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lunedì 5 settembre 2016

LA RAZIONALITA' DEL COCCODRILLO #16


Mare
di ombrelloni, madri e pezzi

Lei era così. Spariva a botte di messaggi come "ho da fare in palestra, forse ti chiamo quando esco" oppure "devo vedere delle persone" oppure un laconico "faccio tardi". Poi tornava, si facevano fuoco e fiamme per un paio di giorni o magari per un pomeriggio e poi nessuna notizia per un po'.

Un giovedì marcammo entrambi ferie e andammo al mare. Per me andare al mare voleva dire uscire di casa in costume e sandali, portando un asciugamano e i soldi necessari per un panino e un gelato, raggiungere una spiaggia, lanciare l'asciugamano da qualche parte e passare la giornata preferibilmente in acqua. Arrivai quindi da lei in macchina e fu subito passione fin dalla provinciale, come nemmeno da adolescenti.
Al mare però lei si diresse ad uno stabilimento, dove acquistò per lei un ombrello e un lettino. Così, senza parlarne, senza chiedere, senza un confronto preventivo.

Ombrellone, sdraio e lettino sono per me un’immagine che mi rimanda alle vacanze dell’infanzia con mamma, papà e Nib. L’atto di acquistare l’ombrellone mi rimanda a mio padre, al capo famiglia che si prende cura della cucciolata. Un atto borghese da adulto ormai arrivato. Da adulto stanziale. Da vecchio, diciamo.

Per non far la figura del ragazzino dabbene presi una sdraio sacrificando i soldi del pranzo. La situazione mi turbava non poco ma lo tenni per me.

Passammo comunque delle belle ore (digiuno a parte), acqua fresca, cielo limpido, sole caldo, pochissima gente. Sembravamo una bella coppia. Lei mi disse che con me stava bene che fin dal giorno del concerto la facevo sentire al sicuro, che aveva parlato di me a sua madre (!).

Poi tornammo a casa, durante il tragitto in macchina andò tutto bene. Ci ascoltammo un disco dei Miss Pell che lei definì estremamente erotico facendomi pregustare una gran serata. Verso casa le chiesi cosa avrebbe preferito per la sera, se mangiare da lei, da me o andare da qualche parte. Mi rispose:

“Chi ti ha detto che ho voglia di passare la serata con te?"
"?"
"Credo di aver voglia di vedermi con delle mie amiche"
"Beh, sentile, possiamo andare..."
"Non mi hai sentito?"
"Sì, le amiche, chiamale"
"Tu cosa c'entri?"
"Sai, una coppia, di solito sta... in coppia"
"Siamo una coppia?"
"Penso di sì, siamo insieme..."
"Non stiamo insieme, questa è.... è una frequentazione"

La lasciai a casa e tornai alla base riflettendo su quell'informazione. O meglio, no, non rimuginavo ancora nulla, ero arrabbiato, tanto arrabbiato che la salutai a malapena e me ne andai.

A cena, sondai l'opinione di Nib:

"Se una definisse la vostra relazione col termine frequentazione cosa penseresti?"
"Parli di Marta?"
"No, in generale"
"Che si vuole divertire, e finché il balocco sono io ben venga"
"Tu e Carla vi frequentate?"
"È più complicato"
decisi di non approfondire la questione Carla e andai oltre
"E se una ti dice che ha parlato di te a sua madre?"
"Rischio di averla messa incinta?"
"Estremamente difficile"
"Allora vuol dire che è amore, roba forte!"
"E se una che ti frequenta parla di te a sua madre?"
"Non ci sta col cervello ed è meglio che scappi"
"Non ci sta col cervello più o meno di Viola?"
"È una bella lotta, mi sa che finiscono pari, ma, insomma, mi vuoi dire che è successo oggi?"

Gli raccontai tutto. Era basito.

"Quindi, questa prima ti salta addosso in macchina, poi in acqua, poi al ritorno ci riprova nemmeno fossi l'uomo del Mennen, e poi ti scarica come uno stronzo ma non prima di aver raccontato di quanto sei meraviglioso a sua madre?"
"sì, riassumendo è così"
"Hai fatto cilecca?"
"Non direi"
"Allora è matta”
“Quindi?”
“Quindi scappa. Oppure vuole solo trombare e racconta alla madre i dettagli, quindi è matta, quindi scappa. O magari è solo confusa, quindi scappa lo stesso. O semplicemente c'è un altro, tipo un ex con cui fa da mesi tira e molla, quindi è indecisa e coi sensi di colpi"
"Quindi scappo?"
"È un suggerimento da fratello maggiore"
"Fratello maggiore che si accontenta di una frequentazione anche se vorrebbe di più?"
"Lei non può darmi di più e mi accontento"
"Fai finta di accontentarti"
"Te l’ho detto, è complicato... e poi sono fatti miei, e poi mica sono io che sono venuto a chiedere il tuo parere"
"Quindi scappo?"
"Una così non ti merita e ti fa a pezzi. Che fosse strana s'era capito, ma così è troppo. E scommetto quello che vuoi che con le amiche non è uscita".


CAPITOLO 17

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