Citazione

giovedì 11 dicembre 2008

figure retoriche


Ieri sono andato all’auditorium a vedere Giovanni Sollima. L’evento musicale è stato di primissimo livello, semmai ne racconterò qualcosa più avanti. Vorrei parlare invece della gente. Sono entrato prima di tutti, mi siedo e attendo, attorno a me solo tecnici indaffarati e il responsabile dell’ufficio stampa. Mi era stato riservato un buon posto, centralissimo. A un certo punto inizia ad arrivare il pubblico... ecco... e io sono rimasto un po’ colpito.

Ora, ammetto di essere un maledetto classista, ammetto pure di essere avvezzo e tutt’altro tipo di audience. Di solito bazzico fra i rockettari, gente direi normale che va ai concerti per il gusto della musica. Ieri ho visto un pubblico di persone strane che provo a raggruppare in alcune categorie:

Il vecchio cacone. Uomo anziano col cerone, con l’aria di chi si sente in cima alla catena alimentare, talmente ricco e arrivato da permettersi di andare al bagno per interposta persona. Quelli che, a guardarli, diresti che l’attività più volgare che si possono concedere è leggere il giornale. Ovviamente non ha la minima idea di cosa stia facendo, sa solo che il suo status gli impone di esserci e di snocciolare frasi fatte.

La vecchia rifatta. Detta anche “liceo museo”, la VR è quell’essere che di spalle (o a più di 50 metri di distanza) sembra un tronco di patata quindicenne. Quando la vedi davanti (o a distanza ravvicinata) preghi che si rigiri (o si allontani) velocemente. Elementi caratteristici della VR sono i dettagli: tipo capelli nerissimi con una vistosa e studiata frezza bianca. Anelli cardinalizi. Collane simili a gioghi per i buoi. La VR non parla, annuisce.

Il radical chic. Aristrocartico, colto, democratico, intellettuale. Il radical è fastidioso, lo riconosci dall’abbigliamento informale ma studiatissimo fin nei dettagli, dal vocabolario iper forbito e dalla totale assenza nel suo lessico di termini che si riferiscono alla cacca e al sesso. Nonostante questo, nonostante l’erre moscia, nonostante assomigli a un lord inglese, nei suoi discorsi fa spesso capire di sentirsi molto vicino ai senzatetto, agli zingari, agli operai. Si trova lì proprio per testimoniare la sua profonda vicinanza al volgo.

La compagnozza. Si trova lì perché è un sacco figo. Per mascherarsi si atteggia da Radical. Non esistendo compagnozzi, le appartenenti a questa categoria si muovo in branchi omosessuali a volte accompagnate da un radical chic o un leccaculo (vedi più avanti). Più raramente al seguito di un vecchio cacone o di una vecchia rifatta.

Il leccaculo. Personaggi sordidi che si aggirano per platee e tribune salutando tutti, stringendo la mano ai vip e passando il tempo indicando i propri amici (solitamente altri leccaculo, radical chic, compagnozze e vecchie rifatte) questa o quella celebrità. Spesso si baloccano raccontando aneddoti incredibili di quando hanno stretto la mano a Gandhi in una riunione del G5 in Turkmenistan.

Il ragazzo normale. Curiosamente al 90% è Francese o Tedesco.

L’imbucato. Spessissimo viene scambiato per un ragazzo normale. È quasi sempre solo e, una volta iniziato lo spettacolo, inizierà a muoversi nervosamente sulla sedia, cambiando posizione, accavallando le gambe, dando evidenti segni di insofferenza. Alla fine dello spettacolo la loro espressione è stravolta. Spesso sono gli ultimi ad arrivare e primi a fuggire.

I cyborg. I vecchi caconi e le vecchie rifatte a volte possono evolvere oltre la soglia dell’umano divenendo veri e propri oggetti inanimati. Trattandosi di “cose” e non più “persone” non ne parlerò oltre. Sappiate solo che sono più grotteschi che brutti... a volte.

I vecchi tartaruga. Sono quei vecchio caconi che non sono riusciti ad evolvere in cyborg. Diventano curvi e rugosi e facile preda dei leccaculo.

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