Giorni di naufragate internettarie condite da giri per negozi per cercare il prodotto più affidabile rientrante nel budget previsto. Come sempre avevamo pretese altissime, bassissimi consumi, motore potente ma silenzioso, features imprescindibili (tipo la partenza ritardata), semplicità d’uso, cazzabubole digitale ridotte all’osso e anche un’estetica gradevole.
Primo problema: esistono troppi modelli, nemmeno nel mare magnum di internet ci sono pareri su tutti, soprattutto su quelli che, di volta in volta, sceglievamo.
Secondo problema: in ogni negozio c’era quella marca che non avevamo considerato, per cui ricomincia tutti i test incrociati daccapo.
Bene. Alla fine trovi il modello, trovi il negozio, lo trovi in offerta e hai i soldi in tasca. L’euforia è tale e tanta che ti permetti pure il vezzo di estendere la garanzia a 4 anni. Ti dicono che te lo porteranno martedì fra le 14 e le 19.
Martedì mattina chiama un tipo e chiede con un pesantissimo accento romano se a casa c’è qualcuno, gli spieghi che no, non c’è nessuno, che eri d’accordo per una consegna nel pomeriggio. Chiede a che ora può trovare qualcuno, gli dici sicuramente dopo le 14.30, ci riprova chiedendo se la mattina trova qualcuno, confermi che deve passare dopo le 14. Lo accetta mestamente.
Alle 13.30 ti chiama la vicina dicendo che sono arrivati quelli della lavatrice.
Aspettano sul pianerottolo per 40 minuti.
Dopodiché ti portano il catafalco in cucina ma non te lo attaccano, perché il tubo di scarico è corto. E non la collaudano perché non è attaccata. Te la lasciano lì. Salutano.
E tu non sai che fare. Aspetti. Poi vai dal ferramenta per sapere se esistono delle prolunghe per i tubi di scarico. Certo che esistono, ma sono, come minimo di 2-3 chilometri, i 30 cm di cui hai bisogno non sono contemplati. Chi avrebbe mai bisogno di solo 40 cm di tubo?
Sale lo sconforto. Poi arriva il suggerimento di provare al negozio di idraulica. Lì hanno delle prolunghe da 1 metro. Bello. Torni a casa, monti tutto, leggi le istruzioni, avvii il lavaggio di collaudo... ed esce acqua dall’oblò...
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