“non voglio farti incazzare ma solo provocarti”, ha scritto una persona. Fa bene. Lo fa anche il mio amico Supergiovane. Ed è qualcosa che apprezzo nel profondo.
“ma non potreste almeno smetterla di fare i martiri?non avete proprio idea di che cos'è la vera repressione in regimi di dittatura ed è dal 68 che siete liberi di manifestare un dissenso per nulla costruttivo e molto dannoso.”
Ed è tutto vero. In questo sono d’accordo. In coscienza non mi sento particolarmente martire. Mi rendo conto di non avere riferimenti concreti, più che martire mi sento a tratti abbandonato, a tratti uno scemo che urla in un deserto. Ma sta bene così. Alla fine se non mi vengono idee migliori la colpa è solo mia.
Si protesta. E ci sarà sempre qualcuno che ti accusa di farlo male, lo dicevano anche agli operai quando protestavano per diritti sacrosanti.
Per questo, come ebbi a dire al mio babbo forzaiolo, non è bello criticare chi protesta, soprattutto dopo essersi beati dei risultati di chi, a suo tempo, ha protestato... ferie, malattie pagate, maternità, tfr, aiuti per i figli, diritto allo studio... e protestava sempre in modo per nulla costruttivo e molto dannoso, facendosi pure pestare e sparare contro. Eppure...
Della repressione vera non ne ho esperienza diretta, so però che ci sono tante forme di repressione e nessuna di queste è bella o tranquilla. So però che un nemico che vedi in faccia è più facile da affrontare di uno che ti si insinua nel di dietro talmente bene che poi ti piace pure.
“Particolarmente insopportabili sono i genitori borghesi di sinistra”. Per questo, in taluni ambienti, sono considerato alla stregua di un fascista. Ma io i radical li considero una delle più grandi piaghe di questo Paese, sarà per questo che provo fastidio fisico alla vista di Veltroni, un po’ il gran visir di tutti i radical del mondo. E credo che questo (i radical) siano l’effetto più vistoso del gigantesco errore della sinistra, l’aver preferito i salotti alla strada, aver lasciato perdere gli operai per mettersi a parlare coi loro figli dottori.
“mi piacerebbe che fossi un po’ meno appassionatamente schierato”. In realtà non saprei. Non mi sento schierato. Con chi sarei schierato? C’è pure chi mi accusa di essere sempre e testardamente contro tutto e tutti. Io penso solo di essere ragionevole, ma è quello che pensavano pure Cesare e Pompeo mentre si scannavano a vicenda, temo. Appassionato si, quello sempre e mi volete bene per questo, su, ammettetelo!
L’unica cosa che vorrei è che i ricchi fossero un po’ meno ricchi, così da dare l’opportunità ai poveri di esserlo un po’ meno. Che chi non ha difficoltà aiutasse un minimo chi ne ha. Che un cinese che sa poco di italiano, forse, rallenta la sua classe, ma di certo a metterlo nella classe dei negri non gli si risolve il problema e, magari, può pure essere che sia bravo in geografia, disegno o matematica. Alla fine che si ragionasse un po’ meno in termini di “io” e un po’ più in termini di “noi”. E che lo dica uno che non è credente e manco marxista un po’ fa sorridere, credo.
Boh, poi è solo il pianto di un bimbo che si è visto consegnare in regalo un giocattolo brutto e pure rotto. Mi hanno messo al mondo e mi hanno detto “questo è il mondo che abbiamo fatto per te”. Bell’affare. Niente scontrino, niente garanzia. Pedalare. E manca la catena.
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