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lunedì 16 gennaio 2017

LA RAZIONALITA' DEL COCCODRILLO #34

Brodo
di liti e amiche

Vedermi con Lucrezia era stato per Caterina un autentico shock. Vedere me con Lucrezia e Nib con Sonya era stato uno shock ancora più insopportabile per l'Idiota. La sera di quell'incontro fortuito non fu particolarmente felice per loro. Caterina sprofondò nel silenzio, l'Idiota doveva sfogare la sua frustrazione. Finirono per litigare ferocemente e non si parlarono per qualche giorno.

Le cose non miglioravano. Allora Caterina si mise d'impegno per cercare di fare pace, organizzando una bella cena a sorpresa. L'Idiota però aveva avuto una giornata pessima, una di quelle giornate che è bene eliminare dai calendari. Dopo il lavoro non tornò subito a casa, si vide con degli amici, andarono in giro per locali come ragazzini al sabato sera. E tornò a casa molto tardi, mezzo ubriaco.
Trovò la tavola imbandita, con dei manicaretti ormai freddi nei piatti, una bottiglia di ottimo merlot aperta e post it, appoggiato sopra le lasagne, che diceva:  “la prossima volta rispondi al telefono, stronzo”

Caterina non c'era.

Caterina era andata a dormire da un'amica. L'amica l'aveva rassicurata, l'aveva convinta di aver fatto bene e che tutto si sarebbe sistemato, che lui avrebbe capito, le avrebbe chiesto scusa e le cose sarebbero tornate ad andar bene perché erano una coppia tanto bella. L'amica era una maledetta stronza, se volete sapere la mia opinione.

Nel messo della notte, Caterina, prima di essere sopraffatta dalle scemenze che l’amica le riversava addosso, mi scrisse:

Non mi hai punita abbastanza?

Frase che, concordo, suona esageratamente melodrammatica, ma questa mi mandò.

Il messaggio lo lessi uscendo da un cinema assieme a Nib, mezzi sbronzi e morti di sonno. Era una di quelle giornate in cui Lucrezia aveva più voglia di beccarsi un’herpes che di vedere il sottoscritto, arrivata dopo un periodo sostanzialmente negativo che si protraeva da una settimana (e il giorno successivo, a cena, mi avrebbe detto dell’arrivo di James). Per questo eravamo al cinema: avevo le palle girate una in un senso e una nell'altro, per cui convinsi Nib ad andare a vedere, ubriachi, un filmaccio d'azione di nuova uscita.

Lì per lì non diedi tanto peso al messaggio. Il comportamento recente di Lucrezia mi aveva irritato, il film mi aveva irritato, il sonno mi irritava, il messaggio stesso un po' m'irritava, perché, cazzo, pensaci prima! Quindi non risposi e il giorno dopo decisi che era meglio non farlo, di lasciarla cuocere nel suo brodo e di concentrarmi su un problema alla volta. Proprio il giorno in cui l'Idiota chiamava Caterina, si cospargendosi il capo di cenere e sterco di cammello, recitando l’atto di dolore, 12 avemaria e 3 padrenostro e convincendo (anche grazie al lavoro ai fianchi dell’amica stronza) Caterina a tornare a casa più o meno nello stesso momento in cui io dicevo a Lucrezia che non mi dava fastidio che incontrasse James.

CAPITOLO 35

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