Citazione

mercoledì 31 marzo 2010

surprise! (you're dead)


L’altra sera sono uscito col mio amico Alarico. Andiamo in pizzeria, gli ho detto, già pregustando un locale trasudante sugna sotto l’Aventino. Poi però ho riflettuto, lunedì è giorno infausto per mangiare fuori casa, e il locale della sugna era infatti di riposo settimanale. Ho passato in rassegna buona parte delle mie pizzerie predilette, molte chiuse il lunedì, altre site in quartieri logisticamente da evitare. Poi l’illuminazione, si potrebbe andare da Velavevodetto a Testaccio. Trattasi di pizzeria sita all’interno del monte Testaccio, che come i più istruiti sanno, è un monte artificiale, edificato in epoca romana quando fungeva da discarica specializzata nei cocci (testae in latino) provenienti dal vicino porto fluviale dell’Emporium. 
Insomma il locale, come i tanti vicini, è scavato dentro un monte di vasi, vasetti e anfore. Molto suggestivo e con una cucina discreta a prezzi ancora civili.

Arriviamo, entriamo e lo troviamo ripulito e pieno di gente tirata a lucido. Ci trovano un misero tavolo per tre, ci sediamo. Ad attenderci, sulla tovaglia, un’eloquente carta dei vini. Ci vengono portate, come benvenuto, delle bruschette e solo a quel punto apprendiamo la cattiva novella. I sospetti diventano certezza: non è più una pizzeria.

Eccoci. Il segno della decadenza dei tempi, un locale simpatico, caldo e alla mano che si trasforma in un covo attira vecchi arricchiti col vezzo di “mangiave buvino”. Rigatoni alla carbonara a 10 euri. Gricia a 8 e poi ricette un po’ inventate. Il gusto, ammetto, c’è... anche se il fatto che portino i piatti già coperti di formaggio lascia più di un sospetto sulla qualità complessiva delle pietanze.

Odio tutto questo.

E ho pure una voglia malsana di carbonara, adesso.

giovedì 25 marzo 2010

incommensurabile


Dice Bagnasco che la vita umana dev’essere difesa innanzitutto dal delitto incommensurabile dell'aborto e che questo è uno dei valori non negoziabili in base al quale i cattolici dovranno votare. C’era da scommetterlo che saremmo ritornati al “Dio vi vede e Stalin no”.

Quando l’hanno accusato di fare campagna elettorale, ha detto che la disoccupazione è brutta quanto l’aborto... quindi è un delitto incommensurabile... ma il delitto è essere disoccupato o è il “disoccupare” qualcun altro?

Nel frattempo il papa ha detto che si vergogna e che i preti irlandesi sono degli sporcaccioni. Ovviamente ha dovuto dirlo perché la merda è finita nel ventilatore.

Prendi ad esempio il Wisconsin, prendi un prete e prendi dei bambini sordi. Sembra una barzelletta di quelle scorrette, in realtà il prete del Wisconsin pare abbia abusato, nell’arco di 27 anni, di 200 ragazzini. Il reverendo Lawrence C. Murphy non ricevette mai alcuna punizione o sanzione venendo invece trasferito in segreto in alcune parrocchie e scuole cattoliche, prima di morire nel 1998. 

Non fu punito perché non incidere sulla sua salute precaria (!) e perché dopo le prime segnalazioni non ce ne furono altre. E indovinate un po’ chi era a conoscenza di tutto ciò? Un certo Cardinale Ratzinger, quello che da papa ha detto di vergognarsi (che mi pare il minimo), e un certo Cardinale Tarcisio Bertone.

Personalmente sono stufo di parlare di incoerenza e ipocrisia, quindi mi limito a sottolineare i fatti:

1. l’aborto è un delitto incommensurabile ed è un valore non negoziabile;
2. il diritto al lavoro è sacro;
3. inchiappettare ragazzini non è un delitto incommensurabile, di conseguenza siamo davanti a un valore negoziabile, che non vale poi così tanto;
4. il fatto che un tuo confratello inchiappetti ragazzini è qualcosa che, nella peggiore delle ipotesi, può provocare vergogna e sdegno ma solo se questo ha ritmi degni di Rocco Siffredi e solo se sei papa;
5. Non sempre la vista di Dio è più aguzza di quella di Stalin.

Morale creativa?

mercoledì 24 marzo 2010

i have a dream


Un passatempo nato in Australia, che ha fatto appassionare tutto il mondo, è il lancio del nano (dwarf tossing). Disciplina barbara ma sofisticata che ha ottenuto reazioni contrastanti.

Tuttora è in corso un contenzioso sulla conformità della pratica alla Dichiarazione Internazionale dei Diritti dell'Uomo e in alcuni Stati americani, come l'Illinois e il Michigan, è stata addirittura proibita dalla legge. Il nano, indossata una tuta, un casco e protezioni per gomiti e ginocchia, viene afferrato per due maniglie poste sulla schiena e lanciato il più lontano possibile.

Esistono diverse specialità, come il lancio attraverso la vetrata o quello nel cerchio di fuoco (in questo caso è obbligatorio avere con sé un estintore). Il record vigente appartiene a Jimmy Leonard che ha lanciato Lenny the Giant alla ragguardevole distanza di 9 metri e 15 centimetri. Perché la misura sia omologata occorre che il nano sia consenziente o quantomeno che non emetta un suono durante il volo e al momento dell'impatto. In Italia non è diffuso, ma è possibile praticarlo in alcune discoteche di Ibiza.

Ma senza scomodarsi sino in Australia, anche l'Europa del Nord è patria di sport altrettanto pittoreschi, come il lancio dello sterco di mucca (irlandese) o il lancio del gatto (antico sport celtico). La Svezia e la Finlandia sono inoltre le regioni in cui è maggiormente praticata la specialità del Lancio dello Stivale, tanto che l'8 e il 9 luglio di quest'anno a Pievalesi, in Norvegia, si è tenuto il Campionato Mondiale del Lancio dello Stivale. Dimensioni e peso dello stivale sono stabiliti da criteri validi in tutto il mondo: per gli uomini deve essere un 43 e pesare 950 grammi, per le donne, giustamente, un 38 (650 grammi). Lo stivale deve per forza essere destro. Sino ad ora il lancio più lungo nella specialità maschile misura 47 metri.

mercoledì 17 marzo 2010

la fiera dell'ovvietà


Da qualche parte avevo letto che bisogna alzare ed utilizzare il proprio voto, almeno finché ne hai diritto. Da qualche altra che votare è un dovere per rispetto a chi, anni fa, si è fatto ammazzare proprio per darti quest’opportunità.

Penso che se bisogna votare tanto per fare, sia inutile farlo. È meglio che, a questo punto, a decidere sia chi è cosciente di quello che sta per fare. Dicono non sia democrazia, ed in effetti è vero. Personalmente non so cosa sia più giusto, non so nemmeno se è giusto che i voti abbiano tutti lo stesso peso. So però che iniziare a supportare l’idea che alcuni voti valgano meno di altri è incamminarsi per la strada che porta a cosa brutte.

Trovo molto inutile basarsi sui comizi e i proclami. In fondo chi è che dirà mai pubblicamente che aiuterà i ladri a farla franca, difenderà i gruppi delle lobbi di potere e lo metterà in quel posto a pensionati e lavoratori? Nessuno. Contano i fatti e al giorno d’oggi i fatti possiamo misurarli.

Ora, quelli con cui me la prendo sono quelli che non s’informano, che lo trovano noioso, che delegano ad altri, che “di politica non ci capisco niente” e che, nella migliore delle ipotesi, hanno un approccio al voto partigiano. Oggi ci vuole poco per essere informati, ad esempio potresti andare su OpenPolis, cliccare su “Politici” e scrivere nome e cognome di quello che vorresti votare e guarda un po’ chi è, chi non è, che ha fatto. È tutto gratis.

Poi, magari, si puoi anche andare su OpenParlamento (è sempre gratis) e farlo, magari, una volta al giorno o a settimana o al mese, per verificare cosa si è fatto, cosa il parlamento sta decidendo in tua vece. Già, perché chi decide lo fa perché gli hai detto TU di farlo e se non glielo hai detto tu, vuol dire che non hai votato, delegando la responsabilità a qualcun altro. E se sta facendo qualcosa di diverso da ciò che ti ha detto avrebbe fatto, allora è, forse, il momento di protestare, che dici?

Lo so anch’io che la politica è noiosa, che la politica nostrana oltretutto è pure sporca. Un porcile dove il più pulito ha probabilmente la rogna. Io non ho però il fegato di presentarmi, quindi mi tocca scegliere fra quello che passa il convento, per il meno peggio. E se il meno peggio lo scelgo oggi, domani dovrò scegliere fra lui e un meno meno peggio. I progressi si fanno pian piano, serve buona volontà, come per tutto.

Poi se mi rivotate i berluscones siete davvero infami, eh!

lunedì 8 marzo 2010

plis, plis, plis


Concordo assai con l’editoriale di Giovanni De Mauro (che riporto di seguito) apparso su Internazionale (numero 836 5/11 Marzo). È per questo che vorrei divulgare un appello a una qualsiasi potenza straniera, preferibilmente Francia o Giappone, ma anche Germania o, attenzione, Stati Uniti potrebbero andar bene... in finale andrebbero bene tutti tranne la Svizzera...

VI PREGO, INVADETECI
È già successo in passato, dopotutto. Ammettiamolo, abbiamo avuto l’unificazione (forzata), abbiamo voluto la democrazia (plebiscito)e dopo tanti anni mi pare evidente che non siamo culturalmente in grado di gestirci né la prima, né la seconda. Siamo arrivati a rimpiangere quello che faceva arrivare i treni in orario... beh, in realtà c’è chi non ha mai smesso di rimpiangerlo e questo, probabilmente, è una delle prove più evidenti che non ci meritiamo la democrazia, non la sappiamo usare, non la capiamo.
Tutto quello che vogliamo, dalle Alpi a Lampedusa, è un mandolino (o un baghèt), cibo in quantità e tanto tempo libero. Non ci serve altro per quanto ci incuriosisca. Lo prendiamo lo agitiamo lo tiriamo per terra per aprirlo e per vedere com’è fatto, più per noia che per altro.
Caro cugino francese, invadici, in questo modo diventeremmo il paese in cui si producono tutto il vino e il formaggio del mondo. Tedeschi, venite, birra e porco qui non mancano, anzi, senza timore di essere smentito, i modi (e il rispetto) in cui si cucina il maiale (intero o a dispense) in questo Paese hanno del sublime... e poi c’è il sole. Amico Giapponese, vieni a trovare un po’ di felicità. In cambio chiediamo solo un po’ di ordine e quel pizzico di senso dello Stato (anche imposto con le armi, sia chiaro, ormai non mi fa più schifo niente) che abbiamo smarrito... beh... che non abbiamo mai avuto, ad eccezione del Granducato di Toscana, probabilmente.
“Tecnicamente si può già parlare di dittatura. Forse non ce ne siamo ancora accorti perché siamo abituati ai colonnelli greci o alla giunta militare cilena. Ma quello che conta è la sostanza, non la forma. Oggi è inutile mandare i carri armati per prendere il controllo delle principali reti televisive, basta cambiare i direttori. Non serve far bombardare la sede del parlamento, è sufficiente impedire agli elettori di scegliere i parlamentari. Non c’è bisogno di annunciare la sospensione di giudici e tribunali, basta ignorarli. Non vale la pena di nazionalizzare le più importanti aziende del paese, basta una telefonata ai manager che siedono nei consigli d’amministrazione. E l’opposizione? E i sindacati? Davvero c’è chi pensa che questa opposizione e questi sindacati possano impensierire qualcuno? Gli unici davvero pericolosi sono i mafiosi e i criminali, ma con quelli ci si siede intorno a un tavolo e si trova un accordo. Poi si può lasciare in circolazione qualche giornale, autorizzare ogni tanto una manifestazione. Così nessuno si spaventa. E anche la forma è salva.”
Giovanni De Mauro

mercoledì 3 marzo 2010

mettiamo che...


...vostro fratello, sorella, moglie, fidanzata, marito, ... si scordasse di fare una cosa importante, tipo mettere una firma o andasse in ritardo a pagare una cosa il giorno della scadenza e non ci riuscisse. O tipo consegnare qualcosa di importante, per cui aveva tutto il tempo del mondo, ma, non si sa perché, si è ridotto all’ultimo secondo utile fallendo miseramente.

Ecco, mettiamo l’ipotesi di cui sopra, voi, quanto v’incazzareste? Io abbastanza. E che fiducia dareste a questa persona la volta successiva?

Personalmente sono uno di quegli orribili individui affetti sia da ipertrofia dell’autostima sia da sfiducia cronica verso il genere umano. Delego poco o niente, lo faccio solo se considero l’altra persona all’altezza della situazione (la qual cosa è anche un complimento).

Ecco, voi lo votereste uno che si scorda di firmare dei documenti che deve presentare per farsi votare? Voi lo votereste uno che arriva in ritardo a presentare tali documenti? E poi, voi lo votereste uno che, nonostante l’evidente errore, si giustificasse con uno o più delle seguenti scuse:

  1. ero andato a mangiarmi un panino;
  2. il cameriere, evidentemente sporco comunista, l’ha tirata lunga;
  3. non mi hanno fatto entrare;
  4. ho incontrato un amico che non vedevo da un sacco di tempo;
  5. non è colpa mia, è colpa della burocrazia;
  6. ero... rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!

Questo, per dire, che se di questi tempi fossi un sostenitore di Formigoni o della Polverini cercherei, come minimo, di sputar loro in faccia. Per poi votare lo schieramento più stronzo a disposizione... intendo più stronzo pure del PD.

Nel frattempo, senza sapere né leggere, né scrivere, io vi consiglio di leggere il commento della De Gregorio...

lunedì 1 marzo 2010

burocrazia canaglia


La odiamo tutti, la burocrazia. Quanto tempo della vostra vita avete perso girando come zombie spastici per portare moduli dalle sigle impronunciabili in giro per uffici? Quanto tempo avete perso in coda per far apporre il timbro al modulo 14/bis? Ora il cittadino ha un nuovo alleato nella lotta contro la burocrazia: il PDL del Lazio!

“La burocrazia non deve uccidere la democrazia” è una della frasi più belle che abbia sentito di recente. Per chi fosse stato distratto, l’ha detta la Polverini (quindi, in realtà, la frase è stata “’a bburograzzia nun deve uccide’ ‘a demograzzia”) protestando contro l’esclusione della lista del PDL per le Regionali del Lazio, esclusione avvenuta perché la lista in questione è stata presentata in ritardo.

Roba da non credere. Un compito che persino il PD è sempre riuscito a portare a termine.

L’aspetto più delirante è che sia un partito di destra a parlare di "forzature e rigorismi burocratici" (altra splendida frase uscita dalla bocca di Alè Manno) che hanno impedito la presentazione delle liste. 

Se questo fa ridere, aspettate, perché l’autore materiale di tutto ciò è un certo Alfredo Miloni, ex autista dell’ATAC, presidente del XIX Municipio, ex socialista. Si, quello che si dice essersi imboscato nel 2006 con tutto il faldone per ritorsione. Pretendeva di essere presentato come candidato alla presidenza del suo municipio ma gli preferirono altri. Scomparve quindi per una notte, dopo aver staccato tutti i telefoni, per vendetta e per far prendere uno strizzone ai suoi. Ricomparve purtroppo all’alba.

Anche in questo caso ci sono voci che vogliono il ritardo imputabile a un tentativo in extremis di cambiare la lista, il Nostro aveva intenzione di eliminare Samuele Piccolo (altro personaggio trash del PDL capitolino, noto per aver istituito la FESTA DEI NONNI) per sostituirlo con personaggi più appropriati, beh, più appropriati secondo lui, io non mi pronuncio.