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martedì 24 marzo 2009

la testa


Ieri ero per lavoro a Civitavecchia, chi non la conoscesse, sappia che è una città orrenda con l’unico pregio di avere il mare. Subito dopo pranzo ero, appunto, sugli scogli, quasi in riva al mare a godermi una giornata decisamente primaverile fatta di sole, temperatura perfetta e cielo azzurrissimo.

Davanti a me scogli, sassi e ciottoli oltre, ovviamente, al mare. Tutti i sassi e i ciottoli erano ricoperti da alghe verdissime, tutti tranne uno che da lontano sembrava completamente bianco. Aguzzo la vista, mi concentro, mi sembra che attorno a questo curioso sassone bianco dalla forma un po’ allungata ci fossero un sacco di mosche e moscerini.

Quel sasso sembrava proprio una testa, di mucca o di cavallo e in effetti quel candore era proprio color osso. Mi avvicino. Era una testa di vacca (o di cavallo, perdonate l’imprecisione, ma non è che avessi voglia di giocarci più di tanto) con ancora un po’ di carne attaccata buttata lì, fra i sassi a pochi metri dal mare.

Com’era arrivata lì? Perché? Da quanto? 

Mucca decapitata in mare? Avvertimento mafioso a pescatori e bagnati? Piraña a Civitavecchia?
Magari la prova che le ben note industrie del luogo non trattano propriamente petrolio?

Non saprei, la mia risposta è stata prima usare la testa di mucca come bersaglio per un allegro lancio di sassi e poi, frustrato dalla resistenza del teschio, partire alla volta di Tarquinia per proseguire con il lavoro della giornata.

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