatta per farsi capire financo dal figlio, adattandola contemporaneamente ad un lessico più comprensibile. Il trota ne ha infatti riso, non sappiamo se per aver colto la citazione o semplicemente per la parola “porci”. 

La citazione è avvenuta da un palco importante, ovviamente, quello di Miss Padania a Lazzate. 

Il motivo? È arrabbiato per il gran premio di Roma, che a detta sua dovrebbe essere corso con le bighe (mica male come idea... altro che Palio di Siena!) per non oscurare quello di Monza.

Ora, caro Umberto, io non so come dirglielo, ma i Romani a tutta questa baracconata del gran premio ci rinuncerebbero volentieri, come rinuncerebbero ai ministeri e come rinuncerebbero pure a darle lo stipendio.

Vede, se fosse per me, io non Le darei importanza. In fondo io La capisco: era a Lazzate che poteva dire? Che diavolo gli vuoi raccontare al pubblico di Miss Padania? Esaurite le solite cose, ovvero, che avete il pisello duro e verde, che andate a Roma a prendere tutti a calci in culo, che poteva dire? Su quel palco o parli di figa, o parli di macchine (agricole e non) o di personaggi dei fumetti. Anzi, Le do atto che citare Asterix, per Lei che ha il vezzo di ritenere i padani discendenti dei celti, è una citazione di puro genio!

Perché, caro Umberto, io lo so che Lei non ci crede. Lei si rende conto di rivolgersi a una platea di disperati quando va bene e di minorati o farabutti quando va male. Lei sa bene che si aspettano quello e Lei rispetta il ruolo che le è stato imposto e che Le dà il pane... è un po’ come una Rock Star: prigioniero del suo personaggio, che è insieme fortuna a maledizione.

So bene che non potrà mai dire ai suoi fan la verità. Non potrà mai dire che col federalismo fiscale, l’unica cosa che riporterà al nord sono i debiti dell’evasione fiscale. Non potrà mai dire che Lei e i suoi siete ben attaccati alle mammelle di Roma Ladrona ed è per questo che questi calci in culo sono così lenti ad arrivare. In fondo non potete dire chiaramente che tutto l’odio per la capitale era dovuto semplicemente a un moto d’invidia e che, ora che siete voi a campare a ufo, va bene così. Lei questo non lo può dire perché l’abbandonerebbero, La considererebbero un vecchio rincoglionito che farfuglia stronzate incomprensibili. 

Ovviamente però ha bisogno di valvole di sfogo, se le costruisce così. Lancia messaggi ambigui come chi loda il suo interlocutore ma in realtà lo sta insultando senza farsi scoprire. È come quando stai smontando le tesi di un cretino patentato e usi intercalari come “lei m’insegna”, “come lei sa bene”, “un uomo acuto come lei avrà già capito...”. Lei non è come Sgarbi che dà apertamente del pezzo di merda a uno, poi ha paura e si arrampica sugli specchi spiegando che “pezzo di merda” non è una frase offensiva bensì ben augurale.

Lei è più sottile. Lei vezzeggia i Suoi elettori dicendo chiaramente a tutti gli altri “non ci credevate mica che erano COSI’ coglioni, eh?” e non deve rimangiarsi niente. Perché Lei dice cose che ad una mente semplice come il Trota suonano come figate da übermensch leghista (romani porci!) ma a al resto del mondo fa capire che per lei i riferimenti del “suo” popolo sono giusto Asterix e Obelix, che non merita altro allocco com’è. Che dire altrimenti di camicie, giacche e cravatte verdi? I padani non si sono accorti della presa per i fondelli nemmeno davanti al GESSATO VERDE di Calderoli! Lo hanno preso per un serio campione d’eleganza celtica!

Io invece penso di averlo capito, caro Umberto, lo dico senza finta immodestia perché è una vita che prova a farci capire che è tutta una burla, anzi, meglio, che sono tutte Lazzate!

martedì 14 settembre 2010

rockoccodrillo


Di tutta l’attuale querelle politica ho notato una cosa in particolare. Berlusconi è diventato grassissimo. Non ha più il collo, la faccia inizia a cedere, guardate la ruga sulla destra, la vostra destra, quella che dall’occhio arriva al mento. In più ha una panza da lottatore nella birra. Se potete, notategli anche le mani, le poche volte che sono chiaramente in vista, grigie, raggrinzite, da vecchio... non da anziano, non da settantaquattrenne, ma proprio da vecchio orrendo. Resistono solo i capelli disegnati.

Come disse uno riguardo alla storia estetica di Michael Jackson, se questo è il fuori, cosa è successo dentro? Il decadimenti fisico come specchio di un decadimento a 360°, di una fine, di un marcio che alla fine, nonostante belletti, profumi e maschere viene sempre fuori.

Dando tempo al tempo i conti tornano. Il nano ingrassa e invecchia, tutto in una volta, e il suo potere scricchiola e collassa. I topi abbandonano la nave, chi prima, chi dopo a seconda della distanza dal formaggio o a seconda delle possibilità di salvarsi (leggi: riciclarsi) che per la politica italiana è ampia a patto di avere lo stomaco di un Capezzone. Alcuni sorci non potranno abbandonare la nave, lo sanno, per loro non ci sarà nessuna scialuppa. L’unica possibilità è di arrampicarsi sull’albero maestro, per affondare per ultimi e godersi l’aria (e il formaggio) per più tempo possibile.

A prescindere da come andrà nella pratica la campagna acquisti post Ibraimovich, perché, inutile nascondersi, tappare una falla non è mai una soluzione a lungo termine, ci aspettano altri 50 anni di Democrazia Cristiana, sperando che qualche super potenza ad alta vocazione democratica (tipo Russia o USA) ci foraggi per essere baluardo contro l’avanzata dell’orda sinoislamica in occidente. 
Immagino che nemmeno voi vorreste vedere i cavalli dei seguaci del profeta con gli occhi a mandorla abbeverarsi nelle fontane di piazza San Pietro...

Oppure mi sbaglio ed entro 2 mesi arriverà la cavalleria libica guidata da Maroni a liberare il paese da ogni parvenza di democrazia, in un rigurgito di nostalgia di Khomeini.




mercoledì 8 settembre 2010

The Expendables


È il film che tutti a 15 anni abbiamo sognato. La rissa reale con tutti gli eroi dei film d’azione. Ce lo ritroviamo abbondantemente superati i 30 e con i nostri eroi erosi dal passare del tempo e dagli effetti collaterali degli anabolizzanti. Mancano nomi importanti all’appello, attori del calibro di Mr. T, Chuck Norris, Steven Segal, Van Damme (questi utili due hanno gentilmente rifiutato perché non si prestano a queste stronzate, loro), Jackie Chan e ci avrei visto bene pure una comparsata d Henry Rollins.

Ma insomma, com’è ‘sto film? BELLO, senza se e senza ma. C’è tutto quello che avresti amato a 15 anni e che avresti voluto vedere in un film del genere. Anzi, c’è tanto di più. Ma tanto tanto. Con una tale profusione di testosterone le donne escono dalla sala gravide o con la barba. Non c’è niente da fare. Stallone, che a giudicare da com’è messo non sopravvivrà agli steroidi per altri 5 anni, certe cose le fa fare. Fa scoppiare tutto, fa esplodere corpi, teste, facce, case, camion, villaggi. Davvero, non si può chiedere di più. Ci sono un paio di scene da NOBEL del cinema, prima fra tutti l’insensata e pretestuosa riunione con Bruce Willis e Schwarzenegger (e provatelo a scriverlo giusto voi, senza consultare google). Schwarzy nonostante il trucco, le luci giuste, la computer grafica e tutto il tempo del mondo, è un ormai un vecchio scorreggione... però quella scena con loro tre che battibeccano è quello che tutti gli adolescenti del mondo hanno sognato e agognato per anni.

Dimenticavo, nella lista dei vari lavoranti che hanno reso possibile questo immenso spettacolo c’è un brasiliano che si chiama Cacalo. Non so chi sia, ma gli sono vicino.

martedì 7 settembre 2010

du' palle


È come il primo giorno di scuola. Non dico proprio il primo primo, ma il primo dopo le vacanze. Quando sei spaesato, col morale sotto le scarpe, ritrovi i tuoi compagni ma la testa è altrove. Guardi i 4 muri che hai attorno ben conscio della differenza fra vita e non-vita. Manco a dirlo, quelle quattro e brutte mura sono il simbolo della non-vita. Del tempo sprecato. Degli impegni che riprendono ad accumularsi per il tempo che improvvisamente sparisce... insomma la solita solfa.

Come per il primo giorno di scuola, dopo un momento di iniziale smarrimento, scopri che fuori dal tuo mondo non è successo niente. Il mondo è esattamente al punto in cui l’avevi lasciato. E, sì, la puzza è esattamente quella di prima.

E comunque, per prepararmi al meglio a questo nuovo anno, mi sono rivisto il primo Fantozzi.

Ps. Come avrete notato tutti, il sito è sempre questo, non ho fatto niente, la promessa versione 3 di Rumenta non è ancora pronta chè ho avuto altro da fare, io.