Prologo
Ed eccoci. Invece di fare progetti ambiziosi, cambi drastici di vita, città, lavoro, continente e pianeta, il Vostro prova ad elevarsi dalla sua misera quotidianità iniziando a cambiare il suo stile di vita.
Pensare a passi giganteschi e drastici fa bene. Puoi crogiolarti nella speranza che un giorno riuscirai a vivere meglio fornendoti contemporaneamente tutti gli alibi del mondo per giustificare la tua passività. In sintesi, difficilmente portano a qualcosa di concreto, mai se avete il carattere di Rumenta.
Quindi serve l’inversione di tendenza, si deve intervenire nel piccolo, nel quotidiano, levarsi i sassolini dalle scarpe e poi magari tanti sassolini faranno la frana.
Il primo sassolino è la schiavitù della macchina. Vuoi perché stare in quel barattolo in mezzo ad altri barattoli mi è sempre più odioso, vuoi che spostare quel barattolo costa sempre di più, vuoi che in fondo non ti piace impestare l’aria più del necessario e vuoi altre cosette. La soluzione è convertirsi alla bici.
Bene. Ma nella pratica? I dubbi son tanti. Si parte dalla paura di non arrivare vivi al tramonto, di non farcela più fisicamente perché il passato da sportivo è, appunto, passato. Passato che si appresta a diventare remoto. E poi le salite, eppoi la strada è lunga, eppoi magari dopo un mese di affanni abbandoni tutto, eppoi eppoi eppoi.
Ma poi l’amico furioso orobico mi inietta una bella dose d’invidia. Lui prende la bici e ci va a prendere il treno. E tutto pimpante. E anche il collega Marsigilese, più o meno nello stesso periodo, mi racconta della sua gioia ciclabile. E anche lui è tutto pimpante. Io invece mi sento un rudere abbandonato in un fosso. Con maniglie dell’amore che se non sto attento diventano un maniglione anti panico.
E allora faccio una mini ricerca, scopro che esistono le bici elettroassistite... cioè, lo sapevo già che esisteva, ma non sapevo fossero roba gagliarda e davvero funzionante. Scopro anche che, alla fine, il mio tragitto casa-lavoro-casa proibitivo coi mezzi pubblici diventa fattibilissimo in bici. Incredibile, e alla faccia del sindaco, per il 90% su pista ciclabile. Ecco quindi che paura, alibi e timori iniziano a cadere, la pulce nell’orecchio lavora e anche la scimmia sulla spalla urla per benino.
Infine il passo decisivo, si ordina la bici, si continua a studiare, si acquista un minimo di attrezzatura e si attende.
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