C’è chi gli anni 70 se l’è vissuti sul serio. Per strada. Combattendo. Difendendo le proprie idee. Manifestando. Strillando. Vedendo gli amici uccidersi di eroina o accoltellati. Ho un caro amico che oggi porta ancora addosso i segni di quel periodo. Una coltellata sotto un labbro i segni di un manganello chiodato sulla zucca.
Erano altri tempi. Noi credevamo di poter migliorare il mondo e il risveglio è stato davvero brutto — mi ha detto una volta — ma almeno noi abbiamo potuto provarci, almeno abbiamo avuto l’illusione. Si andava pure allo stadio leggendo libri di filosofia, quotidiani, informandosi, facendo politica vera in strada, istruendosi, schierandosi. Neri contro Rossi. Poi le ideologie sono crollate assieme ai muri. Sono arrivati gli anni in cui eravamo tutti ricchi, colorati, coi capelli cotonati, impegnatissimi a inseguire una sorta di sogno americano de noantri.
Sul giornale, in questi giorni, leggo questo:
Alla fine ha rinunciato. Niente esame di procedura penale, il terz’ultimo prima della laurea. Augusta Montaruli, 24 anni, studentessa di legge a Torino e dirigente di An-Azione Giovani, ieri mattina è stata affrontata da un gruppetto di autonomi, decisi a impedire le prove d’appello per ricordare gli incidenti alla Sapienza. Lei gira da quattro anni sotto scorta. Tre amici che la proteggono da insulti e anche aggressioni fisiche. «Sono abituata a questo clima, ma oggi era proprio impossibile. Ho ceduto per difendere gli studenti nella mia situazione. Assurdo».
E mi ricordo che un paio di settimane fa, sempre sullo stesso giornale si diceva:
Tensione e scontri questa mattina in via Cesare De Lollis davanti all'università La Sapienza di Roma. A darne notizia sono gli appartenenti ai Collettivi di sinistra che riferiscono di veri e propri tafferugli: "Stavamo attaccando i nostri manifesti dopo che per tutta la notte Forza Nuova ha attacco i suoi davanti all'università, e all'improvviso sono arrivate tre macchine di fascisti che sono scesi con spranghe e coltelli. È scoppiata una rissa che è durata almeno 10 minuti. Un nostro compagno è stato accoltellato e altri si sono ritrovati con la testa spaccata"
Per un momento non ricordo più in che anno siamo. Il calendario grida 2008. Sembrerebbero 30 di meno. Stiamo ritornando lì? Stiamo ritornando agli scontri, ai pestaggi, alla lotta? Ma lotta per cosa? Qualcuno intravede ancora l’utopia di cambiare il sistema? Peggio, c’è chi è convinto che il problema siano quegli altri?
Vista la questione da sinistra, se il massimo che si è riuscito a produrre è il PD di “ma anche” Veltroni, direi che c’è poco da lottare.
Da destra invece si è arrivati al Berlusconismo e fra mafiosi, massoni, fascisti che si vergognano di Mussolini e leghisti c’è davvero poco per esser soddisfatti.
S’è perso un po’ su tutta la linea, da una parte e dall’altra. Non capisco chi abbia vinto, di sicuro il popolo è sempre più bue e disinteressato e quando non è così, è diviso. Non capisco questo rigurgito di lotta a cosa miri. Cioè, lo capisco guardando le cose dall’alto... divide et impera. Crea due fazioni, convincile che sono nemiche e fatti i cazzi tuoi mentre quelli si scannano. Ma dal basso? Possibile che la storia non insegni MAI niente? Possibile che ancora si debba andare avanti con rossi che odiano i neri che odiano i negri e pure i rossi? Possibile che ancora si pensi, oggi, che “rosso” e “nero” siano bandiere a cui attaccarsi per disseminare coltellate?
È un caso che succeda proprio oggi tutto ciò? È una delle tante cose che non so, quello che so di certo è che è ANCHE per questo che la sinistra italiana non esiste più e che il massimo del mancino possibile sia Veltroni. Perché la sinistra si è chiusa, dimentica di tutto, se non del rancore verso il nemico. Anni di lotte, discussioni, rivoluzioni si condensano oggi nel se vedi un punto nero in lontananza spara! È un prete o un fascista. La politica come atto di fede, come bandiera per giustificare la propria esistenza e scaricare responsabilità, prima fra tutte quella di accendere il cervello.
Nessun commento:
Posta un commento