Candido
di disagio, sportelli e lacrime
“Ti ha dato fastidio?”
“No. Nemmeno ricordo come si
chiamava”
“Lucrezia”
“Ah, vero... mi è rimasta più
impressa Sonya. Più intraprendente...”
“Più intraprendente?”
“Non hai idea, appena siamo
usciti dalla casa di quel coglione...”
“No, no, fermo lì. Già il fatto
di essere stato con una su cui hai messo le mani addosso mi dà... mi dà... come
un senso di sbagliato... di sordido...”
“Il mio fratellino candido”
“Candido un cazzo! Se ci penso
non sono a mio agio, tutto qui”
“Però immagino che quando ti ha
messo le mani nelle mutande non ti ha creato tanto disagio”
“… non hai tutti i torti”
“Però è davvero bellina,
Lucrezia. Mi dispiace ricordarmi così poco”
“Mi ha detto di essersi
addormentata subito”
“Mi pare di sì… non ricordo
nemmeno di averla spogliata…”
“Ma allora lo fai apposta?”
“Ok, ok, ok. Basta poco per farti
innamorare…”
“Non sono innamorato ma di sicuro
non mi lascia indifferente!”
“Con quelle tette... quelle
lentigini... e quel culo...”
“Dai, cazzo, piantala! Cioè, hai
ragione, c'è anche quello, ma è più quel fare così...”
“… da troia?”
“No, avrei detto da gatta”
“C’è differenza?”
“E su! Semplicemente non è
ipocrita. È tutto il contrario di Caterina, insomma”
“Caterina è una suora cagna
ipocrita?”
“Cagna?”
“Beh, se l'altra che è il
contrario è gatta...”
“Sai che forse hanno ragione i
ricercatori di Harward?”
“Eh?”
“Il primo figlio è sempre il più
deficiente!”
“E ti servivano i ricercatori di
Harward? No, ma seriamente, che vuoi dire con la cosa di Caterina? È successo
qualcosa ieri?”
“Il delirio lo ricordi?”
“Vagamente, ricordo che stavo per
scambiarmi la saliva con quella sbagliata. Ricordo di aver insultato l'Idiota,
ricordo che lui se l'è presa con Caterina. Poi quelle mi hanno portato via, ma
il resto non vuoi che te lo racconti”
“Esatto”
Gli raccontai quindi del proseguo
della festa.
“Fammi indovinare, a questo punto
lei ti ha sbottonato i pantaloni, ha visto un geco ed è andata via?”
“Sei veramente il re dei
dementi... dammi 5 minuti e trovo un istituto che potrebbe aiutarti…”
“No, ti prego! Non mandarmi via!
Potrebbero chiudermi in una stanza di un metro quadro e abusare di me nei
giorni dispari!”
“Non penso esista nessuno così
disperato da abusare di te!”
“Beh, Sonya e Lucrezia direbbero
il contrario”
“Eddai!!!”
“eheheh Insomma, l'hai
abbracciata e...?”
“E ha smesso di piangere”
“E...?”
“E ha tirato su il viso e ci
siamo guardati”
“E...?”
“L'ho baciata”
“Grandissimo!!! Lingua in bocca e
mano sulla tetta!!! Tu mi riempi d'orgoglio!”
“Non sono stato proprio così
diretto…”
“Vabbè, bravo uguale!!”
“Bravo una sega! L’ha presa male.
Malissimo. Mi ha spinto via... per quanto si può spingere via uno seduto in
macchina e si è rimessa a piangere. Ho provato a riconsolarla ma si è messa a
urlare come una matta ‘NON TOCCARMI!!! VAI VIAAAA!!!!’”
“Ma non eravate in macchina
nostra?”
“Sì. Infatti la cosa, oltre ad
avermi stizzito un po', mi ha messo a disagio. Non sapevo se farle notare che,
in realtà, era lei a doversene andare”
“E poi?”
“E poi niente. Sono uscito dalla
macchina, mi sono seduto sul cofano e ho aspettato si calmasse”
“Hai aspettato si calmasse…” Nib
aveva gli occhi al cielo.
“Sì, ho giocato al solitario sul
telefono. Mi ha aiutato a calmarmi, a non sentirmi un cretino e a non
considerare lei una matta”
“Hai giocato al solitario…” Nib
mise le mani sul viso.
“Sì, sei sordo? Ho giocato al
solitario!”
“Quella che definisci la donna
della tua vita è in macchina tua, che piange a causa sua anche se pensa sia per
colpa tua e tu giochi al solitario seduto sul cofano della tua macchina!?”
“Ho fatto una cazzata?”
“No. Se tu avessi fatto una
cazzata non ci sarebbero problemi. Ne hai fatte decine e via via più gravi.
Questa cosa amplia di parecchio la portata del termine ‘cazzata’”
“Che avrei dovuto fare secondo
te?”
“Continuare a baciarla. Tenerla
stretta. Avrebbe funzionato. Ancora prima avresti dovuto dare un cartone
all'Idiota e abbracciare Caterina davanti a tutti”
“Sì, e magari poi fuggire a
cavallo verso il tramonto…”
“A saper andare a cavallo…”
“La vita non è mica un film…”
“ogni tanto dovrebbe esserlo…”
Restammo un po' in silenzio.
“Ma insomma, poi?”
“Poi mi ha fatto cenno di
rientrare”
“Tu ovviamente sei rientrato
subito?”
“Sì, ho lasciato pure una partita
a metà”
“E cosa ti ha detto?”
“Che mi perdonava, che un po' mi
capiva”
“Un po' ti capiva…”
“A me ha fatto più incazzare la
storia che mi perdonava”
“Ce n’è abbastanza per rimettere
su il tribunale a Norimberga”
“Ma non è tutto. Mentre mi diceva
sta stronzata, le suona il telefono”
“Non mi dire che...”
“Sì. E sai cosa risponde lei?”
“Non me lo dire...”
“Amore, sì, scusami, ora torno”
Nib mollò una decina di bestemmie
“È quello che ho detto anch’io. E
non l'ha presa bene”
“LEI?!!?! LEI non l'ha presa
bene?!?”
“Ha detto ‘e ora bestemmi pure?’”
“Non so se voglio che
continui...”
“Le ho anche detto che allora si
meritava di essere trattata in quel modo”
“Ah, ti sei tolto un sassolino
dalla scarpa...”
“Le ho anche fatto notare che a sua
volta stava trattando l'unico che cercava di starle vicino e volerle bene
gratis come un criminale. E si è incazzata ancora di più”
“Strano, di solito sentirsi
rinfacciare le cose fa piacere…”
“E beh, dai, ho fatto male?”
“... Lei che ha detto?”
“Ha detto che come tutti gli
altri voglio solo scoparmela, che ha sbagliato a dirmi le cose che mi aveva
detto, a darmi la confidenza che mi ha dato e bla bla bla”
“Direi che sì, hai fatto male…
poi che è successo?”
“E poi ha aperto lo sportello ed
è uscita dalla macchina”
“Finita qui?”
“No.”
“Ti pareva...”
“Ho aperto lo sportello e con
voce serissima le ho detto ‘Caterina, pensa bene alle scelte che fai’ poi ho
richiuso e sono tornato a casa sfranto”
“La devi smettere con questo
vizio di voler avere l’ultima parola. Possibile che tu dica o faccia solo
stronzate?” stava ridendo
“Che ti devo dire… lì per lì… poi
sono tornato a casa furente di rabbia”
“E hai trovato Lucrezia”
“No, lei l'ho trovata la mattina”
“Penso che ti farà bene
frequentarla un po'”
“A te non crea problemi?”
“Affatto”
“Sicuro?”
“Dai, eravamo semplicemente tutti
ubriachi ma non abbiamo fatto niente di male. E non penso che Caterina sia una
cagna ipocrita... nel senso non nell'accezione normale. Se Lucrezia è gatto,
Caterina è cane, quello intendevo... e no, non penso sia ipocrita,
semplicemente mi sa di parecchio incasinata. La cosa importante è che tu non ti
faccia trascinare verso il fondo. Lucrezia ti farà bene”
“Lo hai già detto. Ripeti sempre
le stesse cose, come i vecchi”
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