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mercoledì 14 gennaio 2009

proporzioni


Qualcuno mi spieghi perché a un morto israeliano ne debbano corrispondere 50 palestinesi perché io in matematica non sono mai stato propriamente un fenomeno.

Ora, non voglio entrare nel merito delle cause, dei motivi e delle colpe, perché è un universo un po’ troppo vasto... ma i numeri non tornano. Ho il sospetto che si applichino le proporzioni di Kissinger, ovvero che se un gruppo di 1000 persone uccide un solo individuo di un gruppo di 10 sarebbe come se questo secondo gruppo ne uccidesse 100 persone di quello più numeroso. Ovvero ci vogliono più palestinesi per fare un solo israeliano.

A questo punto una bomba a San Marino (o Andorra o Vaticano o Monaco, ...) giustificherebbe un autentico genocidio...

Non è più facile dire che è giusto indignarsi per ogni morto ammazzato, a prescindere dalla sua bandiera? Non è più facile dire che ammazzare tanta gente non è più grave di ammazzarne poca ma esclusivamente più orribile e disumano?

Curioso poi che il discorso delle proporzioni possa valere per Israele, ma non per gli Stati Uniti. Per l’attentato alle due torri sono morte 3752 persone (si, ok, prima hanno detto 20.000, poi 8.000, poi 5.000 ma ora il dato ufficiale è questo) per reagire a questo crimine sono stati uccisi fra i 3.700 e i 5.000 civili afghani (la stima non tiene conto delle morti indirette per il blocco degli accessi agli ospedali, al cibo o all'elettricità e non i decessi a causa delle ferite riportate dopo i bombardamenti) e circa 650.000 civili iracheni (le cifre sono confuse, in un discorso ufficiale del 2005 Bush ha parlato di 30.000 morti iracheni e questi già mi sembrano assai, ma c’è chi parla anche di un milione di persone...). 

Leggere queste cose mi fa pensare alla legge del taglione: tu mi ammazzi un parente e io, vittima, giudico da me e te ne ammazzo almeno altrettanti. Un usanza da barbari non ancora sottomessi alla pax romana.

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