5° km
L’attraversamento della via Flaminia è semplice, molto più semplice di quello che si possa presentare grazie ai semafori per il tram. Da qui è possibile ritornare su un brevissimo tratto di ciclabile che passa davanti all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano. È una struttura che trovo brutta ma contemporaneamente affascinante. Sembrano tre giganteschi bacarozzi e vicino c’è un locale frequentato da gente indecente. Ogni tanto passare di qua è un problema, una volta c’è la festa del cinema, una volta mettono una pista per pattinare sul ghiaccio, un’altra volta via vai di operai che montano o smontano strutture. Per un periodo anche una serie di convegni… poco male, in qualche modo si riesce a superare e ci si gode di un momento di libertà da traffico e macchine. L’inverno qui inizia la nebbia, ci si avvicina ai parchi e il fiume poco distante certo non aiuta. Il passaggio dell’Auditorium non è però esente da rischi: il marmo è bello ma con l’acqua diventa un tantinello scivoloso. Procedere con cautela.
Dopo l’auditorium ecco una salita in mezzo alla strada per poi immettersi sulla ciclabile che costeggia Villa Glori andando verso i Parioli. E’ una ciclabile tenuta un po’ male, per usare un eufemismo. Foglie, rami, immondizia, detriti del muro di cinta della villa che ormai cade a pezzi, cumuli di foglie alti quanto un uomo adulto… percorrendola si rischia anche di scontrarsi con dei cavalli (!) e si deve fare un po’ di slalom fra signore ricche con cani al seguito, corridori amatoriali e altro che ora non ricordo.
Quella dei cumuli di roba vegetale è un’autentica iattura. Chi spazza non raccoglie, chi raccoglie non spazza, chi pota non raccoglie e non spazza. Il ciclo di pulizia della strada dura settimane, prima cade la roba dagli alberi, poi viene accumulata, poi viene portata via, mentre nel frattempo ricade roba. E io me ne sto fermo al secondo semaforo più lento della storia.
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