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giovedì 18 settembre 2008

Un ragguardevole mercoledì sera

Ieri, a cena con un amico, abbiamo ben pensato di riguardarci, dopo tanto tempo, Arrapaho.


Per chi negli anni 80 fosse vissuto su marte, trattasi del celeberrio film degli Squallor (e se non sapete chi siano gli Squallor, vuol dire che a scuola non vi si insegna proprio più un cazzo...).


Il film è BRUTTO, talmente brutto da fare il giro e sfiorare il sublime. Non c’è trama, solo un abbozzo, una regia agghiacciante, una recitazione assurda. Titoli di teste e di coda infiniti per allungare il brodo e il tutto è spezzato da sketch messi in mezzo a mo’ di pubblicità (su tutti vince Pierpaolo a Rio).


Grazie a Wikipedia, questa è la trama del film:

Scella Pezzata, figlia del capo indiano Palla Pesante della tribù dei Cefaloni, è promessa sposa di Cavallo Pazzo, ma è innamorata di Arrapaho, figlio del capo indiano Mazza Nera della tribù degli Arrapaho, il quale è a sua volta oggetto dei desideri di Luna Caprese dei Froceyenne.
Palla Pesante non può seguire le vicende amorose perché è occupato a invocare gli dei della pioggia, a fare soliloqui con il cavallo Alboreto (un purosangue che giorno dopo giorno si rimpicciolisce fino ad arrivare alle dimensioni di un pony) e a tentare di risolvere il problema delle nascite che nel villaggio sono pari a zero.
Arrapaho e Scella Pezzata vengono rapiti da Cavallo Pazzo, ma grazie al salvataggio ad opera di Latte Macchiato della tribù dei Froceyenne e di Cornetto Solitario della tribù degli Arrapaho riescono a fuggire insieme. A Cavallo Pazzo non resta che rifugiarsi nelle braccia di Luna Caprese.



Il cast è di infimo livello... Scella Pezzata è interpretata da Tinì Cansino (nota per aver fatto la felicità di ciurme e ciurme di bimbi e adolescenti mostrando le sue grazie a Drive In) mentre Arrapaho non è altri che Urs Althaus (ovvero Aristoteles dell’Allenatore nel Pallone).


Notevole l’insensatezza del tutto e volgarità e scorrettezza sono ben sopra le righe. Secondo alcuni è il peggior film mai girato in Italia... e questo la dice davvero lunga.

Insomma, un film più che degno di Rumenta.

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