Chiacchiere
di cani e homo sapiens
Quando ci si conosce si chiacchiera di tutto e di niente. Ti dipingi a metà fra Sandokan e Fantozzi, affronti i massimi sistemi, elenchi cose ma soprattutto elimini il mondo attorno. C’è lei. E il vuoto cosmico. E mentre parli o ascolti non dai importanza alle parole, ai concetti, alle frasi, ma scruti alla ricerca di dettagli, indaghi gli sguardi, le intonazioni, le reazioni.
Forse un tempo anche noi, per capire se un individuo della nostra specie ci piaceva, ci si annusava semplicemente il culo come fanno i cani. Poi, diventando via via più sapiens ci siamo raffinati. Raffinarsi vuol dire ovviamente complicare fino a rendere ingestibile qualcosa che sarebbe molto semplice. Se proprio la storia dell’annusare la trovate troppo basic, sarebbe comunque più facile arrivare immediatamente al punto “mi piaci, ti piaccio?”.
Invece no, ore e ore di alienazione dal mondo in chiacchiere ovattate e infinite per capire l’ovvio, perché è già chiaro a tutti (tranne ai protagonisti) che la frittata è fatta, è solo una questione di tempo. E visto da dentro è il momento più bello del mondo e non dovrebbe finire mai e dura sempre meno di quello che si sarebbe voluto perché ad un certo punto il mondo reale arriva a bussarti alle spalle con una tale insistenza che diventa impossibile continuare ad ignorarlo.
Parlammo almeno un paio d’ore, io e Marta. Lei mi parlava di sé, della sua vita, delle sue cose, io berciavo sui massimi sistemi. Ogni tanto ho la curiosità di risentirmi, ma so già che mi vergognerei come un ladro di quei discorsi. Fra una chiacchiera e l’altra riuscimmo anche a sentirci un pezzo di concerto, fino a che il mondo, come prevedibile, non venne a bussarmi alle spalle.
Nello specifico, il mondo che bussava alle spalle non era poi tanto metaforico, erano Nib e Carla entusiasti per il concerto, ignari di tutto quello che mi era successo. Semplicemente mi avevano visto sparire.
Avrei odiato chiunque per quell’interruzione. Non Nib. Non Nib con quell’espressione sulla faccia. Non Nib con gli occhi che si muovevano fra me e Marta con l’espressione di uno che vorrebbe dirti: “ma non avevi detto che pomiciava con uno? Te ne sei già trovato un’altra! Molto carina fra l’altro. Idolo! Avete scopato nel cesso? Oh cazzo, devo evitarti di mandare tutto a puttane!”
Capitolo 13
Capitolo 13
Se non vuoi perderti gli aggiornamenti, scrivi la tua email lì a destra, dove c'è scritto FEED!
Comincia tutto così
Nessun commento:
Posta un commento