Ieri ho letto una fiaba a mia figlia. Era quella del babbo e del figlio che portano il somaro al mercato. Per chi non fosse pratico col materiale… ci sono questo padre con questo figlio che devono portare un somaro al mercato, per venderlo. Per presentarlo nelle migliori delle condizioni, decidono di legarlo a un palo e portarlo in spalla. Cammina cammina incrociano dei contadini che li guardano e ridono. “guarda ‘sti fessi, ahr ahr ahr si portano il somaro in spalla! Ahr ahr ahr!” Allora slegano il somaro e lo fanno camminare. Il figlio, avendo male ai piedi, gli sale pure in groppa. Superano dei vecchi e li sentono commentare “guarda quel povero padre, il figlio giovine se la spassa in groppa al somaro e lui deve camminare!”, allora il padre prende il posto del giovane in groppa alla bestia. Superano un gruppo di comari e il commento diventa “guarda quel vecchio tiranno, lui in panciolle sul somaro e il povero ragazzino a piedi”. Allora salgono tutti in groppa al somaro ma il gruppo successivo commenta “guarda quei due rimbambiti come sfiancano quella povera bestia” e quindi i due scendono e vanno a piedi. Ma poi incontrano altra gente che li additerà di essere dei fessi perché invece di sfruttare il somaro camminano a piedi. Insomma, la morale è chiara: come fai sbagli.
E mentre raccontavo questa storia, alla radio il sindaco Alè Manno diceva di non uscire di casa, pericolo, pioggia a ettolitri, morte certa, esondazioni, frane, allagamenti, cavallette
E questa mattina c’era il sole e il sito del comune diceva “morte certa ma in fondo anche no, uscite pure tranquilli scuole aperte, ma non dopo il tramonto che allora sì che c’è il diluvio universale”.
E dico, dopo una serie di figure da peracottaro fra esondazioni, piogge torrenziali e neve, il povero Alè dovrebbe aver intuito che è meglio star zitto e agire invece di parlare a caso e peggiorare la propria situazione. Tanto ormai, come quello della fiaba, come dice e fa sbaglia. Stare zitto facendosi semplicemente trovare pronto al peggio?
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