Il cosiddetto web 2.0 ha questo di bello, la possibilità di interagire. I siti si trasformano, non più un media monodirezionali ma diventano strumenti interattivi, fornendo agli autori stessi spunti e approfondimenti permettendo loro di poter vedere le cose dal punto di vista dei lettori.
È il caso del commento lasciato dall’amico Gabriele al post del 26 maggio scorso che riporto fedelmente di seguito:
Rifletto da giorni su cose come l’obiettività, il dialogo, l’utilità (o inutilità) del confronto, l’essere aperti agli altri ed alle loro idee (oltre che alle nostre condivise con i compagni di merende).Ci mettiamo in discussione davvero? Siamo pronti ad accettare che altri la pensino, in perfetta buona fede, diversamente da noi? Riusciremo a fare a meno di pensare che tutto il bene sta da una parte e tutto il male dall’altra? Ognuno di noi cita notizie, dati, episodi, numeri e statistiche a difesa delle proprie idee e CONTRO le altrui. Come se i nostri numeri le nostre statistiche ed esperienze di quartiere, siano garanzia di una verità incontestabile...Ancora di più: quegli stessi dati, quelle stesse notizie, vengono interpretate in maniera diametralmente opposta a seconda di chi le legga. Nessuno spirito critico, o autocritico, ammettiamolo, siamo condizionati, dobbiamo pensarla per forza in un modo una volta che abbiamo deciso da che parte stare e tirar dritto sulla nostra strada con i paraocchi, ce la suoniamo e ce la cantiamo con i nostri amichetti. Questo è ridicolo e triste.Solo questa mattina leggo le novità sulla vicenda del Pigneto: i fascisti non c’entravano. Ma tanto che cambia? Se la notizia era funzionale al discorso dell’ondata di violenza successiva alla vittoria della destra che ora si manifesta per quello che è, un branco di fascisti ripuliti, attraverso il suo popolo violento, intollerante, xenofobo, ignorante, perbenista e benpensante, ipocrita, razzista e soprattutto sempre a caccia di capri espiatori (ovviamente i più deboli) su cui riversare le proprie frustrazioni e cui addossare le colpe di questa società, beh allora possiamo continuare a raccontarci che le aggressioni del Pigneto siano opera dei fascisti, tanto non cambia nulla…
A me ha dato da pensare.
Prima di tutto perché dice cose giustissime e secondo perché vuol dire che quando scrivo spesso non riesco a farmi capire. Proprio ieri, discutevo con altra gentaglia sulla figura dell’italiano sulla cinquantina protagonista della vicenda del Pigneto. Dall’intervista di Repubblica l’anonimo cinquantenne ne esce quasi come un eroe post-moderno.
C’è un fatto importante e pericoloso che emerge all’intervista. Quell’uomo era lì per un fatto privato, un uno contro uno, diciamo. Lui contro un infame. Sono usciti poi 15 stronzi con i caschi e i bastoni che hanno fatto macello ed è questo il punto. La giustizia privata che si sostituisce a quella dello stato. Questo non va. Non può andare e, soprattutto, non può essere avallata dallo Stato stesso. E di questo volevo parlare, non m’interessa se sono di destra o di sinistra, non ho volutamente dato un colore agli aggressori.
Non è un problema di destra e sinistra. Sono abbastanza grande per sapere che coglioni, criminali, voltagabbana e corrotti siano da tutte le parti. Il problema è l’aria che si respira, un problema che va risolto più che cavalcato... il mio sospetto (pregiudizio, se volete) è che la triade Berlusconi-Bossi-Fini preferisca fare la seconda cosa.
I fatti sono che gli episodi di violenza privata (politica, esasperazione o teppismo che sia) si stiano moltiplicando e il governo minimizza, più minimizza e più l’idea che si possa fare si rafforza. Come la storia delle ronde. Di per sé non vuol dire niente. Un gruppo di gente che gira la sera con qualche torcia. Bene ma che idea passa? Che lo stato si rivolge ai cittadini per rispettare l’ordine.
E l’evoluzione di questo concetto qual è? Che il cittadino si sente investito di una qualche autorità e, contemporaneamente, che lo Stato ne ha meno. Si inizia a sentire un po’ più di un semplice cittadino. La ronda potrebbe diventare un po’ più attiva. Oltre alle torce si porta un bastone. Fino arrivare allo sceriffismo privato su larga scala.
Quello che sta succedendo, è molto simile a quanto successo sotto Prodi con la violenza negli stadi. Un poliziotto ammazzato in Sicilia, un quartiere devastato a Roma. Perché il governo non ha avuto il coraggio di fare fino in fondo quello che si doveva fare.
Se il popolo della sinistra paga il fatto di avere dei rappresentati che nella migliore delle ipotesi sono legati a un linguaggio politico di 50 anni fa e nella peggiore non lo dico altrimenti mi arrestano, il popolo di destra, allo stesso modo, paga per la Santanché che dice che i teppisti hanno fatto bene a devastare la casa del grande fratello, paga per Alè Manno e le strade ad Almirante e paga pure per Fini che condanna immediatamente per la sua paura che qualcuno si ricordi che una volta era fascista... dimenticandosi poi che il suo stesso idolo Almirante rivide totalmente, e motivando, la sua posizione sulla questione razziale (mentre da Fini aspettiamo ancora di sapere cosa faceva di Mussolini un grande statista e cosa lo ha indotto a pensare poi che fosse il babau).
Penso che ritornare a dividere la gente in “popolo di destra” e “popolo di sinistra” sia tornare indietro agli anni 60-70, ma a quanto pare a tanti fa ancora comodo così.