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giovedì 18 dicembre 2008

babbo rumenta


Dovevo adempiere ai miei doveri di zio. Bene. Mia nipote è nella fase “delfini”... ovvero come regalo va benissimo qualsiasi cosa sia fatta a forma o contenga disegni di delfini.

Sembrava tutto facile, coordinate chiare: bambina di quattro anni e delfini. Dov’è il difficile? Il difficile è che il delfino pare non andare proprio di moda. Mi era venuto in mente di comprare un libro illustrato sui delfini, sapete, quei libroni tutti colorati con disegni o foto e testi semplici semplici scritti grandissimi. Ho trovato di tutto... fatine, orsetti, cagnolini, mici ma anche leoni, elefanti, piovre, cetacei volpi, topi, cetacei di ogni tipo, forma e dimensione esclusi i delfini. Secondo gli scienziati dell’infanzia il delfino non è adatto a titillare la fantasia dei bimbi. Poldo il Polpo va bene, Dino il Delfino no, giammai!

Allora ho cambiato bersaglio. Un gioco di intelligenza, un puzzle o qualcosa così con soggetto uno o più delfini. Un fallimento su tutta la linea. Niente di niente.

Ripiego sui pupazzi, tenuti come ultima chance perché la piccola è già la fortunata proprietaria di un delfino di pezza (il suo pupazzo preferito). Trovo i soliti pesci di gomma che fanno la gioia dei bambini dagli anni 70... un bustone con una megattera, un delfino, un paio di pesci cane, un pesce martello, una manta... mi suona squallido. Vado a vedere i peluche... la trudy fa i delfini, li fa orrendi, sembrano degli infelici delfini down, con striature azzurre, blue, gialline e soprattutto pelosissimi. Il delfino freak. Ok, è un peluche, e deve essere morbido e coccoloso. Intuisco anche il dramma psicologico di uno a cui dicono “bisogna fare un pupazzo di un animale acquatico, liscio e sguiscido” “lo facciamo in gomma?” “No, morbida peluche lavabile” “...”.

Per fortuna, da un banco, ecco spuntare un delfino di peluche del colore giusto, con un pelo cortissimo e fitto così da non dare l’effetto pelliccia e di dimensioni discrete. Già, perché al riguardo ho una teoria: la bellezza di un peluche è direttamente proporzionale alle sue dimensioni.

Il mio animale di pezza preferito era un elefante, Giumbo (convinto che così si chiamasse anche il proboscidato protagonista del celeberrimo cartone). Fra le cause del suoi successo c’era la stazza: era più grosso di me. Non che ci volesse tanto, visto che ero un tappo... ma fra i 4 e i 6 anni (perdonatemi se non ricordo precisamente) gli passavo le magliette e tanto bastava. E poi era almeno due volte più grande (se non addirittura 3 o 4) degli altri!

Per cui sono sicuro che il mezzo metro di delfino farà il suo figurone!

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