Citazione

giovedì 31 gennaio 2013

Ciclorumentismi #13

6° km

il semaforo dura un sacco, ma con un po' di pazienza se ne imparano le dinamiche ed è possibile attraversare in tutta sicurezza senza attendere il verde. A questo punto eccoci su Viale Parioli. Per un brevissimo tratto è tutto bello. Ciclabile pulita, nessuno tra le scatole. In questo tratto, una volta mi è uscita la catena, un'altra volta ho bucato e un'altra ho perso una luce. Il quartiere evidentemente mi odia e cerca di dissuadermi dal passare di qui.

Non demordo e mi appresto ad arrivare al semaforo successivo. Anche questo è lentino e più difficile da driblare e non è raro che qualcuno col suv ti si fermi davanti e parcheggi.

Non ci sono problemi. Appena scatta il verde dall'altro lato la ciclabile continua per un sacco di strada. Per finire questa tappa mi accontento di passare attorno ad un albero in mezzo alla pista, davanti a un commissariato per arrivare nei pressi di un circolo sportivo. Attorno non c'è altro. Tanto verde. Tanta solitudine e poco traffico.

martedì 29 gennaio 2013

Breaking Bad (Vince Gilligan)


Non sapevo se scriverne un commento divertente o uno serio. Quello serio suonava tipo "Il miglior telefilm di sempre. Almeno fino ad oggi. Già a chiamarlo telefilm lo si sminuisce, è un film, anche visivamente intendo, solo che è lungo" e via così, di noia in noia, di frase fatta in frase fatta.

Quello divertente non so scriverlo. O non so farlo senza far passare a chiunque la voglia di vedersi questa roba. Perché è difficile farlo, perché vorrei solo dire che se vi piacciono i telefilm e le storie scorrette questo ve lo dovete vedere.

Perché il punto è che qui tutto ruota attorno ad un supersfigato prof di chimica delle scuole superiore che vive in una supersfigata provincia della provincia dell'impero ed è uno dei più classici "vorrei ma non posso". Uno di quelli che, al più, nel prossimo suscita "pena". E, insomma, questo, c'ha pure la moglie incinta,  un figlio disabile e come se non bastasse pure il genero poliziotto duro, puro e cafone gli viene un cancro. E lui non può permettersi le cure e vuole pure lasciare alla famiglia i denari necessari a campare dignitosamente.

E quindi succede che inizia a "cucinare" metanfetamine aiutato da un debosciato ex studente con tutto ciò che da questo può derivarne. E ce n'è per tutti i gusti e di sicuro Tarantino è fra le ispirazioni. Il resto è poliziesco, dramma, noir, umorismo nero, commedia dark, trovate geniali e personaggi memorabili, che si tratti di narcotrafficanti, avvocati sgangherati, poliziotti, mogli isteriche lasciano tutti il segno e lo fanno per 5 stagioni.

giovedì 24 gennaio 2013

Bestiarium #26



Telegrafo senza fili

Utente: ho provato a registrarmi al portale per effettuare la registrazione della mia domanda. Mi viene indicato che con il mio codice fiscale ne esiste già una. Tuttavia non ne ho mai presentate. Come posso fare a capire se c'è un errore?


Operatore: al fine di poterla supportare, le chiediamo la cortesia di fornirci maggiori dettagli. Ad esempio lo strumento/misura agevolativa di riferimento e il codice fiscale immesso.


Utente: Partita iva: 1234567890 . Non abbiamo agevolazioni fiscali.


Operatore: siamo in attesa che ci comunichi la misura agevolativa a cui sta facendo riferimento e il codice fiscale immesso che restituisce un errore. Quella indicata è una partita iva


Utente: Noi abbiampo codice fiscale e partita iva


Operatore: attendiamo ancora l’indicazione della misura agevolativa e del codice fiscale.


Utente: Fattura iva al 21percento

mercoledì 23 gennaio 2013

Avviso alla cittadinanza

E che è successo?
Ora lo spiego, con calma. La prendo da lontano.

In prima superiore c'era un ragazzo simpatico. Si chiamava Errico. 
Errico non studiava molto. Ma aveva le sue motivazioni. Un giorno si confidò:

io non è che non voglio studiare - disse - mi ci metto pure sui libri, ma subito, tac! Arriva un amico mio e mi dice "Erì annamo a tirà caa fionda?" e io gli dico no. Mi riapro il libro ma tosto arriva un altro amico "Erì annamo aa valle a corre chii caretti?" e io dico di no anche a quest'altro. Mi rimetto a studiare ma non faccio in tempo a finire la pagina che risuona il citofono "Erì annamo aa palude a prende 'e rane?" e a questo punto io non ce la faccio più, gli dico di sì e non studio.

Ecco. Non è colpa mia. Io volevo stare tranquillo ma poi mi si chiede "eh, ma io voglio condividere su feisbuc quello che scrivi!" ma io niente, dico no. Poi mi si richiede "quando ti decidi a mettere il bottone condividi su feisbuk?" ma io niente, prendo tempo, dico che boh. Poi mi ritornano alla carica che vogliono 'sto bottone. E allora, visto che sono pigro e che tanto il blog doveva essere pesantemente rimaneggiato l'ho spostato qui.

Beh, ho iniziato a spostarlo qui. In fondo ci sono solo 8 anni di cazzate da traslocare... serve pazienza, tanta pazienza. Comunque, lì a destra c'è il link che porta al vecchio sito e serve solo per la parte delle fotografie (ancora da razionalizzare) in attesa di traslocare anche quella su piattaforme degne del XXI secolo.

Saluti e baci.

ps. non farò mai il nome dei colpevoli.

Ciclorumentismi #12


5° km

L’attraversamento della via Flaminia è semplice, molto più semplice di quello che si possa presentare grazie ai semafori per il tram. Da qui è possibile ritornare su un brevissimo tratto di ciclabile che passa davanti all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano. È una struttura che trovo brutta ma contemporaneamente affascinante. Sembrano tre giganteschi bacarozzi e vicino c’è un locale frequentato da gente indecente. Ogni tanto passare di qua è un problema, una volta c’è la festa del cinema, una volta mettono una pista per pattinare sul ghiaccio, un’altra volta via vai di operai che montano o smontano strutture. Per un periodo anche una serie di convegni… poco male, in qualche modo si riesce a superare e ci si gode di un momento di libertà da traffico e macchine. L’inverno qui inizia la nebbia, ci si avvicina ai parchi e il fiume poco distante certo non aiuta. Il passaggio dell’Auditorium non è però esente da rischi: il marmo è bello ma con l’acqua diventa un tantinello scivoloso. Procedere con cautela.

Dopo l’auditorium ecco una salita in mezzo alla strada per poi immettersi sulla ciclabile che costeggia Villa Glori andando verso i Parioli. E’ una ciclabile tenuta un po’ male, per usare un eufemismo. Foglie, rami, immondizia, detriti del muro di cinta della villa che ormai cade a pezzi, cumuli di foglie alti quanto un uomo adulto… percorrendola si rischia anche di scontrarsi con dei cavalli (!) e si deve fare un po’ di slalom fra signore ricche con cani al seguito, corridori amatoriali e altro che ora non ricordo.

Quella dei cumuli di roba vegetale è un’autentica iattura. Chi spazza non raccoglie, chi raccoglie non spazza, chi pota non raccoglie e non spazza. Il ciclo di pulizia della strada dura settimane, prima cade la roba dagli alberi, poi viene accumulata, poi viene portata via, mentre nel frattempo ricade roba. E io me ne sto fermo al secondo semaforo più lento della storia.

Originali



Acquisto un DVD, lo metto nel lettore. Mi chiede di scegliere una lingua fra 6000. La scelgo e parte una fastidiosa réclame che mi dice che rubare un film è reato. E non si può saltare. E m’innervosisco. Ma proprio a me che l’ho comprato originale fai la morale? L’unico modo per baipassare questa schifo è indicare una lingua assurda, tipo il Ladino o lo Swahili (segnatevelo).

Se scegliete una lingua “normale” partirà la pubblicità in quella lingua. Gigabyte di dati persi per questa stronzata e che invece si potevano usare meglio, tipo con un’interessante intervista extra alla mamma dell’aiuto microfonista. Ma alla fine si va oltre. Oltre c’è la pubblicità dei film presto nelle sale e/o presto in dvd. Utile, soprattutto se quel dvd, magari, lo hai comprato a 6 anni dall’uscita del film. Ok l’effetto amarcord, ma io pagato per avere un film da vedere, ho comprato quello che c’è scritto sulla copertina e mica mi avete fatto sconti perché c’era la pubblicità. Che poi, magari, ti becchi pure lo spot del nuovo bellissimo formato digitale molto più bello di quello che stai usando adesso. Tipo il Purple Ray Odorama per sentire finalmente l’odore di ascella di Matt Damon. Brutti imbecilli, vi rendete conto che se ho acquistato un dvd (disc) è perché ho un DVD (lettore) e ho intenzione di tenermelo? Altrimenti perché comprare un dvd se poi domani compro l’altro trabiccolo? C’è nessuno in casa? Base chiama produttori di dvd, base chiama produttori di dvd… 

Alla fine parte il tuo film. Ma a un certo punto salta. Si blocca. Si vede male. E ti ricordi che lo avevi prestato a tuo padre e ti sovviene un mezzo discorso di lui che i dischi li usa come sottobicchiere, freesbie, portachiavi, basi per torte e financo per poggiarsi i supplì caldi. E ora non si vede più. E allora pensi che il prossimo, prima di prestarlo, è meglio che lo copi prima, sai mai in che mani finisce. E non puoi. Lo hai comprato originale, cretino, non puoi copiarlo.

Allora lo scarichi da internet. Ci metti meno che uscire e andarlo a comprare. Ed è gratis. Non ci sono pubblicità stronze. Puoi copiarlo a chi vuoi. E quindi ti viene il dubbio che ti abbiano fottuto.

Ti chiedi perché chi acquista l’originale, invece di essere lodato, coccolato, ringraziato ma soprattutto agevolato, tipo che acquistando il dvd di, mettiamo, un film d’azione con una bonona a caso, poi la bonona te la recapitano a casa e, insomma, da cosa nasce cosa e siamo tutti uomini di mondo… insomma, capito, no? Dicevo, invece di questo, invece di farti vedere subito il film prima ti dicono che, sì, hai l’originale, ma che non ti venga voglia di copiarlo, perché lo sappiamo che hai comprato l’originale ma solo perché vuoi farci i soldi rivendendone copie scrause a Porta Portese e quindi sappi, anche se hai l’originale, che la pirateria è un reato, è come rubare una macchina, come scippare una vecchia, come uccidere gattini a mani nude, come sterminare un popolo con futili scuse religiose e che questa volta passi ma ti teniamo d’occhio, stai manzo! Poi ti dicono che visto che, comunque, hai un disco originale, forse ne vorresti altri, perché probabilmente non sei pratico di originali, ma sai, ci sono anche altri titoli eh! E quest’informazione è molto più importante del film che vorresti vedere, perché quando ci ricapita uno con un originale in mano?

E questo vale per tutto. Vi ricordate per quel sistema operativo che quando lo compravi dovevi pure telefonare a qualche sfigato in un call center per fartelo attivare? E ti davano un codice che poi non potevi più formattare che poi altrimenti ti diceva che il software lo avevi rubato (stronzo! Ladro infame! Muori!) ma tu, magari, avevi solo dovuto cambiare hard disk… e invece a rubarlo non avevi tutte ‘ste rotture di palle! A saperlo prima!

E succedeva anche coi dischi. Tu lo compravi, ma non potevi mettertelo nel tuo lettorino di mp3, perché lui aveva il sistema anticopia. E non esiste. E ora lo stanno facendo pure coi libri elettronici.

Insomma, la migliore pubblicità alla pirateria la fanno quelli che si lamentano di non vendere abbastanza originali. Ma io aspetto sull’argine i vostri originalissimi cadaveri.



mercoledì 16 gennaio 2013

Soulsavers - The Light The Dead See



La fisarmonica sulle prime note di Ribera Edit lo chiama a gran voce, ma è un brano strumentale e lui non si presenta. Anche la successiva In The Morning sembra fatta apposta per lui. Ma c'è un altro. E ti disorienta, come tornare a casa e trovare tua moglie a letto con uno che non sei tu...

E ti senti tradito.

Ma proprio quando pensi che il tradimento sfocerà in un dramma della gelosia da cavalleria rusticana, capisci che in realtà è meglio così. Gahan è elegante quanto Lanegan è sofferto e con la sua gigantesca interpretazione si addentra ad esplorare un territorio a lui avulso e lo sconvolge, lo trasforma, porta l'America a vagare nell'Atlantico naufraga verso le nebbiose sponde d'Albione. E se non ci credete prestate orecchio a un pezzone come “The Presence Of God”.


I Soulsavers ci avevano abituato a Marc Lanegan, alla sua voce sofferta, sporca, profonda e perfetta interprete per esaltare le tinte blues e soul dei dj britannici. Dopo due grandissimi dischi con Lanegan ci imbrogliano e si rivolgono a Dave Gahan. Esatto, QUEL Dave Gahan o vi siete scordati dei Depeche Mode?

L'infamia è sfacciata. Tracce che sembrano scritte per Lanegan (si ascoltino “Longest Day” e “Just Try” a titolo esemplificativo) cantante da un altro, un altro che non c'entra niente. Blues, soul, America folk calda e sudata lasciata nelle mani di un'algida rock star inglese. Pazzia!

E succede che The Light The Dead See sia il disco più bello mai partorito fino ad oggi dai Soulsavers. Con i lavori scorsi si vinceva facile, un Lanegan lasciato a sguazzare nella sua acqua non può deludere nessuno, ma il capolavoro lo ottieni solo rischiando ed è quanto succede con questo stupefacente Lavoro.