Citazione

giovedì 29 marzo 2012

la vita, l'amore e le pecore nere



Ritorniamo a parlare di stili di vita alternativi. Perché? Perché ho avuto modo di conoscere le gesta di Davis Bonanni e del suo progetto pecora nera.


Gli attenti miei affezionati seguaci, ricorderanno (o almeno fatemi illudere che sia così) le mie invettive all’indirizzo di Simone Perotti e al suo pontificare un po’ pedante e, se me lo consentite, facilone sul downshifting. Sappiate da subito che non ripeterò la stessa manfrina per Davis. No.

Davis è un povero diavolo a tutto tondo, con un’idea da povero diavolo e con tutti i limiti, i dubbi e le domande di un qualsiasi povero diavolo. Ovvero, se Perotti pontifica col suo “ho abbandonato la vita del supermanager per fare lo skipper, l’insegnante di barca e lo scrittore, spendo solo 800 euro al mese”, Davis descrive quello che ha fatto, quello che fa, quello che gli riesce bene, quello che non gli riesce. Si mette a nudo, con onesta, senza nascondersi dietro o dentro a un personaggio. Soprattutto senza voler insegnare niente a nessuno, senza pontificare.

E l’esempio di Davis è più vicino, non parliamo infatti di un supermanager pagato eccessivamente che reagisce allo stress cambiando lavoro e città. Parliamo di un ragazzo che dopo 5 anni da perito informatico decide di vivere lavorando la terra. Non parliamo di uno che loda la sua capacità di vivere con soli 800 euro al mese, ma di uno che si rammarica di spenderne ancora 200 e che cerca una soluzione al problema.

La storia in fieri di Davis mi sta facendo riflettere e penso che dovrebbe far riflettere soprattutto quella generazione che non riesce a trovare sé stessa né il proprio spazio nel futuro. Forse il futuro è il ritorno alla Madre Terra, che è grande, e ha spazio per tutti.

martedì 27 marzo 2012

Gorbaciof (Stefano Incerti)

Un film italiano che sembra un film orientale, una sorta di Ferro Tre nella terra dei guappi. Strano, intrigante, teso, tutto silenzi e attese. E tensione che sale. E il tutto rovinato da uno dei finali più stronzi e tirati via di sempre. Ma roba da prendere il responsabile e infilargli una matita in un ginocchio.

martedì 20 marzo 2012

L'Ultimo Terrestre (Gian Alfonso "Gipi" Pacinotti)


Le gemme che non t’aspetti...

io però un po' me l’aspettavo, Gipi come fumettista m’è sempre garbato un sacco e attendevo il film con ansia. Poi non sono riuscito a vederlo in sala e mi sono ridotto a leggere le recensioni in cui si parlava solitamente di un flop o un mezzo flop.

Poi però sono riuscito a vederlo e questa strana storia dei marziani che arrivano nel pisano mi ha scavato dentro. Non è una storia di fantascienza, il marziano è l’iperbole che mostra come la realtà attuale sia troppo cinica, troppo gretta, troppo oltre la soglia di non ritorno.

Insomma, sembra un film divertente, una commedia surreale. Sbagliato. E’ un film che pesta. E duro.

Certo, avrei gradito anche la distruzione di Pisa alla fine, ma non si può chiedere tutto...

giovedì 15 marzo 2012

In Time (Andrew Niccol)


La premessa è di quelle forti: un futuro dove l’unica moneta utilizzata è diventata il tempo. La gente è geneticamente modificata per fermare l’invecchiamento a 26 anni, da lì in avanti dovrà guadagnare e pagarsi ogni minuto sulla faccia della terra. Lo scenario è già più prevedibile: un’élite di centenari contrapposta a una massa di poveracci condannati a morire più o meno giovani. La prima bruttura (estetica) arriva con l’idea di disegnare sul braccio di tutti un timer verde fluorescente con gli anni di vita residui.

Il film parte da qui. E ci si ferma anche. Sviluppo più che prevedibile e narrazione da dilettanti. Avete presente quei film dove uno dei personaggi è costretto a spiegare agli spettatori le cose perché il regista non è stato in grado di farle capire/vedere/intuire? Eccolo. L’aggravante è che qui le stesse cose sono pure ripetute 2 o 3 volte. E poi c’è la cagna anoressica protagonista ad aggiungere un ulteriore elemento di fastidio.

Partendo da Gattaca è triste vedere Niccol ridotto così. Speriamo lo accechino e che non ci riprovi più

mercoledì 14 marzo 2012

Fatti non foste a viver come bruti


Gherush92 non è uno sfigatone che rischiate di incontrare in un forum o in una chat bensì trattasi di un’organizzazione di consulenti speciali per il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, più prosaicamente (stando al loro sito, invero ben squallido) Gherush92 Comitato per i Diritti Umani è un’organizzazione non governativa no profit. Mica pizza e fichi, insomma.

E perché dovrebbe interessarvi? Beh, decidetelo voi, i signori in questione avrebbero stabilito che la Divina Commedia di Dante Alighieri trattasi di un testo diseducativo in quanto pericolosamente antisemita, omofobo e denigratore di Maometto e dei suoi seguaci. Ne andrebbe quindi vietata la lettura nelle scuole. E mi chiedo perché non, a questo punto, il rogo in pubblica piazza, come un Mein Kampf qualsiasi.

Siete senza parole, vero?

Valentina Sereni, presidente di Gherush92, precisa: "Il poema pilastro della letteratura italiana e pietra miliare della formazione degli studenti italiani, presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene proposto senza che via sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all'antisemitismo e al razzismo". 

Magari la Sereni si è diplomata male in qualche oscuro istituto tecnico e ha scoperto di recente che i libri sono scritti pure dentro e, in preda a un'euforia, si sta ubriacando di letture e scopre cose su cose e, semplicemente, non ha visto la data di pubblicazione di questo curioso testo che sarà pure Divino ma come Commedia non fa per niente ridere.

Oppure questa sparata sia fatta esclusivamente per vendetta, più che per demenziale miopia è grande. Per vendicarsi delle infinite ore passate a sorbirsi il prof di lettere a spiegare ogni maledetta parola dell'infame testo.

Cosa succederà quando la Sereni e i prodi inquisitori sapienti di Gherush92 s’imbatteranno in Shakespeare? E nella bibbia? Aboliti anche quelli?

La mente vacilla

martedì 6 marzo 2012

The Social Network (David Fincher)


Io non lo avrei mai guardato, questo film. Una pellicola su un fastidioso miliardario ventenne. Fra l’altro piuttosto in vita, in soldi e in salute. Epperò la firma di Fincher m’incuriosiva. E quindi tentennavo. E poi l’oscar. E poi tutti che parlano di capolavoro. E il tarlo della curiosità ha vinto. 

Per fortuna.

The Social Network è una vero filmone e il soggetto non è quello che pensate. Altro? No. Basta così. Guardatevelo e traetene le vostre conclusioni.

Ah, i gemelli Winkelwoss in realtà sono uno solo. Cioè, sono due, ma su uno hanno attaccato la faccia dell'altro.