Citazione
venerdì 31 ottobre 2008
mercoledì 29 ottobre 2008
figure retoriche
Io ero assieme al Sire, ce la siamo presa tutta e, per giunta, non funzionavano manco più i cellulari.
Non è questo il punto. Siamo andati all’Hard Rock Cafè perché c’era un tipo che presentava un disco. Credo che quella di ieri sia stata la serata delle figure retoriche. Ora, iniziando proprio da noi, io ero troppo rock’n’roll pure per l’ormai uber-leccato Hard Rock Cafè, il Sire sembrava invece uscito da un ritrovo d’intellettuali dei primi del secolo. Tante bambine agghindate e altrettanti nasi finti, personaggi degni di una commedia anni ’80 con Gerry Calà, un tipo piuttosto manfruito nell’aspetto conciato come una sorta di Rimbaud de noantri, uno speaker lecca culo, truccato come una starlette della televisione e anche un po’ imbarazzante, un tecnico delle luci caustico (“Ringrazio Pippo per aver portato tutte queste persone!” “E se poteva impegnà de più...”), il barman più lento dell’emisfero (16 minuti netti per servire 3 birre) ma soprattutto, una volta fuori, il vecchio sordido.
Pensate. Pioggia impossibile per ore. Città totalmente allagata e questo vecchio, che ti si avvicina zoppicante, mentre tu cammini un po’ ingrugnato, con ombrello a altri impicci di ogni tipo in mano e ti chiede “night club?” “Uh?” “volete un night club...” con il fare insinuante di una tenutaria di bordello. Credo di avergli risposto male.
martedì 28 ottobre 2008
pedalate costruttive
“non voglio farti incazzare ma solo provocarti”, ha scritto una persona. Fa bene. Lo fa anche il mio amico Supergiovane. Ed è qualcosa che apprezzo nel profondo.
“ma non potreste almeno smetterla di fare i martiri?non avete proprio idea di che cos'è la vera repressione in regimi di dittatura ed è dal 68 che siete liberi di manifestare un dissenso per nulla costruttivo e molto dannoso.”
Ed è tutto vero. In questo sono d’accordo. In coscienza non mi sento particolarmente martire. Mi rendo conto di non avere riferimenti concreti, più che martire mi sento a tratti abbandonato, a tratti uno scemo che urla in un deserto. Ma sta bene così. Alla fine se non mi vengono idee migliori la colpa è solo mia.
Si protesta. E ci sarà sempre qualcuno che ti accusa di farlo male, lo dicevano anche agli operai quando protestavano per diritti sacrosanti.
Per questo, come ebbi a dire al mio babbo forzaiolo, non è bello criticare chi protesta, soprattutto dopo essersi beati dei risultati di chi, a suo tempo, ha protestato... ferie, malattie pagate, maternità, tfr, aiuti per i figli, diritto allo studio... e protestava sempre in modo per nulla costruttivo e molto dannoso, facendosi pure pestare e sparare contro. Eppure...
Della repressione vera non ne ho esperienza diretta, so però che ci sono tante forme di repressione e nessuna di queste è bella o tranquilla. So però che un nemico che vedi in faccia è più facile da affrontare di uno che ti si insinua nel di dietro talmente bene che poi ti piace pure.
“Particolarmente insopportabili sono i genitori borghesi di sinistra”. Per questo, in taluni ambienti, sono considerato alla stregua di un fascista. Ma io i radical li considero una delle più grandi piaghe di questo Paese, sarà per questo che provo fastidio fisico alla vista di Veltroni, un po’ il gran visir di tutti i radical del mondo. E credo che questo (i radical) siano l’effetto più vistoso del gigantesco errore della sinistra, l’aver preferito i salotti alla strada, aver lasciato perdere gli operai per mettersi a parlare coi loro figli dottori.
“mi piacerebbe che fossi un po’ meno appassionatamente schierato”. In realtà non saprei. Non mi sento schierato. Con chi sarei schierato? C’è pure chi mi accusa di essere sempre e testardamente contro tutto e tutti. Io penso solo di essere ragionevole, ma è quello che pensavano pure Cesare e Pompeo mentre si scannavano a vicenda, temo. Appassionato si, quello sempre e mi volete bene per questo, su, ammettetelo!
L’unica cosa che vorrei è che i ricchi fossero un po’ meno ricchi, così da dare l’opportunità ai poveri di esserlo un po’ meno. Che chi non ha difficoltà aiutasse un minimo chi ne ha. Che un cinese che sa poco di italiano, forse, rallenta la sua classe, ma di certo a metterlo nella classe dei negri non gli si risolve il problema e, magari, può pure essere che sia bravo in geografia, disegno o matematica. Alla fine che si ragionasse un po’ meno in termini di “io” e un po’ più in termini di “noi”. E che lo dica uno che non è credente e manco marxista un po’ fa sorridere, credo.
Boh, poi è solo il pianto di un bimbo che si è visto consegnare in regalo un giocattolo brutto e pure rotto. Mi hanno messo al mondo e mi hanno detto “questo è il mondo che abbiamo fatto per te”. Bell’affare. Niente scontrino, niente garanzia. Pedalare. E manca la catena.
lunedì 27 ottobre 2008
venerdì 24 ottobre 2008
mercoledì 22 ottobre 2008
odio
Mi trovo un foglietto verde nella posta. Lo trovo l’altro ieri. Mi dice che hanno provato a consegnarmi una raccomandata contenente atti giudiziari 3 giorni prima ma che non c’ero. Mi dicono di andare in un specifico ufficio postale, ovviamente uno di quelli aperti solo la mattina.
Vado. Mi avveleno di bile per trovare parcheggio e anche un po’ per l’apprensione... atti giudiziari? De che? M’hanno denunziato? Arrivo allo sportello. Documento, grazie, un attimo, prego, scusi.
“le hanno indicato l’ufficio postale sbagliato”
“cosa?”
“le hanno indicato l’ufficio postale sbagliato”
“...”
“deve andare qui” e indica. Indica l’ufficio postale sotto casa.
“grazie”
Impreco.
Molto.
Riprendo la macchina. Traffico poi, miracolosamente trovo posto davanti all’ufficio. Entro. Firmo. Ritiro. Cos’è?
Il bollo.
Del 2005-2006.
Ero sicuro di averlo pagato.
Forse nel 2005 però ho venduto la macchina e il bollo l’ho pagato su quella nuova.
Quando ho venduto la macchina?
Boh!
Contatto l’acquirente, che per fortuna è un amico e sa che sono rincoglionito. Gliel’ho venduta l’anno dopo. Ricordo con chiarezza la sua faccia mentre gli do i documenti dicendogli “per il bollo è a posto, ho pagato quello di quest’anno e pure gli arretrati”. Ricordo l’esborso.
Ora mi dicono che non è vero. Lo pagai on line. Sicuramente stampai la ricevuta. Poi, vai a sapere che succede a un pezzo di carta. Lo avranno rapito e venduto, probabilmente.
Io lo odio il bollo. Non so mai quando devo pagarlo, mi fido del sito dell’Aci che però non ti avverte se hai arretrati. Almeno con me non lo fa, il bastardo. Però devo ricordarmi “uh, ma non è che si deve pagare il bollo?” mi chiedo ogni tanto. L’assicurazione te la mandano a casa. Il bollino blu è attaccato al vetro e la revisione si fa nello stesso periodo però solo gli anni pari. Tutto facile. Tranne il bollo. Scade ad aprile. Che cazzo di mese è APRILE per far scadere le cose? Primavera, sei pieno di ormoni, le femmine per strada iniziano a denudarsi e dovrei ricordarti del bollo?
No, poi, ora, mi sento anche un bel po’ preso per il sedere. Allegato all’Atto di accertamento e contestuale irrogazione di sanzioni in cui mi si dice di essere un criminale, c’è un foglietto, un modulo per richiedere l’annullamento della richiesta di pagamento. Il modulo è, prima di tutto, scritto con un fastidioso carattere frufru, tipo il carattere che si trova nei fumetti.
Cioè, quando mi accusi di essere un ladro lo fai con caratteri serissimi, quadrati, perentori e poi mi dai l’occasione per scagionarmi così, un po’ alla buona, amiconi, pacche sulle spalle? E poi... e poi... dichiaro di aver correttamente effettuato il pagamento alla Ragione Lazio in data ........ per la somma di lire .... di LIRE? LIRE!?!? Nel 2008?!
Devono soffrire tutti. Ecco.
Odio il bollo.
martedì 21 ottobre 2008
supereroi
I supereroi esistono anche nel mondo reale. Per esempio la mia piscina ne è gremita, purtroppo sono tutti supereroi malvagi che lottano per distruggere il mondo.
L’Uomo Boa. Si caratterizza per il suo sguardo solitamente spento, ha la capacità di riuscire a rimanere perfettamente immobile (se immerso in un fluido). Non importa quanto agiterà gli arti, resterà fermo, lì, in mezzo alla vasca. La sua stazza, spesso notevole, risulta quindi un ostacolo insormontabile per ogni altro nuotatore.
L’Uomo Busta. In un certo senso è l’esatto contrario dell’Uomo Boa. Da un’osservazione superficiale sembrerebbe essere portato in giro dalla corrente. In realtà il suo potere gli permette di essere sempre d’intralcio agli altri nuotatori. Riesce ad occupare tutta una corsia in larghezza e, alcune volte, anche in lunghezza. Non importa quanto tu ti dia da fare, l’Uomo Busta sarà implacabile, gli finirai sicuramente addosso soffocando.
L’Uomo Cozza. Secondo alcuni è una mutazione dell’Uomo Boa, io non sono d’accordo. L’Uomo Cozza non è mai da solo, ha una serie di seguaci che hanno il compito di venerarlo e imitarlo in tutto. La sua arma più potente sono i ganci che gli escono da tutto il corpo e che gli permettono di ancorare al bordo della vasca sé stesso e tutti i suoi sodali. Quest’aggregato umano si dimostra pericolosissimo, intanto perché riduce lo spazio vitale degli altri nuotatori (ad esempio se a questo si unisce l’azione di un Uomo Boa è davvero la fine), secondo perché è in grado di risucchiare e assimilare l’avventato natante che dovesse avvicinarsi troppo.
L’Uomo Medusa. Il più pericoloso e potente di tutti perché oltre ad essere velenoso ha assorbito parte dei poteri degli altri aumentandone l’efficacia. L’Uomo Medusa, inoltre, possiede il dono dell’intuizione: sa esattamente quando lasciarsi andare alla deriva per procurare il massimo del danno all’incauto nuotatore. L’Uomo Medusa è anche in grado, tramite il suo sesto senso straordinario, di riconoscere le ciabatte, le tavolette e gli accappatoi degli altri e farli propri, generando malumore, pessimismo e, spesso, risse.
Il Pomper. Il Pomper è uno strano tipo di individuo, la sua unica capacità è l’abnegazione. Lo potrete trovare in piscina a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, ma non perché, come l’Uomo Medusa, sappia intuire quando darvi fastidio. Il Pomper si dedica alla causa in modo maniacale, studia, si allena, parla esclusivamente di nuoto pur non sapendo affatto nuotare.
Il Cyborg. Quest’ultimo è uno strano personaggio, spesso confuso con il Pomper, che tenta di supplire alla sua inabilità al nuoto con modifiche strutturali del corpo, plug-in, innesti e attrezzi di varia natura. Facile vederlo dotato di pinne di diverse dimensioni, palette, guanti palmati, maschere da sub, eliche o arti intercambiabili.
lunedì 20 ottobre 2008
terrorismo
Ricevo e diffondo...
Un tipo a Milano sgonfia le gomme dei SUV lasciando poi questo bigliettino:
Non mi pare un'iniziativa così sgradevole, alla fin fine...
Servisse mai per far capire a qualcuno che ognuno è libero di far ciò che vuole nella misura in cui questo non è di fastidio al resto della società.
si ringrazia Biondonoid per la segnalazione
venerdì 17 ottobre 2008
giovedì 16 ottobre 2008
dolci perversioni
Sono stato in una gelateria dove si vendono anche dolciumi di varia natura... tipo quelle cose gommose e colorate dal sapore indefinito e insalubre e poi un sacco di lecca lecca.
C’erano i classici lecca lecca piccolini a palla, c’erano quelli schiacciati e grandi... poi quelli un po’ più audaci... tipo i lecca lecca a forma di pisello. Visto che in materia di perversioni non può mancar nulla, c’erano anche i lecca lecca a forma di piede.
Ma non è finita qui.
Per i più deviati c’erano questi:
mercoledì 15 ottobre 2008
chez le garagiste
Un meccanico, come ce ne sono tanti. Questo però è ganzo, ha il mechintosc vicino la cassa. Un mechintosc che lui smanaccia con le mani lorde di morchia. E’ divertente vedere tutto quel bianco ipertecnologico brutalizzato da ditate nere indelebili.
Poi la perla.
“mi fa la fattura?”
“eh... ma abbiamo montato un pezzo usato –ammicco– sai... avevi detto che quello nuovo costava troppo –ammicco–ammicco– capito, no?”
“veramente no...”
“eh... è usato capito? –ammicco– Non mi risulta l’acquisto –ammicco–ammicco–ammicco– cioè, hai chiesto...”
“Vabè” e allunga il bancomat
“Ah... non hai i contanti? T’ho spiegato –ammicco–ammicco– che è usato”
“Sì, ho capito...”
“Ho capito che hai capito –ammicco–ammicco– ma...”
“Ma non ho contanti, quindi o questo o niente”
Io odio tutto questo.
martedì 14 ottobre 2008
pezze di classe
Dite quello che volete, ma io la Mara la trovo sempre più sbattuta (e, brutti maliziosetti, no, non ho in mente doppi sensi, almeno non troppo, via!) e smunta. Con i suoi occhioni sgranati ben oltre le orbite che fanno presumere una simpatica indulgenza verso altrettanto simpatiche polveri e additivi chimici e relativi visioni mistiche. È stata in tivvù qualche giorno fa e ci ha regalato delle pezzature davvero chic.
giovedì 9 ottobre 2008
intuizione
"L'uomo ha finito di evolversi!" tuona il genetista Steve Jones, però, vista la quantità di coglioni in giro, forse si è solo invertito la marcia...
venerdì 3 ottobre 2008
giovedì 2 ottobre 2008
aspettando godot
Aspettando Godot è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett. Vladimiro ed Estragone aspettano su una desolata strada di campagna un certo Signor Godot. Ci tengo a sottolineare che i due, nonostante i nomi e nonostante passino del tempo lungo una strada desolata, non sono dei viados... o almeno la cosa non viene mai menzionata durante l’opera. Il personaggio di Godot non apparirà mai sulla scena, ne mai si dirà niente sul suo conto e i due passeranno tutto il tempo aspettandolo.
Permettetemi una considerazione banale, aspettando Godot è una metafora della vita stessa. Ognuno di noi aspetta un Godot. Ci sono Godot di varie forme e dimensioni, persone, donne, amori, amici, lavori, aumenti, promozioni, titoli di studio. Quando riuscirò, quando avrò, quando tornerai, quando succederà, .... quante volte abbiamo fatto questo discorso? Quante volte abbiamo posticipato la felicità legandola a un evento più o meno incerto posto nel futuro? Dai, su, non fate gli gnorri, ci siamo cascati tutti, chi più chi meno.
Tranquilli, non attacco con i carpe diem, con i quant’è bella giovinezza o con improbabili proporzioni fra uova e galline. Semplicemente vorrei puntualizzare che non è vero che Godot non arriva mai. Ogni tanto si presenta pure, ma com'è arrivato è assai possibile se ne vada. Se è frequente che, per aspettare Godot, si perdano possibilità di ogni tipo (e questo è già un grosso errore) va anche ricordato che l’arrivo di Godot, di per sé, non vuol dire niente, visto che tendiamo poi a mandarlo in giro da solo per rimetterci in attesa.
Arriva un momento della vita in cui si deve decidere se gettarsi di nuovo tra i flutti del fato aggrappati alle insperate fortune che passano o continuare a crogiolarsi nell'attesa, così da poter incolpare qualcun altro (Godot) del proprio miserrimo stato.
Nessuno è mai sicuro che sia davvero giunto il momento di lasciare Godot per strada, e si tentenna. Io credo ormai che la cosa migliore, dopo una ragionevole attesa, sia andarsene, lasciando a Godot il compito di raggiungerci e giustificare, nel caso, il ritardo. Per cui... sono le 9, io me ne vado!
mercoledì 1 ottobre 2008
potrebbe piovere...
Ancora non ho digerito l’orrore di andare a lavorare in macchina, in un posto brutto in una zona orrenda. Faccio pure straordinario. Giusto quelle 2, 3 ore in più al giorno che ti riconciliano con il lato peggiore di te stesso. Ieri poteva piovere, invece, tornando a casa, ho trovato una manifestazione.
Per farvi capire meglio l’entità del dramma, il mio quartiere sorge alle pendici di una collina (che i locali chiamano monte, ma passiamo oltre), in zona semicentrale. Il quartiere è servito da una strada, che serve anche come accesso alle zone più a monte. Questa strada, ieri, è stata chiusa.
Alle sette di sera.
Sembravano i festeggiamenti per la vittoria ai mondiali... tolte le bestemmie, almeno.
La manifestazione, a giudicare dal delirio e dalla quantità di vigili urbani presenti, doveva essere iniziata da almeno un’oretta. Si manifestava in memoria di Walter Rossi, cosa che, visti i tempi che corrono, mi sembra anche sacrosanta...
Se escludiamo visioni mistiche, travasi di bile e maltrattamenti ai santi, l’ho presa anche bene, si può pure dire con filosofia.
Viene da chiedersi chi sia lo scienziato che ha autorizzato il tutto... ma perché farsi il sangue amaro?
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