Citazione

mercoledì 31 ottobre 2012

Il Grinta (Joel e Ethan Coen)

Il remake non fa rimpiangere lo storico film con John Wayne ma contemporaneamente non lo migliora neanche. Le due pellicole sono parallele e un plauso ai Choen per non essersi messi a fare a gara. 

Un ottimo western. Non serve dire altro. Grazie.

martedì 30 ottobre 2012

Malanni


La cosa più preoccupante di un figlio è la quantità di germi, batteri e malattie che riesce ad introdurti in casa.

Un bimbo piccolo è un untore fatto e finito che, fra l’altro, vive in un ambiente costituito da suoi pari. Una sorta di condivisione, di peer-to-peer dei malanni, di coltivazione e gioiosa distribuzione di virus.

Quindi non fidatevi dei bimbi, soprattutto di quelli che usano frequentarne altri tutti insieme!

E sembra di essere tornati indietro nel tempo, a quei momenti dell’infanzia in cui ti aggiravi in casa vestito da palombaro spaziale (o almeno io lo ero, pigiama con i calzoni rigorosamente dentro i calzini, tuta, maglione e vestaglione di flanella a incartare il tutto) stanziando fra il letto e la televisione, stupendoti di quanti fichissimi telefilm si potessero vedere nell’arco di una mattinata. L’effetto proustiano di memoria resta, la mia petit madeleine è il momento in cui qualcuno o qualcosa mi dice “tu stai male, oggi resta a casa”... e che sia il termometro, la sig.ra Rumenta o la tazza del gabinetto ricolma dei miei succhi gastrici poco importa: la consapevolezza di quel momento mi riporta immediatamente alla voce ringiovanita di mia madre che sentenzia “oggi niente scuola”. E’ un attimo libidinoso. Dura anche meno di un orgasmo a ben vedere. Ma è realmente appagante.

E all’orizzonte ci sono una o più giornate passate a ciondolare fra il letto e la televisione chè oggi, come all’ora, quando sto male, non c’è verso di riuscire a leggere. E, dato che sicuramente ve lo state chiedendo, in questi momenti sprofondo in un abrutimento estetico degno di un primate spaziale, ma almeno non metto più i calzini sopra il pigiama.

mercoledì 24 ottobre 2012

Lost (J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber)


Telefilm rivoluzionario. Funzionano i tanti personaggi, funziona la narrazione fatta di flashback, funzionano le idee pazze della trama. Poi però lo hanno mandato in vacca. La carne al fuoco è diventata troppa, misteri che generano misteri fino a sfociare nel demenziale, fra isole che si spostano con una specie di timone e statue egiziane con 4 dita. Ma il peggio è che il tutto viene fermato da un finale che non solo cala dall’alto ma è pure brutto brutto brutto e sbagliato.

Ma forse è meglio così, almeno non dovremo sorbirci per gli anni a venire i tifosi di Lost.

Il voto è una media. Altissimo all’inizio, più che bassissimo alla fine.

giovedì 18 ottobre 2012

Ciclorumentismi #8


2° km e un pezzetto

Quando giro a sinistra? Qui s’improvvisa. alcune volte è facile, altre è troppo rischioso, il piano b è fermarsi al semaforo e attraversare al verde coi pedoni, usarli come scudi umani. Che poi è un po’ il bello della bici, se non pensi di farcela, puoi fermarti e ragionare con calma, male che vada, ti trasformi in pedone e domani andrà meglio.

Torniamo in sella. Per un breve tratto sono di nuovo fuori dal traffico, con la strada ancora in pendenza. La presenza dell’ASL è foriera di ostacoli, per lo più macchine in doppia fila che scaricano gente malandata. Il peggio è l’imbocco su via Trionfale che, a quest’ora, di trionfale ha proprio poco.

Macchine. Tante e ingrumate in attesa di un verde. I primi tempi qui passavo sul marciapiede per poi immettermi nella circonvallazione al semaforo e facendomela tutta sul marciapiede ampio e sgombro (ad esclusione del banco del fruttivendolo e dei tavolini di un bar). Ora no, tempi ottimizzati, si va assieme alle macchine. Loro tanto vanno dritte, io svolto a sinistra con tutto il tempo e lo spazio per rimettermi poi comodo a destra e correre quanto possibile per allinearmi ai veicoli. Siamo ormai in pianura, vicini alla RAI e in cuffia il Ruggito del Coniglio mi allieta la traversata. Vado spedito grazie all’onda verde dei semafori, solo quando piove c’è qualche problema dovuto alle pozze d’acqua che nascondono profondità abissali e calamari giganti. Ancora una volta, più delle macchina, il problema sono i pedoni che provano ad attraversare la strade a caso. Per fortuna dura poco, giro a destra di colpo e sono nuovamente solo e dopo poche decine di metri mi approprio della ciclabile di Viale Angelico. 

martedì 16 ottobre 2012

Incredibile ma vero


Voglio solo dirvi che pare che il PD abbia trovato il modo per resuscitare Alè Manno. E fargli rivincere le elezioni.

Bersani e Vendola stanno facendo pressing sul loro candidato ideale.

Veltroni.

Addio tutti.

lunedì 15 ottobre 2012

Asini, padri, figli e sindaci


Ieri ho letto una fiaba a mia figlia. Era quella del babbo e del figlio che portano il somaro al mercato. Per chi non fosse pratico col materiale… ci sono questo padre con questo figlio che devono portare un somaro al mercato, per venderlo. Per presentarlo nelle migliori delle condizioni, decidono di legarlo a un palo e portarlo in spalla. Cammina cammina incrociano dei contadini che li guardano e ridono. “guarda ‘sti fessi, ahr ahr ahr si portano il somaro in spalla! Ahr ahr ahr!” Allora slegano il somaro e lo fanno camminare. Il figlio, avendo male ai piedi, gli sale pure in groppa. Superano dei vecchi e li sentono commentare “guarda quel povero padre, il figlio giovine se la spassa in groppa al somaro e lui deve camminare!”, allora il padre prende il posto del giovane in groppa alla bestia. Superano un gruppo di comari e il commento diventa “guarda quel vecchio tiranno, lui in panciolle sul somaro e il povero ragazzino a piedi”. Allora salgono tutti in groppa al somaro ma il gruppo successivo commenta “guarda quei due rimbambiti come sfiancano quella povera bestia” e quindi i due scendono e vanno a piedi. Ma poi incontrano altra gente che li additerà di essere dei fessi perché invece di sfruttare il somaro camminano a piedi. Insomma, la morale è chiara: come fai sbagli.

E mentre raccontavo questa storia, alla radio il sindaco Alè Manno diceva di non uscire di casa, pericolo, pioggia a ettolitri, morte certa, esondazioni, frane, allagamenti, cavallette

E questa mattina c’era il sole e il sito del comune diceva “morte certa ma in fondo anche no, uscite pure tranquilli scuole aperte, ma non dopo il tramonto che allora sì che c’è il diluvio universale”.

E dico, dopo una serie di figure da peracottaro fra esondazioni, piogge torrenziali e neve, il povero Alè dovrebbe aver intuito che è meglio star zitto e agire invece di parlare a caso e peggiorare la propria situazione. Tanto ormai, come quello della fiaba, come dice e fa sbaglia. Stare zitto facendosi semplicemente trovare pronto al peggio?

venerdì 12 ottobre 2012

Ciclorumentismi #7

1° km

Prima di prendere la bici metto il casco. Poi attacco la radio e metto le cuffie. Parto. La partenza è delicata. C’è subito la salita della rampa delle cantine da superare. E’ una salita ripida. Con la parte finale ancora più ripida. Poi mi fermo. Devo chiudere il cancello. Cancello d’altri tempi. In ferro. Da chiudere a mano con sommo clangore. E a questo punto parto davvero. In discesa. Bravi tutti. Poche macchine nel primo chilometro. Alcuni giorni mi fermo pochissimo dopo. Lascio la gnoma all’asilo e riparto. Questa parte di tragico è liscissima. Fino alla scuola. Una scuola elementare-media. Bambini ovunque. Macchine parcheggiata in modi creativi. Autobus. Anziani in fratina fluorescente che aiutano i bimbi ad attraversare la strada. Si supera e poco dopo m’immetto nel traffico vero. Puzza di tubo di scarico, ingorgo, gente incazzata. Incurante di semafori e macchine mi lancio giù per la corsia preferenziale dei bus. Bella la discesa in preferenziale. Si vola velocemente fino alla fine della tappa.

giovedì 4 ottobre 2012

Esso vive


E io lo so che scompaio. E questa volta per un sacco di tempo. Lo so che rispondo tardi alle email. Lo so. Lo sappiamo tutti. È che mi impegnano. Mi fanno lavorare mannaggia a loro. E non mi fanno nemmeno accedere a google drive (nota per mia madre: trattasi di un applicativo office remoto che custodisce anche i documenti) cosicché un po’ delle cazzate che appunto a casa, me le potrei sistemare in un pezzetto di pausa pranzo e pubblicare. Lo stesso problema esiste per le recensioni. Ne ho un po’. In attesa. Puoi farlo da casa? A casa mi scordo. E poi ho altro da fare. La pausa pranzo è sempre stato il momento ideale. Ma è un periodaccio. Eppure qualcosa di scritto ce l’ho. Ma è tutta roba di bicicletta. E non mi pare il caso di ammorbare il mondo con la bici, che poi magari i ciclisti non aumentano per colpa mia che gliel’ho fatta venire in odio. E quindi non pubblico. E spero nel miracolo. Come spesso.